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    Viaggi

    Blake: La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza

    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss25/11/2024Updated:02/01/20251 commento8 Mins Read
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    "Il Dragone Rosso" di William Blake (foto dal sito santhatela)
    "Il Dragone Rosso" di William Blake (foto dal sito santhatela)
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    (precedente)

    A proposito di cinema, alla Reggia di Venaria è impostata un’intera sezione dedicata alla terribilità di Satana cui Füssli e Blake dedicarono tanta attenzione nelle loro vite artistiche. E pure il film “Red Dragon”, del 2002, trasposizione cinematografica del romanzo “Il delitto della terza luna” di Thomas Harris, ha messo su nitrato d’argento l’affermazione di Blake: “La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza”, (dalla sezione “Proverbi Infernali” dell’opera “The Marriage of Heaven and Hell”, 1790-1793) del  dove il desiderio umano è l’energia creativa più elevata, una facoltà da coltivare e non da reprimere con il peccato. 

    Satana e gli Inferi, allestimento della mostra su Blake alla Venaria Reale (foto di Stefi Pastori Gloss)

    Le opere della serie de “Il Grande Drago Rosso” sono forse le più famose ed enigmatiche dell’artista inglese. Meritano un discorso a parte per l’influenza che hanno avuto a livello della Settima Arte: il Cinema. Gloss, che fu sceneggiatrice negli Anni Novanta, apprezza che Blake abbia svolto un ruolo cruciale per lo sviluppo del moderno concetto di immaginazione nella cultura occidentale. La serie di opere fu realizzata per illustrare la Sacra Bibbia: le quattro incisioni si ispirano direttamente al libro dell’Apocalisse di Giovanni. 

    Apocalisse

    “Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.” La rivelazione delle Sacre Scritture viene reinventata da Blake con le fattezze di un enorme mostro antropomorfo con ali di drago e corna di capra, risultato di anni di studio delle opere di Dürer, Bruegel il Vecchio e Leonardo e di una inusuale capacità di mescolare ispirazione e immaginazione. Uno dei dipinti più famosi della serie è “The Great Red Dragon and the Woman Clothed with the Sun” (Il Grande Drago Rosso e la Donna Vestita di Sole), che raffigura il Grande Drago Rosso che minaccia una donna vestita di sole, figura simbolica tratta dall’Apocalisse. In questa scena, il drago si erge minacciosamente sopra la donna, con le sue ali spiegate e le sue fauci spalancate, mentre la donna sembra protetta dalla luce radiante che la avvolge. Oggi conservata al Brooklyn Museum di New York, con questa grande opera Blake diventa a tutti gli effetti il più grande e controverso artista simbolista della sua epoca.

    “Il Grande Drago Rosso”, creatura emersa dal mare per combattere contro l’Arcangelo Michele, secondo la poetica di Blake, ha la funzione di rappresentare che l’Inferno non è un luogo di punizione e sofferenza, ma una dimensione di estasi dionisiaca. Essa si raggiunge soltanto attraversando “le porte della percezione” e puntando all’infinito. La convinzione di Blake insiste sull’umanità che può superare i limiti a lei posti dai cinque sensi ed è forse il suo più grande lascito.

    Le porte della percezione

    «Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito.» Cit. William Blake. Mentre alla sua epoca questa prospettiva era considerata aberrante, al giorno d’oggi è stata incorporata nella moderna definizione del termine. In particolare della citazione “the doors of perception” si è spesso sentita l’eco nella letteratura e nella musica del XX secolo: per fare due esempi, il saggio “The Doors of Perception” di Aldous Huxley e la band The Doors di Jim Morrison rendono forte il legame al pensiero di Blake.

    Giosuè Carducci

    Gloss rivà col pensiero “A Satana”, una poesia di Giosuè Carducci nella forma di inno in cinquanta quartine di quinari sdruccioli a schema rimico ABCB, secondo il modello del “brindisi”, cioè di un componimento poetico estemporaneo da recitarsi a tavola, in onore alla potenza dell’angelo caduto nei fenomeni naturali, nell’amore per le donne, nella creatività artistica. Fu composto nel 1863 e  pubblicato la prima volta nel 1865. In riferimento alle date, Gloss pensa sia lecito supporre che si sia ispirato a Blake.

    Tatuaggi

    Il mostro antropomorfo immaginato da Blake è tatuato sul dorso del protagonista Francis Dolarhyde nel film

    Tatuaggio di Ralph Finnies alias Francis Dolarhyde in “Red Dragon” (fonte sito cultweb)

    “Red Dragon” e il suo significato risiede nella fascinazione che prova per l’opera di William Blake, appunto “Il Grande Drago Rosso”. La potente aura emanata dal drago protagonista ha scatenato nel serial killer una personalità alternativa che lo spinge a compiere omicidi apparentemente casuali. Il tatuaggio di Dolarhyde copre l’intera schiena dell’uomo, ed è un’opera d’arte di per sé: rappresenta un drago completamente simmetrico, con corna dettagliate e non solo amplifica l’aspetto minaccioso e folle del serial killer, ma simboleggia anche il completo dominio che “Il Grande Drago Rosso” esercita sulla sua mente e sul suo corpo.

    “Red Dragon” locandina del film (fonte sito imdb)

    Nel corso della narrazione cinematografica lo spettatore scopre che la sua schizofrenia ha radici nell’infanzia, segnata dagli abusi inflitti dalla sadica nonna, traumi che gli hanno fatto insorgere un desiderio disumano di insaziabile di potere, manifestato nella sua vita adulta. 

    “Red Dragon” è diretto da Brett Ratner con protagonisti Edward Norton, Anthony Hopkins e Ralph Fiennes, prequel del pluripremiato “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme.

    Lupo mannaro o Red Dragon?

    Nel 1988 Will (abbreviazione del nome William, lo stesso nome di Blake!) Graham riesce a catturare il terribile serial killer cannibale Hannibal Lecter dopo una durissima colluttazione che lascia profondi segni non solo nel corpo ma anche nella sua psiche, tanto da indurlo a lasciare tutto e a trasferirsi in Florida con la moglie e il figlio. La sua straordinaria capacità di immedesimarsi nell’assassino sulla scena del crimine e la sua sensibilità nel rilevare particolari per tutti gli altri insignificanti vengono tuttavia di nuovo richieste tre anni dopo da un suo ex compagno nell’FBI per fermare un serial killer, soprannominato “Lupo mannaro” poiché agisce durante il periodo di luna piena e lascia segni di strani morsi sui corpi delle vittime: due intere famiglie sono già state uccise. Il “Lupo” è Francis Dolarhyde, il tecnico di una ditta di materiale audiovisivo disturbato da profondi complessi psicologici e dall’essere affetto da anomalie dentali (cheiloschisi) a causa delle quali, per azzannare i prescelti, indossa una speciale protesi dentaria deforme; la sua follia lo porta addirittura a venerare la figura astratta e mostruosa chiamata “Drago Rosso”, alla quale obbedisce dedicandole i suoi terribili misfatti.

    Hannibal the Cannibal

    Will per questo caso ha bisogno dell’aiuto di Lecter, con cui aveva già collaborato prima di catturarlo, e questi accetta ma al contempo progetta la sua vendetta personale, rivelando al “Lupo mannaro” – che prova per Hannibal grande ammirazione, tanto da intrattenere una fitta corrispondenza – l’indirizzo dell’ex poliziotto. Dolarhyde, braccato dalla polizia grazie alle indagini di Graham e per aver abbassato la guardia, essendosi innamorato, ricambiato, di una ragazza ipovedente, mette in atto un piano per far credere di essersi suicidato; credendo che il caso sia chiuso, Graham torna a casa dalla propria famiglia. Una sera il figlio rientra in casa e il serial killer lo rapisce; Will, con un astuto gioco psicologico, riesce a liberare il ragazzino e ingaggia una sparatoria con Dolarhyde: i due rimangono a terra e la moglie di Will, rientrata in casa, uccide il “Lupo mannaro”. Gloss non rivelerà altri dettagli per non spoilerare.

    Letteratura e Cinema

    La differenza principale tra il film e il romanzo sta nel finale: nel primo l’assassino viene ucciso e Graham può vivere felice con la sua famiglia, mentre nel secondo quest’ultimo rimane pesantemente sfigurato in volto (“ridotto come un quadro di Picasso”, commenterà Lecter) e verrà lasciato dalla moglie, oltre al fatto che l’aggressione avviene mentre sta pescando con il figliastro; addirittura, ne “Il silenzio degli innocenti”, si viene a sapere che Graham ha perso la ragione ed è diventato anche un alcolista.

    Gli sceneggiatori affidano ad Hannibal il ritratto psicologico di Will:

    “La verità è che tu puzzi di paura sotto quella lozione dozzinale, puzzi di paura, Will, ma non sei un vigliacco! Tu mi temi ma vieni a trovarmi, quel ragazzo timido ti spaventa eppure lo vorresti fermare. Non ci sei ancora arrivato Will? Hai potuto prendermi perché noi due siamo quasi uguali. Senza la nostra immaginazione saremmo come tutti quegli altri poveri esseri insulsi! La paura è il prezzo del nostro strumento.” 

    Da sceneggiatrice, Gloss azzarda l’ipotesi che Will, il detective, sia la trasposizione cinematografica di William Blake. Le opere della serie presentano varie scene in cui “Il Grande Drago Rosso” è ritratto in modi diversi, spesso in conflitto con altre figure o creature angeliche e prende il nome dal colore predominante della figura del drago, che è dipinto di rosso vivido (e argutamente ripreso dalla locandina del film), simboleggiando il male, la distruzione e la furia. 

    Ed è proprio da questa opera che il tatuaggio sulla schiena e sulle gambe di Dolarhyde prende ispirazione. Purtroppo alla Reggia di Venaria non è presente l’intera serie.

    Solo con la Cultura si possono individuare i rimandi tra un’Arte e l’Altra.

    (seguente)

    Aldous Huxley Apocalisse Cinema film Giosuè Carducci gloss Hannibal Lecter Il Grande Drago Rosso e la Donna Vestita di Sole Il silenzio degli innocenti Jim Morrison Red Dragon Sacra Bibbia Satana The Doors “The Great Red Dragon and the Woman Clothed with the Sun”
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    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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