Atrofizzare i muscoli relazionali
Colloquio tra Caterina Caterina Della Torre 1 , direttrice del Magazine Online Dol’s, e Stefi
Pastori Gloss, filosofa umanista.

CDT. Partiamo dal titolo. Cosa significa Effatà?
SPG. Il mio romanzo parla del fenomeno degli hikikomori (che in italia si preferisce
chiamare Ritirati Sociali – RS – per motivi ben precisi evidenziati nel romanzo). Il termine
Effatà ha diretta connessione con loro. La traduzione? «Effatà», cioè: «Apriti!» Il significato?
La prendo larga per un motivo: le condotte degli individui soggetti al ritiro sociale, variegate
e declinate a seconda di tanti fattori, che vanno dal sesso di nascita alla locazione geografica,
hanno tutti in comune, per dirla alla Massimo Recalcati, la caratteristica della “clinica del
vuoto” 2 e per come la intendo io, dovendo parlare al cuore delle persone comuni, ovvero dei
genitori dei ragazzi ritirati sociali, tale caratteristica corrisponde grosso modo all’essere morti
alla vita. Vanno aperte le menti di questi ragazzi e di queste ragazze.
E non solo, anche quelle degli adulti a loro vicini. Anche se i genitori giungono a stati di impotenza e disperazione tali da voler spaccare loro il cranio (ma attenzione: l’apertura mentale non significa questo, anche
se li capisco nel profondo), io, che sono votata alla non-violenza, pur essendo buddista
preferisco riferirmi a una parabola di Gesù 3 , solo perché la cultura italiana è talmente
impregnata di crsItianesimo, che per parlare al cuore delle persone è più facile usare parole a
cui sono più aduse, ascoltate in anni di messe e catechesi.
A Gesù fu portato un sordomuto.
“Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò
la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè:
«Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava
correttamente (…). Se vogliamo, un atto di profonda intimità. In questo consiste la salvezza
dei ritirati sociali.
CDT. Un atto di profonda intimità. Spiegati meglio.
SPG. Vediamo nel dettaglio cosa accadde. Fu condotto a Gesù un sordomuto, prigioniero del
silenzio ma sostenuto da un cerchio di amici che lo portarono al Maestro. La guarigione
iniziò con questo atto di accompagnamento, emblema dell’umana solidarietà. Lungi dal
compiere un mero gesto ieratico, Gesù lo prese in disparte, rivelando la sua vicinanza: «Io e
te soli, ora conti solo tu». Un incontro intimo, occhi negli occhi, il volto del sofferente tra le
mani del salvatore. Seguirono gesti corporei e delicati: le dita sugli orecchi, simili alla
carezza dello scultore sulla creta.
Poi, con la saliva, toccò la lingua, un gesto di profonda
condivisione, simbolo di vita, respiro e parola. Questa parabola è un inno ai sensi, un
racconto di tocchi, odori e sapori. Per Gesù, il contatto fisico era essenziale, trasformando i
corpi in luoghi sacri d’incontro.
La salvezza, infatti, si manifesta attraverso i corpi, che diventano scorciatoie verso il divino. Gesù gli disse: Effatà! In aramaico, Apriti! nel dialetto di casa, nella lingua della madre, e sottolineo “della madre”, (nel romanzo si capirà perché).
Occorre ripartire dalle radici: apriti, come si apre la caverna del tesoro, come si apre la porta
all’ospite, la finestra al sole, le braccia all’amore. Apriti agli altri, anche con le proprie ferite,
attraverso le quali vita esce e vita entra. Se apriamo la tua porta, la vita viene. I ritirati sociali
chiudono la porta della loro stanza, scelgono di essere sordi alla vita e all’umanità intera, a
partire dai propri genitori, come morti, inesistenti. Si recludono per libero atto di volontà
dietro le porte delle loro camerette. “Se apri la tua porta, la vita viene.” Loro non la vogliono
aprire. La stessa delicata cura, la medesima attenzione profonda di Gesù va dedicata ai
ragazzi e alle ragazze soggette a ritiro sociale, che sono spesso intelligenti, ma anche
particolarmente sensibili e inibiti socialmente.
CDT. Dalle tue parole, sembra trasparire accuse che non risparmiano né genitori né chiesa.
SPG. Forse l’afasia della chiesa e di noi genitori dipende dal fatto che oggi non sappiamo più
ascoltare il divino che risiede nell’uomo. Dettaglio eloquente: sa parlare solo chi sa ascoltare.
Dono da chiedere instancabilmente, per il sordomuto che è in noi: sempre per parafrasare la
cultura di cui siamo più imbevuti, mi verrebbe da dire dalla quale siamo più condizionati,
implorerei “donaci, Signore, un cuore che ascolta 4 ”. Allora nasceranno pensieri e parole che
sanno di cielo…
…continua
Il romanzo Effatà – Hikikomori a Torino parla della difficoltà di una matrigna nel convivere oggi con adolescenti senza ambizioni, senza voglia di trasgredire, asessuati, con aspetti da hikikomori, che in Italia si preferisce denominare “ritirati sociali”. Assunta per contrasto la sensualità dell’ambiente tennistico (gli ATP che si svolgono a Torino), Gloss centra l’attenzione sulle contrarietà di rapporto tra adulti e figli acquisti, cresciuti a vizi e a sfide impossibili, fino al ritiro sociale. Rispetto alla mera saggistica, un romanzo tocca più facilmente corde profonde allo scopo di aprire varchi di conoscenza in chi si rapporta con ritirati sociali. Anche se è commesso un crimine, è un romanzo sorprendente a scopo di incoraggiamento per le persone immerse in situazioni di vita disagevoli.