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    Dol's Magazine
    Home»Salute e benessere»Nutrizione»Fegato grasso? No grazie
    Nutrizione

    Fegato grasso? No grazie

    Elisabetta RaveraBy Elisabetta Ravera26/10/2020Updated:26/10/2020Nessun commento3 Mins Read
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    pancetta
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    E’ da temere il cosiddetto fegato grasso  spesso segnalato nel corso di una ecografia addominale. 

    Tutti siamo preoccupati del grasso che cresce sul nostro addome o cosce, ma nessuno mostra preoccupazione se i depositi adiposi aumentano tra i nostri organi interni, avvolgendoli in un abbraccio molto pericoloso. In particolare è da temere il cosiddetto fegato grasso , spesso segnalato nel corso di una ecografia addominale e rilevato grazie ad una immagine iper – riflettente che è la spia che i depositi lipidici si sono fatti strada anche attraverso gli spazi tra le cellule epatiche.

    fegato-grassoPerché non è da sottovalutare? Il nostro fegato è un potente organo che esplica un sacco di funzioni metaboliche e di disintossicazione. Molti farmaci subiscono una degradazione proprio a livello epatico,  il colesterolo e i trigliceridi vengono  prodotti qui dalle operose cellule che compongono questo organo.  Ma non è finita, nel fegato si produce la bile che è indispensabile per il metabolismo dei cibi e la loro trasformazione in energia, molti ormoni sono sintetizzati qui, nel fegato si deposita il glicogeno fonte importante di energia per tutti i nostri muscoli e il cuore, il ferro e la vitamina B12. Il fegato è però suscettibile agli stress causati dalle infezioni virali, il consumo di alcol, il fumo e farmaci o droghe, ma è anche sensibile agli stravizi alimentari che causano una infiammazione cronica con lesione e distruzione delle cellule epatiche. 

    Quando il girovita si allarga e compare una più o meno prominente pancetta, è segno che qualcosa non va e che il nostro fegato sta soffrendo.  Le cellule che lo compongono per essere in buona salute dovrebbero contenere solo il 5% di grasso, ma si può arrivare ad osservare infarcimenti sempre più grandi fino al 70-80%. Questo si traduce in una riduzione della efficienza di questo organo, fino a quando il poverino alza la bandiera bianca: senza fegato non si può vivere e chi ha una insufficienza epatica è fortemente a rischio di morte.

    Chi è quindi da tenere sotto controllo? Gli obesi, i diabetici, coloro che hanno una dieta ipercalorica , ricca in zuccheri semplici e grassi malsani, con scarsa attività fisica. Il fegato malato condiziona anche la funzionalità dei vasi, del cuore e del cervello, con rischio di infarti cardiaci o cerebrali. 

    E’ quindi opportuno un occhio al girovita che per essere sano non dovrebbe superare i 94 cm negli uomini e gli 80 cm nelle donne, da allarme rosso se sale a 102 cm e 88 cm rispettivamente nell’uomo e nella donna, chi ha questi valori ha già probabilmente una sindrome metabolica, anticamera del diabete e una aumentata resistenza all’insulina.

    Cosa fare per evitare che i buoi scappino del tutto? Evitare diete incongrue ma aumentare l’ingestione di verdura e anche di frutta, di cereali integrali, riducendo i cibi spazzatura, i grassi trans, come i fritti e soffritti o i grassi saturi di origine animale, il consumo di superalcolici e alcolici. Aumentare invece lo sport o fare una salutare camminata. 

    Tutto qui, un piccolo prezzo da pagare per avere un fegato sano, una vita in salute e perché no?  un fisico più asciutto e scattante.

    fegato pancetta
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    Elisabetta Ravera
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    Elisabetta Ravera medico chirurgo, specialista in nutrizione clinica e dietetica, naturopata. Ha gestito l'unità di supporto nutrizionale all'Istituto Tumori di Milano, successivamente si è dedicata alla ricerca clinica. e attualmente esercita la libera professione nell'ambito dietologico-nutrizionale a Cogoleto, nella Riviera Ligure di Ponente e a Genova. Collabora con la rivista "L'Altra Medicina" e ha un suo sito internet www.nutrizionearmonia.it.

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Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

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Con Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Massimiliano Bruno e Claudia Gerini

Siamo in una cittadina, un po’ disastrata, del Sud Italia. La squadra di calcio locale naviga in pessime acque, finché succede qualcosa in grado di mutare le sorti della città e del team. Arriva infatti, da Milano, un grandissimo calciatore straniero. L’incontro di due realtà così lontane sarà il detonatore di grandi cambiamenti, a tutti i livelli.

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Le Assaggiatrici di Silvio Soldini è un triller. Sarebbe piaciuto ad Alfred Hitchcock, è nel suo stile.
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