Fegato grasso? No grazie

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E’ da temere il cosiddetto fegato grasso  spesso segnalato nel corso di una ecografia addominale. 

Tutti siamo preoccupati del grasso che cresce sul nostro addome o cosce, ma nessuno mostra preoccupazione se i depositi adiposi aumentano tra i nostri organi interni, avvolgendoli in un abbraccio molto pericoloso. In particolare è da temere il cosiddetto fegato grasso , spesso segnalato nel corso di una ecografia addominale e rilevato grazie ad una immagine iper – riflettente che è la spia che i depositi lipidici si sono fatti strada anche attraverso gli spazi tra le cellule epatiche.

fegato-grassoPerché non è da sottovalutare? Il nostro fegato è un potente organo che esplica un sacco di funzioni metaboliche e di disintossicazione. Molti farmaci subiscono una degradazione proprio a livello epatico,  il colesterolo e i trigliceridi vengono  prodotti qui dalle operose cellule che compongono questo organo.  Ma non è finita, nel fegato si produce la bile che è indispensabile per il metabolismo dei cibi e la loro trasformazione in energia, molti ormoni sono sintetizzati qui, nel fegato si deposita il glicogeno fonte importante di energia per tutti i nostri muscoli e il cuore, il ferro e la vitamina B12. Il fegato è però suscettibile agli stress causati dalle infezioni virali, il consumo di alcol, il fumo e farmaci o droghe, ma è anche sensibile agli stravizi alimentari che causano una infiammazione cronica con lesione e distruzione delle cellule epatiche. 

Quando il girovita si allarga e compare una più o meno prominente pancetta, è segno che qualcosa non va e che il nostro fegato sta soffrendo.  Le cellule che lo compongono per essere in buona salute dovrebbero contenere solo il 5% di grasso, ma si può arrivare ad osservare infarcimenti sempre più grandi fino al 70-80%. Questo si traduce in una riduzione della efficienza di questo organo, fino a quando il poverino alza la bandiera bianca: senza fegato non si può vivere e chi ha una insufficienza epatica è fortemente a rischio di morte.

Chi è quindi da tenere sotto controllo? Gli obesi, i diabetici, coloro che hanno una dieta ipercalorica , ricca in zuccheri semplici e grassi malsani, con scarsa attività fisica. Il fegato malato condiziona anche la funzionalità dei vasi, del cuore e del cervello, con rischio di infarti cardiaci o cerebrali. 

E’ quindi opportuno un occhio al girovita che per essere sano non dovrebbe superare i 94 cm negli uomini e gli 80 cm nelle donne, da allarme rosso se sale a 102 cm e 88 cm rispettivamente nell’uomo e nella donna, chi ha questi valori ha già probabilmente una sindrome metabolica, anticamera del diabete e una aumentata resistenza all’insulina.

Cosa fare per evitare che i buoi scappino del tutto? Evitare diete incongrue ma aumentare l’ingestione di verdura e anche di frutta, di cereali integrali, riducendo i cibi spazzatura, i grassi trans, come i fritti e soffritti o i grassi saturi di origine animale, il consumo di superalcolici e alcolici. Aumentare invece lo sport o fare una salutare camminata. 

Tutto qui, un piccolo prezzo da pagare per avere un fegato sano, una vita in salute e perché no?  un fisico più asciutto e scattante.

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Profilo Autore

Elisabetta Ravera

Elisabetta Ravera medico chirurgo, specialista in nutrizione clinica e dietetica, naturopata. Ha gestito l'unità di supporto nutrizionale all'Istituto Tumori di Milano, successivamente si è dedicata alla ricerca clinica. e attualmente esercita la libera professione nell'ambito dietologico-nutrizionale a Cogoleto, nella Riviera Ligure di Ponente e a Genova. Collabora con la rivista "L'Altra Medicina" e ha un suo sito internet www.nutrizionearmonia.it.

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