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    Home»"D" come Donna»Così fan tutte
    "D" come Donna

    Così fan tutte

    Cinzia FiccoBy Cinzia Ficco31/08/2013Updated:16/07/2014Nessun commento6 Mins Read
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    arte-di-sedurre
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    L’arte di farsi desiderare è sempre più “rosa”. Il gentil sesso la esercita anche al lavoro e con gli amici.

    Sedurre. In senso letterale separare e condurre.

    Per Lucrezia Cavallo, psicologa pugliese, è la capacità di imbrigliare la mente. E’ un’arte, slegata dal concetto estetico di bellezza, che si può perfezionare attraverso una conoscenza profonda di se stessi. E che è sempre più “rosa”.
    “Ma- aggiunge l’esperta- chi può dire esattamente cosa sia?”

    Dottoressa, allora, è difficile spiegare cosa sia la seduzione?
    “Proprio così. Potrebbe essere uno sguardo, un sorriso indefinibile, il tono della voce, un certo modo di camminare o muovere le mani. Piccoli segnali, capaci, però, di calamitare l’attenzione, emozionare, far nascere l’attrazione, il desiderio.

    Lei dice che la seduzione non è legata al concetto estetico di bellezza. In che senso?
    Prescinde da questo: basta guardarsi intorno e vedere per strada ragazze stupende con tipi del tutto normali all’apparenza, per non dire mediocri. Essendo una abilità personale, ciascuno a modo suo è seducente. Come tutte le arti può essere perfezionata e quindi senz’altro una buona conoscenza di se stessi aiuta. La seduzione è allora un comportamento comune a tutti, eppure così sfuggente. L’essenza della seduzione è una buona comunicazione e un buon comunicatore capisce e rispetta il modello del mondo di una altra persona . Come sostiene Andrea Ballerini: “Ciò che attira verso l’altro è ritrovare le stesse emozioni, gli stessi desideri, riconoscersi simili, identificarsi. Stati d’animo che portano inevitabilmente all’attrazione.

    Cosa succede quando si cerca di sedurre qualcuno?
    Lo spazio della seduzione è lo spazio del segreto, di quello che viene mostrato, ma non nella sua interezza. Quando lo sguardo tra due persone accende il gioco della seduzione, si crea una corrente emotiva, nella quale non c’è niente di certo, se non che è successo qualcosa, non corrispondente a regole codificabili. Sedurre significa giocare con l’intelligenza. La seduzione è fatta di mistero, attesa, desiderio ed aspettative, è fatta di non detti, sottointesi, allusioni e ammiccamenti, di tempi. L’attesa senz’altro aumenta il desiderio. La seduzione è la capacità di imbrigliare la mente. E’ il desiderio di piacere, la capacità di suscitare l’attenzione degli altri che si realizza con il corpo, la psiche, il linguaggio, i gesti, lo sguardo.

    Quanto influiscono i modelli proposti dai media?
    La seduzione va vissuta in modo libero, senza farsi condizionare da modelli prestampati, proposti dai media, perchè si corre il rischio di perdere la propria individualità. Bisogna pensare a chi si è veramente, a quali sono i propri obiettivi, desideri, a ciò che ci piace fare. Insomma, conoscere meglio se stessi, e utilizzando le tecniche della comunicazione. Solo così si arriva a creare una immagine congruente con chi si è realmente, senza creare un personaggio. E’ sempre meglio essere apprezzati per chi si è, e non per come ci si presenta. Secondo Abraham per colpire qualcuno dobbiamo scoprire il nostro punto di forza e metterlo in evidenza. Non è semplice, ma non è neppure impossibile. Il vero segreto della seduzione sta allora nel giusto equilibrio tra mente e corpo.

    La seduzione fa riferimento solo alla sfera sessuale? E come cambiano le modalità per sedurre nel tempo?
    Non fa riferimento solo all’ambito sessuale, ma potrebbe essere intesa come un meccanismo che prende forma in qualsiasi rapporto interpersonale e produce nelle varie epoche e culture stili e rituali particolari. Giacomo Dacquino infatti sostiene nel suo libro che “ la seduzione è il terreno più fertile sul quale si sviluppano le relazioni affettive”.

    Che differenza c’è tra la seduzione esercitata dalla donna e quella dell’uomo?
    Se andiamo a guardare la storia dell’uomo e della donna possiamo scorgere una seduzione più attiva nell’uomo e più passiva nella donna. La donna quando parla di seduzione usa dei toni più sfumati, poco diretti e di solito orientati verso connotati emotivi e mentali, prima che erotici. La donna vive il silenzio, l’attesa e il sottile piacere collegato a questo comportamento. L’immaginario gioca un ruolo potente nella seduzione femminile e coinvolge in modo intenso la donna attraverso fantasie e simbolismi. Il tempo, l’attesa, l’ascolto sono tutte realtà interne, personali, intime e sembrano ben descrivere l’approccio femminile alla seduzione, sia in veste attiva che passiva. Al contrario, l’uomo sembra privilegiare l’agito, il fare, il dire. Nella donna la ciclicità, legata anche a fattori squisitamente biologici, sembra condurre e ricondurre le cose all’interno di un meccanismo immutabile ed identico a sé. Nell’uomo il ritmo sembra, invece, giocare una parte preponderante nel gioco seduttivo. Maschio e femmina hanno come comportamento naturale la seduzione, ma è solo vivendone le differenze intrinseche che potranno goderne pienamente ed ottenerne il massimo”.

    Chi seduce di più tra i due?
    “Oggi l’uomo perde terreno nell’arte seduttiva a favore della donna. ‘E’ proprio la seduzione di massa femminile il fenomeno nuovo’, spiega Vera Slepoj, psicologa. “Non che le donne non conoscano quest’ arte. Basti pensare alle geishe e cortigiane della Roma antica e delle corti medioevali. Ma la differenza è che oggi vi si dedicano tutte. E una volta imparata la tecnica, la utilizzano anche sul lavoro o nell’amicizia.

    La seduzione può trasformarsi in una patologia?
    Se il raggiungimento dell’altro, scopo della seduzione, fa perdere di vista la propria individualità, la propria personalità, i propri valori, si finisce senz’altro con l’arrecare dei danni psicologici e non solo, per chi ne è vittima. I malati di seduzione esistono. Basti pensare agli eterni Don Giovanni…

    Chi sono?
    Coloro che vivono una serie di relazioni passeggere e superficiali senza innamorarsi mai. Sono mossi solo dal desiderio di sedurre. Per la maggior parte degli uomini il dongiovannismo é una fase temporanea, che si dilegua non appena trovano la donna giusta. Per alcuni, invece, diventa uno stile di vita e può rappresentare una difesa contro vulnerabilità e debolezza.

    Il Don Giovanni non si apre per timore di ferire o perché desidera sbarazzarsi presto della donna che seduce. Una lunga serie di avventure amorose gli conferisce, inoltre, sicurezza ed allontana eventuali paure di restare solo o di essere abbandonato, poiché, se egli perde una donna, questa non é indispensabile, ma rapidamente sostituibile. Si tratta di un individuo che conosce alla perfezione l’arte della seduzione, campione di performances sessuali, ma che non ha raggiunto una maturità personale, emotiva e psicologica.

    Allora, sono infantili gli “sciupafemmine?
    Dietro queste persone si nasconde quasi sempre un individuo insicuro, che trova la sua identità (e stima di sé) solo attraverso le conferme che gli vengono fornite dal successo della conquista.
    Il Don Giovanni ama in sostanza solo se stesso e cerca nella sua preda una conferma del suo potere.
    Vi sono donne, però, che impazziscono per questo tipo di uomini. Spesso queste donne sono tendenzialmente masochiste e affette da una sorta di «delirio di onnipotenza», convinte che soltanto loro sapranno accendere il vero amore di questi uomini e che soltanto loro riusciranno a «cambiarli». Il «mascalzone» stimola in queste donne curiosità ed una certa tendenza all’avventura molto di più di un tranquillo uomo affettuoso, in grado di dare sicurezza, ma poche emozioni forti.

    Leggi anche:

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    Interviste scherzose

    seduzione uomo donna
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    Cinzia Ficco
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    Pugliese, classe ‘69, laureata in Scienze politiche, giornalista pubblicista, è responsabile del magazine www.tipitosti.it, il blog di chi non molla. Sposata, ha una bambina che si chiama Greta, si diverte a scrivere per lei racconti. Ha pubblicato Josuè e il filo della vita, Il re dalle calze puzzolenti, Tina e la Clessidra, con la casa editrice Edigiò. L’ultimo è Mimosa nel regno di sottosopra, pubblicato da Intermedia.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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