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    Home»Pari opportunità»donne e filosofia»I Saperi e le pratiche delle donne nel segno di Carla Lonzi
    donne e filosofia

    I Saperi e le pratiche delle donne nel segno di Carla Lonzi

    Luciano AnelliBy Luciano Anelli28/01/2013Updated:13/03/2017Nessun commento6 Mins Read
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    Carla Lonzi (Firenze 1931-Milano 1982), filosofa, capace di abbandonare il suo lavoro di affermata critica d’arte, per dedicarsi totalmente all’impegno femminista, dando poi vita al Movimento milanese “Rivolta femminile” e al Manifesto del 1972, una delle grandi figure rimosse della cultura contemporanea, non solo femminile. Si può dire che Carla Lonzi è la radice di tutto il femminismo

    Il Centro di Documentazione e Cultura delle Donne di Bari (CDC Donne), nato nel gennaio del 1987 per sollecitare il cambiamento ideale e culturale delle donne a partire dalla pratica delle differenze, lo scorso hanno ha ideato il Festival dei Saperi e delle pratiche delle donne.La prima edizione si è svolta nel segno di Ipazia; quest’anno, alla seconda edizione, continua, dal 16 gennaio al 22 febbraio, nel segno di Carla Lonzi (Firenze 1931-Milano 1982), filosofa, capace di abbandonare il suo lavoro di affermata critica d’arte, per dedicarsi totalmente all’impegno femminista, dando poi vita al Movimento milanese “Rivolta femminile” e al Manifesto del 1972, una delle grandi figure rimosse della cultura contemporanea, non solo femminile. Si può dire che Carla Lonzi è la radice di tutto il femminismo.

    Negli anni Settanta, abbandonato il mondo dell’arte, troppo maschile e perché l’artista non aumenta la creatività altrui, si è dedicata interamente al femminismo, diventandone un caposaldo non soltanto per il pensiero italiano; ha scritto testi rivoluzionari che hanno messo in discussione l’orizzonte culturale del discorso dominante. Negli ultimi anni, però, di lei non si è quasi mai parlato”. Con “Sputiamo su Hegel” (L’uguaglianza è una forma di diritto, la differenza è una forma esistenziale), “Taci, anzi parla”( Il potere non va conquistato, ma scarnificato nei suoi pilastri strutturali), “Vai pure”(No alla laboriosità sussidiaria al maschile, passaggio dal pubblico al privato), “Donna clitoridea e donna vaginale”(Distinzione fra donna per se e donna per l’uomo), ha introdotto il pensiero della differenza, la pratica del ‘partire da sé‘ e della relazione, il tema dell’autenticità, intesa come esperienza totalizzante”.

    Carla Lonzi riteneva che fosse arrivato il tempo di riscattarsi : “Credeva che fosse arrivato il tempo di riscattarsi dal patriarcato e che non fosse necessario cercare un’uguaglianza con gli uomini, ma perseguire una diversità”.“Donna è bello” . “La Donna è altro”, non si tratta solo di una diversità biologica, ma di un diverso sentire il mondo. Diceva “Io non sono creativa, sono l’umanità”. La sua teoria era basata sull’ascolto dell’altro. La politica, per lei, era creazione di altro, di un’altra dimensione.La prima giornata, il 16 gennaio, dopo i saluti di Silvia Godelli (Assessora Regionale al Mediterraneo) e l’intervento di Grazia Distaso (Centro Interdipartimentale Studi Culturedi Genere), per il CdCDonne è intervenuta Gemma Pizzolla.A seguire è stato proiettato il video-documentario su Carla Lonzi: “ALZARE IL CIELO” di Loredana Rotondo, regia di G. Mazzini, pieno di vita vissuta delle sue amiche di “Rivolta femminile” ed altre con la sua esperienza. La mattinata è proseguita con gli interventi di Loredana Rotondo (autrice RAI), che ha illustrato il perché del video ed il suo rapporto con Carla Lonzi, e Laura Iamurri (UNIRoma 3), introdotte dalla Presidente di CDC Donne , Antonella Masi.Il pomeriggio si è aperto con la lettura di alcuni brani del “Manifesto di Rivolta femminile” del 1970, letto dalle Donne del CDCDonne, per proseguire con Ida Dominianni (giornalista e scrittrice) e Federica Giardini (filosofa di UniRoma3, già intervenuta al Festival dello scorso anno) che hanno dialogato con Antonella Masi e Francesca Romana Recchia Luciani (filosofa ed ideatrice dell’evento). Durante tutto il Festival viene proiettato il Festival Trailer “Mettiamoci la faccia” a cura di Nole Biz.

    Dopo questo incontro inaugurale, il Festival è proseguito il 23 gennaio, giorno in cui sono iniziati i seminari di approfondimenti che toccheranno, fino al 22 febbraio, i temi de la cura, il lavoro, il diritto, la pedagogia, intervallati e seguiti da altri avvenimenti teatrali e letterari.
    Il seminario su LA CURA ha visto dialogare con Annalisa Taronna e Rossella Traversa, del CDC Donne, Mario Chiechi, ginecologo di Bari, Salvatore Deiana, ricercatore universitario, Settore scientifico-disciplinare: M-PED/01 Pedagogia Generale e Sociale, Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi di Cagliari, e Simona Marino docente di Filosofia morale e del Dottorato Interpolo in Studi di Genere presso il Dipartimento di Teorie e Metodi delle Scienze Umane e Sociali (TeoMeSUS) dell’Università di Napoli “Federico II”. Esperta di filosofia femminista e di differenza di genere ha realizzato in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità ministeriale, il Progetto “Sentimenti Differenti: Etica dei Sentimenti ed educazione ai sentimenti” finalizzato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. È fondatrice della rivista «La Camera Blu. Rivista del Dottorato in Studi di Genere» e direttrice della collana di narrativa e scrittura femminile della casa editrice Filema.

    Carla Lonzi che è stata la prima in Italia ad avere liberato il femminismo dall’illusione paritaria, diffondendo le pratiche dell’autocoscienza e della relazione fra donne e scoprendo il valore della “differenza”.
    L’incontro è partito dal lavoro di Carla Lenzi “La donna clitoridea e la donna vaginale” (Milano 1971) “La donna clitoridea non ha da offrire all’uomo niente di essenziale, e non si aspetta niente di essenziale da lui. Non aspira al matriarcato, ma chiede carezze, non eroismi; vuole dare carezze, non assoluzione e adorazione. Tutti gli ingredienti vengono mescolati e la donna ne assume per quanto riguarda la costituzione della sua persona e non per quanto le è destinato dal patriarca nell’appartenenza al sesso.”

    Chiechi ha affrontato l’aspetto della cura dal punto di vista medico e nel curare dal dolore, ricordando le influenze dei diversi generi nell’affrontare l’evento delle nascite, come nella definizione di feto e del momento della nascita ! “La contraccezione ormonale ha rappresentato non soltanto un cambiamento radicale nel comportamento femminile, dissociando la sessualità dalla riproduzione e mettendo così in crisi il tradizionale rapporto uomo-donna; ha determinato anche una crisi del rapporto medico-paziente”.
    Deiana ha illustrato il cammino effettuato nel gruppo Maschile Plurale, per la ridefinizione, ristrutturazione, dell’essere uomini in un nuovo contesto paritario.
    Simona Marino è partita dall’asserzione che amore è dare qualcosa che non si ha a chi non si aspetta di averlo , per poi percorrere il tragitto tracciato da Carla dall’idea di partire da sé, non solo per parlare delle proprie esperienze, per approdare al “combaciare con se stessa”, espressione cara a Carla Lonzi . Cura verso gli altri, ma cura verso se stessi per essere sempre veri con sé. Inoltre, ha tracciato la differenza fra servizi di cura e “cura”. Normalmente i servizi di cura sono legati da rapporti economici o comunque creano dipendenza con un rapporto di dominanza, mentre la “Cura” intesa nella Cultura femminile è l’amore verso l’altro e l’attenzione per la vita dell’altro incondizionatamente e senza un ritorno, tipica delle donne, delle madri.

    Il 6 febbraio, seguirà il secondo seminario sul tema de “Il Lavoro”.
    Il Festival è stato Ideato ed Organizzato da Francesca Romana Recchia Luciani, Antonella Masi e Anna De Giosa.
    Il Comitato promotore è composto da Elia Agresta, Valentina D’Elia, Chiara Divella, Lea Durante,Rosa Gallelli, Giusi Giannelli, Michela Labriola, Gabriella Morisco, Gemma Pizzolla, Bianca Sallustio, annarita Taronna, Rossella Traversa, Clarissa Veronico.
    Tutte presenti, mettendoci la propria faccia, nel Trailer del Festival curato da Nole Biz.
    La grafica è stata curata da Letizia Guglielmi.

    Carla Lonzi
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    luciano anelli
    Luciano Anelli
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    Nato a Bari, nel 1947, Laureato in Ingegneria trasporti, dopo 11 anni trascorsi a Roma a progettare e costruire Aeroporti in tutta Italia per conto del Ministero dei Trasporti, si è lanciato nell’avventura gestionale in Puglia, costituendo la Società di Gestione aeroportuale. Dopo 9 anni trascorsi come Direttore Generale della SEAP-SpA, passa a fare il Libero professionista, consulente nel settore aeroportuale. Si inserisce nella Federmanager, Federazione dei dirigenti di aziende industriali, diventando Segretario della sede di Bari, consigliere nell’Unione Regionale, e qui anche come Direttore della rivista “Dirigenti in Puglia. La sua nuova propensione è nel campo delle Pari Opportunità. ha anche iniziato un’attività di tutoraggio, mentore e couching per neo imprenditrici e dirigenti donne, caratterizzando anche la rivista che cura nella valorizzazione del lavoro di vertice al femminile nella diversità di genere e creando una vera rete di donne impegnate.

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Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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