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    Home»Costume e società»Cultura»ARTEDIPARTE. ARCHIVISSIMA DELLE DONNE
    Cultura

    ARTEDIPARTE. ARCHIVISSIMA DELLE DONNE

    loredana mettaBy loredana metta23/06/2020Updated:23/06/2020Nessun commento5 Mins Read
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    Essere donna è il risultato di una storia…

    Davvero una chicca degna di Dol’s e di voi, care lettrici e cari lettori: alla manifestazione torinese Archivissima, quest’anno realizzata in forma digitale fra l’8 e l’11 giugno, hanno partecipato oltre 150 archivi pubblici e privati italiani, che hanno dedicato la loro attenzione alle donne. Ogni archivio, attraverso una testimonial, fra cui Vladimir Luxurya, oggi direttrice del Lovers Film Festival presso il Museo nazionale del cinema di Torino, ha mostrato una figura femminile e la sua opera o uno spaccato storico dell’esistenza delle donne o ancora un esempio di spazio espressivo femminile, come nel caso di Michela Murgia con il mondo poetico femminile in lingua sarda.

    Restano sul loro sito, che troverete in calce, podcast e video a testimonianza di un’inedita sfida, raccolta dagli archivi, a rinnovarsi e comunicare con efficacia, raccontando storie che mettono al centro la vita e le esperienze delle donne. Non più luoghi polverosi, burocratici e poco attraenti, gli archivi sono scrigni di storie ancora da raccontare. Non solo strumenti di conoscenza storica, ma grembi fascinosi di casi avvincenti e veri, che attendono solo l’interesse di qualcuno o di qualcuna per risvegliarsi e rivivere.

    Un esempio struggente, che vi suggerisco, è la storia di una donna processata per stregoneria nel 1528. È Bellezza Orsini. La storia è raccontata da Michele Di Sivo in un libro del 2016, Bellezza Orsini. La costruzione di una strega (1528), che include l’edizione integrale degli atti del processo, conservati nell’Archivio di Stato di Roma, e la memoria scritta dalla protagonista, che consegna a un quadernetto i suoi pensieri negli ultimi giorni di vita.

    Archivissima ci porta a compulsare, fra gli altri, gli archivi di Intesa Sanpaolo, per scoprire le vicende delle prime donne italiane a lavorare in banca, all’inizio temporaneamente e solo a causa degli avvenimenti bellici. Erano chiamate “signorine”. Delle signorine, “graziose e gentili” che, convenientemente in lungo grembiule nero, lavorano – per carità “senza rossetti, belletti e laccature” – apprendiamo dalla voce di Eliana Liotta.

    La scrittrice docente alla Scuola Holden di Torino, Francesca Manfredi, dall’archivio della Lavazza, costruisce nessi fra le donne e il caffè, bevanda del diavolo, come la definì Clemente VII, che ne era però consumatore entusiasta. Caffè che nel XVII secolo le donne potevano preparare, ma non bere. L’epoca, che indubitabilmente vide frequenti e golose trasgressioni, è testimoniata dalla celebre e deliziosa Cantata profana BWV 211 di Bach, detta appunto “Cantata del caffè”, che celebra le ragazze che amano la bevanda peperina più di ogni altra.

    Tra gli spot pubblicitari della Lavazza, quelli di Caballero e Carmencita mostrano i cambiamenti avvenuti nel costume del nostro Paese; interessanti poi i calendari, fatti realizzare a partire dal 1993, che non solo mostrano immagini vivaci della femminilità nel suo evolversi nel tempo, ma sono stati realizzati anche da famose fotografe contemporanee e contribuiscono a smantellare i più fastidiosi stereotipi nella rappresentazione femminile. Merita davvero un salto il Museo della Lavazza, produttrice fra le più importanti d’Italia, curato in particolar modo dalle tre attuali componenti femminili del suo Consiglio d’amministrazione.

    Questo il sito:

    https://www.lavazza.it/it/museo-lavazza.html

    Sapevate che fino al 1970 le persone transessuali potevano essere mandate al confino come i mafiosi? Ce lo ricorda il contributo, molto ricco e interessante di Cathy La Torre. Racconta la lotta per la conquista dei diritti delle persone trans in Italia, che fa perno sulla legge 164/1982, con primo firmatario Franco De Cataldo, attraverso le news. Giornali e notiziari dimostrano un approccio imperniato sulla cronaca scandalistica e giudiziaria, più che sulla testimonianza del coraggio e della combattività delle protagoniste contro la repressione poliziesca del diritto al rispetto da parte di tutti e di tutte e a una normale vita quotidiana, garantita per esempio dalla possibilità di rettificare il nome sul proprio documento d’identità, dopo aver di fatto mutato, naturalmente ricorrendo a interventi chirurgici fatti all’estero, la propria identità e condizione di vita.

    Concludiamo con Michela Murgia nel suo appassionato intervento per la valorizzazione del patrimonio linguistico e della tradizione della sua terra d’origine, che coraggiosamente testimonia la dolorosa “amputazione ontologica” subita dalle donne e la marginalizzazione delle loro espressioni, relegate a spazi di narrazione privata, a piccoli circoli domestici, eppure capaci di arrivare fino a noi a rappresentare il contraltare della verità ufficiale avvalorata dagli archivi, il termine relazionale contrapposto a quello documentale, rappresentato dai molteplici materiali considerati degni di essere conservati, che danno voce, tuttavia, soltanto a chi, dominando socialmente, è legittimato a trasmettere la propria visione del passato. Due sono gli spazi narrativi delle donne nella tradizione sarda – dice Michela Murgia – che danno vita a filoni distinti, denominati a partire proprio dagli spazi domestici che occupano: racconti del focolare e racconti della soglia. Di solito sedute a svolgere i lavori più noiosi e ripetitivi sulla soglia delle loro case, le donne danno vita a un repertorio espressivo, che ancora una volta si presenta come polo negativo contrastante con i più famosi cicli poetici maschili come il ciclo carolingio.

    Questa tipologia di racconti, spesso cantati e ritmati poeticamente, che si pone in alternativa alla voce dell’ufficialità letteraria, rappresenta un luogo di confine. Abitate dai racconti e voci femminili, queste soglie potrebbero essere viste come limiti da varcare, oltrepassare. Ma mi piace pensare che siano passaggi, da vivere con nostalgia e amore che, raccordando spazi intimi e nascosti ad ambiti collettivi e ufficiali, siano l’instrado di un’epoca di armonia e floridezza da infuturare.

    E voi, amiche e amici, che archivi frequentate? Quali memorie vorreste conservare o riordinare?

    Senz’altro da visitare, ecco la pagina di archivissima.it 

     

    archivissima torino
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    loredana metta

    Loredana è una che da tutta la vita si ostina a definirsi musicista e lo è, o meglio, continua a desiderare di diventarlo con tutte le sue forze. Ama insegnare musica, nonostante i diplomi di Conservatorio e i numerosi corsi di specializzazione. Perché fare musica è trovare una via alla conoscenza di sé e il pianoforte è una palestra per la relazione con se stesse, con gli altri e le altre… Insegna Pratica e lettura pianistica al Conservatorio di Vicenza. La sua più grande emozione: vedere due mani inesperte toccare il pianoforte per la prima volta. Vive a Milano, con 9 piante, che hanno tutte un nome, e un certo numero di pupazzi, fra cui Fabio, il suo amato compagno. Adora il cinema, l’arte, la filosofia . É laureata a Bologna in discipline semiotiche.

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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