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    Home»Salute e benessere»PSICOLOGIA»Le sofferenze dell’Io
    PSICOLOGIA

    Le sofferenze dell’Io

    Maria Giovanna FarinaBy Maria Giovanna Farina10/04/2020Updated:10/04/2020Nessun commento3 Mins Read
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    prossemica
    di Daniela Lorusso
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    Il nostro spazio vitale si è assottigliato e la prossemica ne deve tener conto, dal mondo siamo passati in esclusiva alla casa come rifugio contro il male.

    Il male come malattia. La nostra casa assume così ancor di più l’emblema del contenitore protettivo, la casa ci rappresenta e allo stesso tempo ci avvolge difendendoci dal pericolo mentre le altre persone diventano sempre più distanti e possibili portatrici di contagio. Contagiare è un verbo usato anche per dire il bene, quella persona mi contagia con la sua allegria, mentre ora la stessa parola dice solo la malattia che tanto ci fa paura.

    di Daniela Lorusso
    di Daniela Lorusso

    Ma cosa facciamo tutto il giorno dentro la nostra casa? C’è chi ci lavora da sempre, c’è chi per la prima volta ha potuto farlo da casa, c’è chi finalmente vive con pienezza le quattro mura e sperimenta la gradevolezza della tranquillità domestica. Purtroppo quella che stiamo vivendo è una situazione forzata e ciò rende il tutto meno piacevole: non siamo più liberi di avventurarci nel mondo quando e per quanto tempo lo desideriamo e ciò ci pesa. Dobbiamo però uscire da questo percorso stereotipato e liberare le nostre risorse. Come? Comprendendo che la “prigione” in cui siamo, oltre a difenderci dalla pandemia, ci dà la possibilità di incontrare quel luogo vitale di noi che è sempre in evoluzione: il nostro Io, quello che la psicoanalisi dalle sue origini ha definito “istanza della consapevolezza”. L’Io non è padrone in casa sua, ci ha insegnato Freud, vive sballottato tra le pulsioni potenti dell’Inconscio e le richieste pressanti del Super Io: vorrebbe vivere appieno le passioni ma non può perché il “censore” glielo impedisce con le sue regole assillanti. Le pulsioni ci fanno desiderare anche ciò che non ci fa bene mentre il Super Io le iene a freno senza pietà. Povero Io, quanto soffre da sempre! Forse solo adesso lo capiamo veramente, ora che fisicamente siamo obbligati alla quarantena perché il Super Io istituzionale (le regole dello Stato) ci impone uno stile di vita che non ci va a genio.

    L’Io però è sempre sopravvissuto alle sciagure e, anche senza rifugiarsi in luoghi difficili come la nevrosi o addirittura patologici come la psicosi, sa trovare il proprio equilibrio; le cicatrici rimangono ma la vita continua, è più forte di tutte le tragedie. Il nostro Io infatti si sta abituando alla quarantena e a vivere a più a stretto contatto con sé stesso. Cosa ne uscirà? Una rinascita, ne sono certa. L’Io ha bisogno di solitudine per recuperare la propria individualità e per liberarsi un po’ dalle eccessive influenze del gruppo. Per dirla come Aristotele, l’uomo è un animale sociale, ma vive bene il gruppo se in mezzo agli altri, aggiungo io, porta un individuo consapevole di ciò che è veramente.

    Lo so che il blocco della socialità ci sta impoverendo e molte persone patiscono la mancanza dei beni indispensabili, ma almeno chi ha la fortuna di poter attendere con una discreta dose di tranquillità economica la ripresa del lavoro, in questi giorni ha la grande occasione per incontrare o ri-incontrare sé stesso. Non lasciamoci sfuggir l’occasione!

    Lo so, vi chiederete come mai alcune persone, troppe, cercano di infrangere le regole e vanno a passeggio ugualmente. Evidentemente hanno un censore indebolito da un’educazione permissiva ed irrispettosa delle regole, un punto su cui riflettere molto seriamente.

    Prossemica Vocale
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    Maria Giovanna Farina
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    Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

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