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    Home»Salute e benessere»PSICOLOGIA»  HA ANCORA SIGNIFICATO PARLARE DI FEDE? 
    PSICOLOGIA

      HA ANCORA SIGNIFICATO PARLARE DI FEDE? 

    Maria Cristina Paselli lifecoachBy Maria Cristina Paselli lifecoach12/03/2025Updated:12/03/20253 commenti7 Mins Read
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    Ogni persona è libera di credere o no, di avere fede o no, c’è la possibilità della negazione per tutti, sta nella libertà dell’uomo poter dire no, non credere in nulla o perdere la fede, non custodirla, non alimentarla e rifiutare la stessa religione acquisita da bambini quando le famiglie educavano alla preghiera quotidiana prima di dormire o la mattina appena svegli.

    Alcuni teologi teorizzano un futuro con la sparizione di ogni religione, quindi la sparizione di ogni fede, ma per contro esistono e sono tante, spesso inspiegabili, le conversioni religiose misteriose quanto convinte e  totali.

    Parlando con un gruppo di laureati in filosofia ho notato che la maggior parte di questi non ha convinzioni precise né cultura religiosa, i più si professano agnostici ed alcuni, pochi, mi hanno detto di credere in un’energia universale che può essere anche identificata con Dio, ma con la quale intrecciano un rapporto totalmente personale, dialogico e non convenzionale quindi non regolato da vincoli, principi o regole di comportamento ufficiali.

    Il cuore delle persone è scandito da misteri differenti per ognuno e se esiste un Dio certamente, nella sua potenza ed intelligenza, sa come parlare ad ogni essere vivente per illuminarne l’esistenza e dargli la forza per resistere agli affanni, affrontando con coraggio le enormi difficoltà di questa vita.

    Ma la fede? Esiste ancora? C’è ancora qualcuno che crede in Dio?

    Un sacerdote cristiano tempo fa legava il concetto di fede al senso di giustizia, diceva che l’una senza l’altra non può esistere quindi se la fede è tramontata sicuramente la nostra società ha visto svanire anche il valore della giustizia perché le diseguaglianze sono sempre più evidenti, la violenza cresce ogni giorno insieme ai soprusi a danno dei più deboli e dei meno tutelati.

    Le persone che si rivolgono al cielo con fiducia, speranza e cuore e che con le loro parole chiedono un aiuto per sé o per i cari, spesso si trovano di fronte al silenzio assordante della mancanza di risposta di Dio.

    Per questo motivo molti, presi da sconforto e delusione, abbandonano la fede, non credono più ci sia la possibilità di una relazione, di un colloquio aperto e soprattutto ascoltato tra uomo e Dio.

    Lo stesso Gesù di Nazareth esortava gli uomini del tempo a chiedere a Dio qualsiasi cosa: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto» (Mt 7, 7-8).

    Ma la promessa è stata mantenuta? Dio ci ascolta o è sordo alle richieste? 

    Allora se Dio non ascolta o ascolta, ma non agisce, quale fiducia si può riporre in un essere potente e intelligente che conosce e vede tutto. ma lascia l’ingiustizia, la violenza e la sopraffazione sui più fragili, le guerre di distruzione e la miseria?

    Dio è veramente un padre amichevole e sollecito per gli uomini? 

    La relazione con Dio potrà mai avere per noi umani un epilogo felice?

    Enzo Bianchi, monaco cristiano e saggista cita: Dio non nega mai a chi chiede col cuore aperto la presenza dello Spirito Santo (cfr. Luca 11,13) ovvero la forza determinante per continuare ad amare e accettare la vita sia pur densa di prove drammatiche e dolorose, la sua presenza attenua l’ansia e la paura del futuro.

    La domanda che ci poniamo allora è questa: può essere sufficiente la forza dello Spirito Santo? 

    E’ questo che ci si aspetta come risposta dell’onnipotente?

    La visione di un Dio indifferente di fronte alle sofferenze e al dolore dell’intera umanità, un Dio che promette e non mantiene rimanda l’idea che non esiste un Dio a cui rivolgersi.

    Questo è uno dei motivi da cui nasce e si crea l’indifferenza religiosa o la totale assenza di una fede. 

    La delusione è figlia dell’illusione e questa mancanza di una spalla sulla quale piangere e appoggiarsi comporta la perdita della fiducia, della possibilità di un aiuto quindi l’inutilità della 

    stessa preghiera che tanta consolazione e speranza porta a chi le si affida come ci dicono i Santi o i monaci che ne fanno un uso quotidiano. La preghiera è anche un modo per dimostrare gratitudine e l’essere grati di quello che si è o si ha è una modalità di contatto con Dio.

    Ma “Il figlio di Dio che girava la Galilea sanando ogni malattia e infermità tra i popoli” (Matteo 4,23) e ascoltava le preghiere di guarigione che gli venivano rivolte dai fedeli dove è finito? 

    E’ lo stesso di allora? O adesso non ascolta più?

    Anche lo stesso Gesù di Nazareth che ha chiesto al padre di risparmiargli il calice amaro non è stato esaudito ed è morto crocifisso quindi che si deve fare per non perdere la spalla, la forza, la speranza quindi la fede?

    Una cara persona che ho avuto il piacere di incontrare è Maria Ilaria, monaca benedettina che vive in clausura da quando era ragazza, riesce ad avere sempre parole di fede e speranza, in ogni occasione e per tutti quelli che l’avvicinano, consigliando loro di continuare a pregare con fede e avere sempre fiducia nell’ascolto di Dio.

    Ha dedicato tutta la sua vita, dopo la laurea in medicina, alla preghiera, si è ritirata volontariamente e ora è madre abbadessa, in un antico convento dove lei e le consorelle, durante la giornata, pregano sette volte al giorno e per molte ore, iniziando alle quattro del mattino.

    La loro preghiera è di lode, di ringraziamento e di intercessione per tutti, è alternata al lavoro per sostenere la casa e per le necessità della comunità. 

    “Ora et labora, con serietà e soavità” mi dice Maria Ilaria.

    E’ una persona particolare che trasmette una serenità insolita e tranquillizzante a chi parla con lei.

    Le ho chiesto come possiamo fare per non perdere la fede e la speranza di poter entrare in contatto con l’onnipotente e soprattutto le ho chiesto quanto può essere determinante pregare.

    Mi dice:

    “Quando pensiamo a Dio lo immaginiamo come una forza che può fare tutto, in realtà Dio può agire solo nell’amore, lasciando all’uomo la più totale libertà di agire”

    “Questa forza è onnipotente, ma nell’amore, non ha preferenze e lascia l’uomo totalmente libero.

    Non è un padrone, ma un padre presente e vigilante e se desideriamo la vera vita dobbiamo percorrere la strada dell’amore e non quella delle richieste personali, Dio sa cosa è bene per ciascuno.

    La preghiera è il nostro abito interiore e se non ci fosse saremmo nudi nel cuore.

    Pregare è un sostegno, una forza, una speranza.

    Dio ha parlato con noi attraverso suo figlio che non ha respinto il dolore, ma l’ha trasfigurato, l’ha offerto e accolto nella convinzione che questa non è la vera vita.

    Pregare serve per unirsi a Dio nella vita eterna e acquistare forza”. 

    Nel silenzio di quelle mura antiche che da oltre settecento anni raccolgono e indirizzano al cielo tante energie comuni di preghiera, appare tutto semplice e possibile.

    In un canto indiano il Mahatma Gandhi ci invita a non desistere mai, a trovare sempre in ogni circostanza la forza per credere e continuare a lottare per la vita nostra e quella degli altri.

    “E se anche non intravedi che campi aridi e sterili

    Ara, uomo, questi campi, non ti riposare

    Il mondo sarà avvolto nelle tenebre, ma

    sarai tu a gettarvi luce

    Anche quando la forza ti abbandona

    Uomo non ti riposare

    Non darti mai al riposo

    Dona ristoro agli altri “

    fede
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    Maria Cristina Paselli lifecoach
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    Specializzata in Scienze d’Azienda, Gestione di Risorse Umane, lavora da tempo nei settori dell’Alta Formazione per Manager, nel Coaching, nella Comunicazione Positiva, Marketing, Creazione di Team Leader, Immagine Personale, Leadership Aziendale e nella Selezione di Personale Hight Level. Collabora con Province e Regioni per Corsi di Avvio e Formazione all’ Imprenditoria . Consulente di Aziende Private ed Enti Pubblici per Attività di Organizzazione, Management, Aggiornamento professionale, Progettazione, Formazione sul Lavoro ed Orientamento. Ha pubblicato testi sulla Formazione, l’Inserimento e il Ricollocamento di donne, adolescenti difficili, adulti e categorie ritenute socialmente deboli. Ha realizzato la sceneggiatura di Performance teatrali al termine di Corsi di Autostima. Ha progettato e diretto Programmi di Prevenzione e Mantenimento del Benessere Psicofisico in Centri di Cura, collaborando con specialisti e terapisti orientali, sia in Veneto che in Toscana.

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    3 commenti

    1. Ricky on 13/03/2025 14:52

      Riflessione profonda e coinvolgente sulla fede, la spiritualità e l’esperienza umana. L’ Ottima autrice, Maria Cristina Paselli, con grande sensibilità, riesce a esplorare temi complessi come la libertà di credere, la sofferenza, l’invocazione a Dio e la ricerca di un senso in un mondo che a volte sembra difficile da comprendere. È evidente la sua capacità di cogliere le contraddizioni e le sfumature della fede, riconoscendo al contempo la forza dell’amore divino come via di speranza e resistenza. Il racconto della monaca Maria Ilaria aggiunge una dimensione di concretezza, mostrando come la preghiera e l’amore possano essere un rifugio anche nei momenti più difficili. Un articolo che invita a riflettere sull’importanza di non perdere mai la speranza e di cercare sempre un legame più profondo con ciò che è veramente essenziale nella nostra vita.

      Reply
    2. Lou on 13/03/2025 16:23

      Nel mondo ci sono più di 3000 religioni diverse con più di 5000 divinità. Ciascuna divinità è considerata dai propri fedeli come la vera e unica, considerando le altre come false ed inopportune. La religione è quasi sempre scelta in base al paese in cui si nasce e all’educazione religiosa impartita. Il credere alla possibilità di vivere in eterno è una delle ragioni che spingono l’essere umano a pensare che esista un universo metafisico in cui andare dopo la morte. Il filosofo L. FEUERBACH cercando di riassumere la storia dell’origine di dio affermava: ” Non è stato dio a CREARE l’uomo, ma è stato l’uomo a CREARE dio…! “

      Reply
    3. Caterina Della Torre on 13/03/2025 21:15

      Mariacristina Paselli (Lifecoach

      Grazie Mariacristina. Ho visto. Bene. Preghiamo che l’articolo porti un buon frutto e che susciti il desiderio di una fede più viva e di preghiera sempre più disinteressata. A presto ( Suor Maria Ilaria )

      Cara Mariacristina ,come affermava,con grande saggezza,il filosofo Feuerbach: “Non è stato Dio a creare l’uomo, ma è stato l’uomo a creare Dio”
      (Lorenzo P)

      L’articolo che ho letto mi è piaciuto molto perché anziché dare delle risposte fa porre a chi legge molte domande e fa pensare ( Benedetta)

      Ciao Mitica Cri, la Fede è un dono. Tanti lo mettono lì da una parte fino a perdere il significato. Chi lo apre capisce alcune cose: Se sei cristiano,a questo5. Ciao Mitica Cri, la Fede è un dono. Tanti lo mettono lì da una parte fino a perdere il significato. Chi lo apre capisce alcune cose: Se sei cristiano,a questo mondo sei già morto e risorto in una nuova realtà e usi di questo mondo,in modo cortese e rispettoso in modo da completare il tuo cammino terreno; le paure e l’abbandono Dio lo ha vissuto in Gesù che offrendo la croce e la sofferenza ha sconfitto il Male ed è risorto ( ci vuole fede) però ci sono testimoni veritieri.. Gli Apostoli per testimoniare hanno donato la loro vita. Si chiede intelligenza, il Libro della Sapienza avverte, che se la vuoi devi essere pronto a soffrire. Forse solo chi soffre veramente nell’intimo capisce la profondità e il valore della vita: La pazienza…che palestra è questo mondo, il punto è che Dio è Fede e Amore Il primo è un dono che si riceve, il secondo è un dono che si dà…gratuitamente. Messi da parte come fa questo mondo non funzionano, ma applicati nella vita ti fanno vedere l’essenza del divino…Amore ,quindi dei comandamenti: Ama Dio E il suo completamento ama il Prossimo come te stesso ( quindi amati per amare). Un abbraccio ( Andrea)

      5. Purtroppo nessuna religione è riuscita ad imporre come principio universale
      l’amore per il prossimo. Senza questo ,ogni altro valore viene a mancare. In questo
      mondo in cui abbiamo ripreso a scannarci ,per la vera fede non vedo speranza. (Alberto)

      6. Bellissimo Doc! Grandi insegnamenti! Complimenti!. Comunque è un percorso interiore! Io credo nell’energia universale Le sorelle si svegliano alle 4 del mattino e pregano sette volte al giorno,per non
      parlare di Gandhi ,io riesco a malapena a spegnere la sveglia e mi giro dall’altra parte e al massimo faccio il segno di croce. Da noi si dice : “Pozza I beh”…Un abbraccio grande, è sempre un piacere leggerla. (Pamela )

      7. Grazie per la profonda lettura e l’invito alla riflessione. Lettura di grande spessore, come sempre (Anna )

      8. L’evoluzione dell’uomo sul pianeta terra lo ha portato a farsi la più enigmatica
      domanda alla quale non ha mai avuto risposta… Chi siamo e da dove veniamo? E’
      a questo punto che l’uomo ha dovuto per forza crearsi una risposta logica alla sua
      esistenza,in assoluta mancanza di risposte scientifiche,ogni popolo esistente sulla
      terra ha trovato l’unica risposta nel mistero di fede in qualsiasi energia,forza che sta
      nell’occulto,in ciò che non si può vedere. Di lì nasce l’esperienza di creare una
      religione,usata ahimè dalle menti più dotte che ha gestito popoli e masse,religione
      che ha condotto i popoli alle guerre e che ha creato potenze e imperi.
      Ma non ci è stata ancora data la risposta sul chi siamo,nemmeno con la conoscenza
      e la scienza attuale nonostante abbia raggiunto livelli altissimi si ferma al dubbio se
      la materia sia stata creata da Dio.
      La cosa, Mariacristina, che ho notato purtroppo nella società attuale è che l’essere
      umano senza una fede o senza qualcosa che lo guida non sa dove andare e della
      libertà non sa cosa farsene ( Massimo )

      9 Carissima Mariacristina condivido il pensiero della monaca benedettina riguardo la libertà dell’uomo e la
      sua possibilità di scegliere se alimentare nell’amore il dialogo con Dio, soprattutto attraverso la preghiera che non è sempre uguale, se metodica può diventare sempre più intima e vera.
      Tuttavia gli uomini affrontano momenti più o meno difficili.
      Questo può far sentire la preghiera come un momento di apparente sterilità emotiva. Anche i Santi hanno spesso sofferto nel buio dell’anima la non presenza di
      Dio,ma nonostante questo non hanno mai smesso di cercare il dialogo con lui. Il chicco caduto a terra non sempre trova il terreno buono per morire e portare frutto
      Nel Castello interiore Santa Teresa d’Avila esprime quanti passaggi sono necessari per arrivare veramente al dialogo intimo con noi stessi che siamo una dimensione in continua evoluzione e da qui poterci esprimere in modo più veritiero con Dio.
      Spesso troviamo difficoltà a rivolgerci a lui con tono confidenziale che si può spiegare dal tipo di rapporto che intendiamo col trascendente.
      Padre buono come quello che abbraccia il figliol prodigo oppure il padre severo che
      punisce. Maria Teresa di Calcutta ha vissuto il buio dell’anima ma si è sempre sentita come la matita nelle mani di Dio.
      Grazie per quello che hai scritto, un carissimo abbraccio. ( Grazia)

      10 Cara Mariacristina
      dall’esempio di Suor Ilaria da te raccontato mi chiedo cosa possa spingere una donna giovane oppure un uomo ad una scelta così drastica. La luce è vita!
      Allora mi chiedo: cosa può dare tanta forza in una vita vissuta al buio, perché non riempire i giorni dell’affetto dei propri cari, di contatti umani e di viste meravigliose che il mondo può regalarci?
      E’ la fede,è la fede che colma e rende piena di luce la vita di queste persone che sacrificano praticamente tutto,ma la fede può essere vissuta in infiniti modi .
      Per esempio un genitore che si prende cura dei figli,un insegnante degli alunni,un medico dei malati.
      AGIRE CON AMORE vuol dire creare un legame tra uomo e Dio appunto una religione. Chi più chi meno silenziosamente oppure in modo attivo nella vita socio relazionale. Anche chi canta in un coro polifonico ,come me,p uò stabilire una relazione soprannaturale con Dio attraverso il canto.
      E’ un momento,per quanto mi riguarda, davvero profondo, ed emozionante che mi
      dà gioia e speranza. (Tiziana )

      10. Cara Cristina…perché quando parliamo di Fede pensiamo solo a Dio al nostro Dio?
      Chi non è nato alle nostre latitudini in altro che viene considerato sempre al soprannaturale…dal Totem alla Dea Kalj… C’è tanta gente che crede che il pensiero di Dio debba essere lasciato al solo giorno della domenica.
      C’è tanta gente che in un mondo così frenetico lascia che il pensiero di Dio sia riservato forse …ben che vada…solo al giorno della domenica perché il tempo per andare in chiesa non c’è.
      Gli impegni dei figli, i rapporti familiari, gli anziani vicino, sai Cristina quando ci si ricorda?
      Quando le cose vanno male, quando si soffre, quando si è in pericolo… Farei un parallelo con l’iniziazione traumatica.
      L’individuo che vive nel suo egoismo,nella sua avidità, nella sua mancanza di altruismo.
      Se improvvisamente gli muore un figlio, questo individuo al quale viene sottratto forse l’unico scopo della sua vita, si rende conto della sua effettiva miseria e inizia a fare del bene, a capire le necessità degli altri…è forse

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