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    Home»Costume e società»Una come noi
    Costume e società

    Una come noi

    DolsBy Dols26/09/2011Updated:26/11/2011Nessun commento4 Mins Read
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    di Simona Martini

    Le mamme della pubblicità sono alla fine cosi’ diverse da noi. Essere donne vere significa sbagliare.

    Prende l’avvio una nuova rubrica dedicata alle donne ”vere” quelle che vivono nella realta’ e non nella ficiton o sulle copertine patinate dei magazine.
    La terra’ Simona Martini, psicologa e psicoterapeuta.
    Questa e’ la prima puntata.

    ”Lunedì mattina. Ore 5.45. Mi sveglio di soprassalto a causa di un urlo proveniente da lontano, ma non troppo. Sembra la stanza in fondo alla casa. Resto con l’orecchio teso, impaurita, tremante. Silenzio… Forse…
    Sì, menomale, mia figlia si è riaddormentata! Posso tornare a dormire.
    Sembrerebbe l’incipit di un romanzo noir, ma altro non è che l’inizio settimana di una mamma. Una mamma felice, s’intende, ma pur sempre una mamma. Che lavora. E fa la spesa. E pulisce casa. E cucina. E gestisce le bollette. Che ogni tanto si lava. E si depila. E si trucca. E va dal parrucchiere. Si taglia le unghie. Addirittura talvolta si mette lo smalto.
    Una vita dura, sacrificata, penserete. Davvero no. Semplicemente diversa da quella che alcuni film e molte pubblicità farebbero pensare. Mamme sempre sorridenti, truccate, pettinate con nugolo di pargoli al seguito al supermercato.

    Potrei divagare e filosofeggiare sul tema, ma decido con fermezza di appropriarmi del catalogo di una nota ditta di arredamento e passare ad esemplificazioni concrete.

    Copertina: mamma supergnocca, sorridente, in posa che abbraccia bimba biondissima, riccissima, bellissima, tranquillissima. Continuo a sfogliare incappando in improbabili foto di minuscoli bambini che giocano con minuscole tazzine seduti composti al tavolo, fratelli e sorelle che condividono lo stesso spazio fisico, papà allegri che invece di andare a lavorare decidono di rimanere a casa a giocare con i propri figli.

    Osservo attonita meravigliose case arredate con colorati cuscini che rimangono miracolosamente nel posto designato almeno per il tempo della foto. Letti fatti. Bagni bianchi pulitissimi. Cassetti in ordine. Tavoli senza polvere. Soprammobili di vetro. Sedie allineate e dulcis in fundo…
    camerette dei bambini in ordine!
    Come Alice nel paese delle meraviglie ormai non distinguo più la realtà dalla fantasia. Credo ciecamente a quella realtà in cui mi sono immersa e platealmente schifata osservo casa mia. Non faccio in tempo a spostare lo sguardo del catalogo ed ecco che i miei occhi incrociano nell’ordine:
    – due costruzione abbandonate
    – divano stropicciato
    – cuscini accartocciati e fuori posto
    – Lala con indosso un calzino di mia figlia
    – Tommy accasciato per terra
    – due tazzine e un piattino rosa sul pavimento
    – Pippo e Topolino sul tavolo da pranzo
    – una paperella buttata per terra
    – la lavatrice da fare
    – i panni da ritirare
    – la cucina da lavare
    – il letto da rifare
    – l’aspirapolvere da passare

    Credo di essere in assoluto la mamma peggiore del mondo. Ho anche notato stamattina, quando ho portato Teresa all’asilo, che aveva le unghie dei piedi un po’ lunghe. E i capelli spettinati. La maglietta .
    Oddio mi sono anche dimenticata di pagare la retta. E guarda come sono conciata io. Da quanto non mi depilo? E i capelli? Uno schifo. Ma mi sono almeno lavata? Non ricordo più niente…

    Donne, mamme, nonne, zie, sorelle, cugine, amiche ascoltatemi: ora sto meglio. Dopo una cura disintossicante strong sono guarita. Riesco a distinguere il reale dall’irreale. Sorrido quando vedo certe pubblicità in cui le mamme sono sempre sorridenti e in ordine e hanno tempo di fare mille cose. Sorrido quando dimentico di portarmi dietro il biberon per mia figlia. Sorrido quando non vuole mangiare quello che le ho preparato e mi dice “Vojo e patatine”. Sorrido quando mia madre mi dice “Ma lo sai che è un angelo tua figlia, come fai a lamentarti, ha anche mangiato le verdure.. Sorrido quando vedo che non lavo la macchina da mesi. Che non so più dove ho messo i body nuovi comperati al mercato. Sorrido dei miei capelli. Delle mie occhiaie. Dei commenti e giudizi degli altri. Sorrido perché so che essere donne vere significa sbagliare. Significa dimenticarsi. Non avere voglia. Arrabbiarsi. Non essere perfette. E, in questo, io sono davvero una donna vera.

    Simona Martini
    Mamma-compagna-figlia-sorella-cugina-nipote-psicologa-psicoterapeuta.

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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