di David Freyne
con Elizabeth Olsen, Miles Teller, Callum Turner, Da’Vune Joy Randolph
nelle sale dal 4 dicembre
Un’apertura di film in cui sembra non possa accadere niente di drammatico: è solo una delle tante feste in famiglia. Invece Larry, il vecchio padre brontolone muore, soffocato da uno snack. E il film si trasforma in qualcosa che ricorda Truman show per la messa in scena di un mondo su misura. Che questa volta non è al servizio degli indici di ascolto ma ha un fine ben più alto (e fantasioso).

Siamo catapultati in una sorta di non luogo, una via di mezzo fra una stazione, un aeroporto e un resort di massa. Una terra di mezzo dove i trapassati (che ci mettono un po’ a rendersi conto della loro condizione) dovranno scegliere dove passare il resto della loro esistenza. Non una cosa da poco, perché si parla di eternità. Le possibilità sono molto simpatiche, ci sono spiagge assolate e ridenti chalet d’alta montagna, ma anche il regno del comunismo perduto, i musei (attenti che osservare un quadro per l’eternità può diventare letale), i casinò e persino luoghi di perdizione sessuale.
Questa prima parte è ricca di spunti e molto allegra anche se tutti quelli che la animano sono defunti. Ci sono poi gli assistenti (uno più svitato dell’altro) che sono più o meno le hostess e gli steward.

Larry, un uomo perbene, sa che la moglie malata terminale lo raggiungerà presto e prega la sua assistente personale di aspettare, perché di una sola cosa è sicuro: vuole passare ogni secondo della sua eternità accanto alla donna che ha amato per tutta la vita. Ma c’è un ma. In attesa, da 67 anni, c’è Luke, il primo marito di Joan, morto in guerra.
Fra l’altro le persone nell’aldilà (sarebbe bello se fosse vero) assumono l’aspetto che avevano nel momento in cui sono stati più felici e i nostri tre protagonisti si ritrovano tutti giovani e belli (sarebbe stato meno credibile parlare d’amore avendo a che fare con tre ottantenni…).

Joan arriva e si trova ad affrontare un bel dilemma: con chi passerà l’eternità? Con Luke o con Larry? E se fosse con ambedue?
Tutte le soluzioni e tutti i contesti più fantasiosi vengono presi in considerazione, ci sono prove generali e concessioni da parte degli assistenti che parteggiano ora per l’uno ora per l’altro.
Nel film, molto natalizio e molto ottimista nonostante il tema, soprattutto molto romantico, si respira l’aria di altri capisaldi del genere, uno per tutti Ghost.
Eternity non è un capolavoro, ma i protagonisti sono simpatici, azzeccati e l’happy end è forse quello che la maggioranza degli spettatori si è augurata.
