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    Home»"D" come Donna»Silvia Casarin Rizzolo – direttore d’orchestra
    "D" come Donna

    Silvia Casarin Rizzolo – direttore d’orchestra

    Maria Giovanna FarinaBy Maria Giovanna Farina30/06/2018Updated:24/01/2019Nessun commento6 Mins Read
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    Silvia Casarin Rizzolo è direttore d’orchestra, una delle quaranta donne al mondo impegnate in questa professione. È stata una piacevole conversazione con una persona di talento e ricca di sensibilità a cui non manca il senso dell’ironia, utile compagna di strada per superare difficoltà e barriere culturali.

    di Maria Giovanna Farina

    Silvia, la musica è una compagna della nostra vita. Come sei giunta alla direzione d’orchestra? È stata una scoperta oppure una passione fin dall’infanzia?

    Maria Giovanna devi sapere che la musica è la nostra compagna, è come la stella del mattino, è la via, la verità e la vita, per noi musicisti è l’ossigeno. La mia prima passione è stata la danza classica e volevo fare la ballerina, però il destino mi ha diretto verso la musica. Ho fatto una brutta caduta con la bicicletta, sono stata ferma per parecchi mesi e in quel periodo ho dovuto sospendere la danza. La mia insegnante di musica, per consolarmi, mi ha invitata a casa sua per qualche lezione di pianoforte dicendo che nei mesi in cui dovevo stare ferma avrei pensato a cosa fare poi. Nel mio cuore c’era sempre la danza. Alla terza lezione l’insegnante mi chiese cosa pensassi del pianoforte ed io risposi che non sarei mai diventata pianista, ma che avrei fatto il direttore d’orchestra. È stata una folgorazione: avevo undici anni ed ho preparato l’esame di ammissione per il Conservatorio, dopo quattro mesi sono entrata e lì è iniziato il mio percorso.

    Essere una delle quaranta donne direttrici d’orchestra credo sia un bella soddisfazione. Hai incontrato da parte dei maschi più ostacoli o più manifestazioni di stima?

    Sono molto orgogliosa di far parte di questa minoranza, di questa élite di pionieri. Credo di essere la più precoce, ho diretto il mio primo concerto a diciotto anni. Dimostrazioni di stima ne ho avute sia da parte di colleghe, cantanti, ma anche da parte di uomini. Mi sono trovata bene con entrambi, mi dispiace che qualche volta sia capitato, con direttori di teatro e con persone importanti con le quali ci si interfaccia per proporsi come artista, il ricatto sessuale. C’è qualcuno che non ha rispetto del tuo talento e del fatto che ti presenti per lavorare. Ringrazio la mia famiglia per l’educazione che mi ha dato e Dio per la forza che mi dà quando succedono queste cose: non mi abbatto, chiudo le porte e cerco chi ha voglia di lavorare solo per l’amore della musica. Se si vuole fare una carriera pulita ci vuole più tempo, ma poi la notte si dorme il sonno dei giusti ed io dormo molto bene!

    Sei molto attiva dal punto di vista musicale contro la violenza sulle donne. Cosa può fare la musica per combattere questa piaga sociale?

    La musica e l’arte hanno capacità di sensibilizzare, la politica può fare molto di più, è lo strumento più importante: può legiferare e combattere attivamente. La cultura, come diceva Nelson Mandela, può cambiare la percezione, il modo di pensare. Per cui ho fondato due anni fa la Chamber Orchestra 4U, è la prima orchestra di beneficenza che fa concerti con un calendario umanitario che crea eventi nelle giornate ONU e UNESCO più importanti per sensibilizzare su alcuni argomenti. Si invita una onlus che tratti quel argomento e si devolve l’incasso all’obiettivo della giornata. Per questo siamo stati invitarti in Regione a Milano e alla Fenice a Venezia. Il nostro compito è sensibilizzare; con i flussi migratori attuali, abbiamo fatto anche un concerto contro le mutilazioni genitali femminili. Purtroppo ci sono medici compiacenti che dietro pagamento di mazzette fanno queste operazioni devastanti anche qui in Italia. Parallelamente alla carriera, conduco questo cammino per me importante.

    Ti definiscono maestro al maschile: è davvero ancora un ostacolo questo uso del linguaggio?

    Maestro, maestra: ogni nome va bene, la cosa che mi fa imbestialire è quando con tre diplomi mi chiamano signora, cosa che con un uomo non accadrebbe mai. Questo vuol dire non riconoscere il percorso, mi piace essere riconosciuta per i titoli che mi sono guadagnata.

    Musica da balletto, un altro aspetto della tua formazione: come vivi l’esperienza della musica unita alla danza classica?

    La musica da balletto è per me adorabile, alcuni miei colleghi direttori d’orchestra la considerano un genere un po’ di serie B, io la ritengo meravigliosa. Basti pensare alla trilogia di Ciaikovskij, a Giselle…dirigere la musica di un balletto è per me è unire i miei due amori. Bisogna però conoscere molto bene la danza perché capire i passi dei ballerini è dirigere la musica tenendo conto dei loro movimenti.

    Sei stata la prima direttrice a dirigere in America che differenza c’è con l’Italia? È più semplice affermarsi?

    L’esperienza in America è stata bellissima, un’accoglienza calorosa, pensa mi hanno fatto un visto per speciali meriti artistici. Oltre ad essere stata la prima donna a dirigere, mi hanno invitata per Butterfy, poi per Tosca e Traviata. Da innamorata cronica della mia nazione e della mia città, Venezia, la vera consacrazione è nel mio Paese ed io ho lottato per non scappare: è molto più facile essere un cervello in fuga che non rimanere e combattere. Sto costruendo dei progetti non solo a Venezia ma in altre città. Se devo andarmene lo faccio di mia iniziativa non perché qualcuno me lo dice: resto, combatto e faccio crescere la mia carriera qui. Se poi mi propongo qualcosa all’estero ci vado, come ho sempre fatto.

    Ed infine: una domanda che non ti hanno mai fatto e alla quale vorresti rispondere.

    Ti voglio far sorridere. Una domanda privata… Non mi sono mai sposata, ma ho rischiato di diventare principessa ben due volte, ho avuto due fidanzatati principi, uno tedesco e un romano,  mi chiedevano entrambi di lasciare la musica per fare la principessa consorte. Maria Giovanna potresti aprire un casting perché in Italia siamo invasi da uomini alfa, alfa super come la lavatrice tripla A. Io ho bisogno di un uomo beta: gentile, non prepotente, non arrogante, che non abbia bisogno di essere adulato anche quando non ha particolari qualità . Un uomo che mi faccia da sostegno, che mi porti le valige, fare cioè quello che le donne hanno fatto da tremila anni… e magari visto che sono bella e anche giovane, se lo trovi lo sposo domani mattina!

     

    farinaMaria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi testi divulgativi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini e l’ottimismo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2002 fonda Heuristic Institution, dove si dedica anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali. Esperta di relazioni umane, è autrice di numerosi articoli su varie riviste, ha intervistato anche in video alcuni tra i più noti personaggi della cultura e dello spettacolo. Creatrice della rivista filosofica on-line “L’accento di Socrate”, è attiva in rete come blogger dove sperimenta l’applicazione della filosofia alla vita quotidiana anche nella rivista diretta da Francesco Alberoni “L’amore e gli amori”. Cura per Rupe Mutevole la collana “Le relazioni”.

    direttore orchestra musica
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    Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Da Picasso a Wothol aTorino https://abbonamentomu Da Picasso  a Wothol aTorino https://abbonamentomusei.it/mostra/forma-e-colore/
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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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