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    Home»Costume e società»Arte ecclesiastica in continuità tra antico e contemporaneo
    Costume e società

    Arte ecclesiastica in continuità tra antico e contemporaneo

    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss18/04/2025Updated:04/05/20251 commento6 Mins Read
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    Immagine da drone della Chiesa del Santo Volto a Torino (fonte archimagazine.com)
    Immagine da drone della Chiesa del Santo Volto a Torino (fonte archimagazine.com)
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    (precedente)

    “L’architettura porta in sé l’idea del sacro”, dichiara l’architetto Mario Botta che ha progettato la “Chiesa del Santo Volto” di Torino, all’11 di Via Val della Torre.

    Un occhio attento

    Nel mondo si trovano edifici significativi che tengono conto di obiettivi dello sviluppo sostenibile sanciti dall’Agenda 2030 e che spiccano per imponenza, materiali scelti, soluzioni architettoniche e, prioritariamente, rispetto per l’ambiente. Tra questi, Gloss visitò il Museo Guggenheim a Bilbao , la cui superficie cambia colore con la luce, e il Teatro Nazionale di Pechino, che Gloss ricorda come l’ “Uovo di Pechino”, con la sua facciata di 22.000 piastre di titanio. Pur essendo buddista, non poteva mancare la visita a un luogo di culto come la chiesa del Santo Volto in Torino, (non nel resto del mondo!) perché convinta che la spiritualità, in quanto tale, non ha colori né bandiere. Tantomeno fondamentalismi. A volte abbiamo la bellezza sotto casa e non ce ne accorgiamo.

    Inaugurata nel 2006 a Torino, progettata e costruita dall’architetto Mario Botta e dalla sua squadra, la chiesa sfrutta il contesto post industriale e i suoi elementi morfologici. Un tempo, il sito era occupato infatti dai laminatoi e fonderie e Fiat. La  ciminiera si fa campanile e il mattone si richiama alla tradizione tutta torinese del mattone a vista, altrimenti detto “paramano”, dal Guarino Guarini e il suo Palazzo Carignano in poi, fino all’Architetto Luzi e le sue Torri Pitagora.

    Industria e Spirito

    Con arguta operazione di trasformazione e, per certi versi, Gloss suppone di mistica rinascita, il progetto fa risorgere gli elementi dell’insediamento industriale. Per esempio, avvolge la torre dell’ex ciminiera con un’elica luminosa fino alla croce a 55 metri di altezza. 

    Campanile e campane della Chiesa del Santo Volto (fonte nonsoloturisti.it)

    Mentre la tradizionale facciata della chiesa e l’altrettanto tradizionale impianto a croce latina sono state sostituite dall’architetto Botta da sette torri alte 35 metri, che viste dall’alto richiamano l’idea di una ruota dentata, di un vero e proprio ingranaggio industriale, a memento della vocazione della città.

    Pianta della Chiesa del Santo Volto (fonte botta.ch)

    Bugioli come acquasantiere

    Due acquasantiera richiamano la forma dei buglioli della fonderia, un dettaglio che riflette l’approccio di Botta nello studiare il territorio e la sua storia, come da lui dichiarato in un’intervista del 2006.

    Botta sostiene che un’interpretazione critica del territorio porta a progetti più chiari ed evidenti. Per lui, il territorio fisico rappresenta la forza della storia e della memoria, su cui l’architetto deve lavorare. È convinto che l’architettura abbia uno scopo etico più che estetico e la definisce “spietata” perché riflette fedelmente ogni periodo storico, rendendola la più grande delle arti in quanto interpreta sia la creatività dell’autore sia i bisogni della comunità.

    A destra e a sinistra, le acquasantiere della Chiesa del Santo Volto (foto di Stefi Pastori Gloss)

    All’interno le progettate linee di fuga convergono verso i “condotti di aspirazione”, ossia le torri. Questi condotti convogliano la luce all’interno della chiesa, con un effetto speciale: a seconda dell’ora creano corridoi di luce dai colori diversi. Gloss si chiede se Botta avrà preso ispirazione da un’altra chiesa torinese, in cui certi affreschi sono visibili perché illuminati solo in determinate occasioni dell’anno.

    L’organizzazione interna rispetta le indicazioni del Concilio Vaticano II, con un ampio corridoio centrale che conduce all’altare principale, capace di ospitare 1.000 persone.

    Misticismo antico e contemporaneo

    Perché Gloss ritiene questa chiesa contenga elementi di particolare misticismo?

    Il progetto iniziale del 2001 prevedeva otto torri, anziché sette. La soluzione finale ha permesso di creare un percorso diretto tra l’ingresso e l’abside, ma il numero sette ha anche una valenza che va oltre la comprensione razionale, toccando la sfera del sacro o del misterioso. Perché è il numero delle colonne del tempio di Gerusalemme, dei sacramenti e delle ore canoniche della preghiera liturgica. “Il sette è il più piccolo numero naturale il cui cubo (343) è palindromo. Già qui siamo entrati in qualcosa dal sentore magico.” Cit. Land art sui prati del Campus INRiM – Dol’s Magazine

    Altare Maggiore con Santo Volto della Sindone (fonte botta.ch)

    Un dettaglio nella foto dell’altare maggiore spiega il superamento delle polemiche iniziali: sullo sfondo dell’altare maggiore è stato ricreato il volto della Sacra Sindone, custodita a Torino, chiave per interpretare il superamento di tante polemiche che hanno accompagnato il progetto fin dall’inizio, nel 2001. Perché Torino è la città che ospita la Sacra Sindone, e lo stesso volto che appare sulla tela è stato ricreato sullo sfondo dell’altare maggiore. Con un effetto molto particolare: diventa infatti più o meno evidente o sfumato a seconda dei corridoi di luce portati nell’edificio dalle torri. Partendo dalla riproduzione del volto di Gesù presente sulla Sacra Sindone, Mario Botta e il suo team hanno trasformato la fotografia della Sindone in un’immagine pixelata. Grazie a un abile lavoro di mosaico delle pietre, hanno ricostruito il Volto Sacro: piccoli mattoni di rosso di Verona sono stati lavorati in una forma a cuneo e assemblati in modo tale da creare zone d’ombra e riflettere la luce. Da lontano, dietro l’altare si può dunque distinguere il volto di Gesù che appare grazie all’effetto della luce che lo colpisce dall’alto.

    Ricchi e Poveri (di spirito?)

    Il costo e la maestosità del progetto hanno suscitato dubbi. Tuttavia, pur riconoscendo che una chiesa sarà fruibile per tantissimo tempo, Gloss riconosce che i fondi forse avrebbero potuto essere destinati a persone bisognose, proprio come agli inizi sostenne Don Carlo Carlevaris, il primo prete operaio della città, (preti operai, ovvero quei presbiteri, soprattutto cattolico-romani, che hanno lavorato in fabbrica come operai e che in Italia sono riuniti in associazione): espresse la sua opposizione alla decisione di spendere 12 milioni per un’opera come questa, ritenendo che quei fondi avrebbero potuto essere utilizzati per aiutare le persone in difficoltà e porre un po’ di sollievo alle situazioni di povertà presenti in città. In sostanza, criticava la priorità data alla costruzione rispetto ai bisogni urgenti dei più bisognosi. Non ci sono consuntivi ufficiali, ma secondo alcune stime il costo finale del progetto è stato di 30 milioni di euro. A personalissimo avviso di Gloss, Arte, Bellezza e Cultura dovrebbero andare a beneficio delle persone.

    (seguente)


    Agenda 2030 Chiesa del Santo Volto Mario Botta post industriale Sacra Sindone torino
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    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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