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    Viaggi

    Casa Luzi

    Complessità e ironia architettonica a Torino
    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss27/06/2024Updated:02/01/20251 commento7 Mins Read
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    Casa Luzi in zona Sassi a Torino
    Casa Luzi (foto di Stefi Pastori Gloss)
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    (precedente)

    Ai primi di giugno 2024, per puro caso, passeggiando in zona Sassi a Torino, vedo in corso una visita di Open House a una villa che occhieggia subitanea da dietro un giardino troppo particolare per essere ignorato. Mi trovo in via Borgofranco 25/17. Chiedo al gruppetto in attesa al cancello aperto di cosa si tratti e mi viene subito spiegato essere la villa trasformata in museo da Andrea Luzi, figlio dell’architetto Elio Luzi. Nel verde della collina torinese, tra il 1961 e il 1965, Elio Luzi e Sergio Jaretti hanno costruito due ville sorelle. «Si tratta dei due più importanti architetti del Dopoguerra» dice il volontario. Chiedo se posso partecipare alla visita. Mi accoglie volentieri, sorridente. Il sorriso è ciò che caratterizza i volontari dell’organizzazione, oltre alla loro preparazione specifica in-site. 

    Chi è Luzi?

    Nell’attesa, mi racconta che Elio Luzi, dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Torino nel 1953, inizia il sodalizio con il compagno di studi Sergio Jaretti Sodano, che sposerà la sorella di Elio, realizzando per prima la Casa dell’obelisco in piazza Crimea 2 (1954-59). Il legame pressoché continuo con l’Impresa Manolino conduce alla realizzazione di edifici non seriali, che giocano su articolazioni e sfalsamenti volumetrici, a cui si accompagna un’intelligente interpretazione dei regolamenti edilizi e l’uso di materiali tipici della tradizione piemontese, come il mattone faccia a vista usato irritualmente “di quarto”, come elemento di tamponamento.

    Che però, mi spiega il figlio Andrea, intervenuto in quell’istante, «non ripara esattamente dal freddo. Anzi, rende le abitazioni gelide e che necessitano dunque di un over riscaldamento.» Il volontario riprende la narrazione, spiegando che dopo la separazione dei due percorsi professionali, Luzi realizza tanti progetti differenziando anche l’ubicazione (Claviere, Monginevro, Bardonecchia), in collaborazione con altri progettisti. I nuovi progetti sono sempre caratterizzati dalla rivisitazione degli archetipi e dall’approccio anticonvenzionale.

    Scatole magiche

    Andrea mi fa accedere al suo regno dal giardino, dove mi spiega di aver realizzato tre scatole magiche alla cui apertura inizia l’ingresso narrativo, pieno di suggestioni creatrici di immagini vivide. Nasce la fantasticheria dei figli di Luzi correre nudi nel giardino, nascondersi tra le canne di bambù, giocare con una pianta dai fiori fallici. Evidentemente, lo spirito anticonvenzionale dell’architetto si traduce anche nell’educazione filiale. Mi fa poi accedere all’interno. 

    Fonte d’ispirazione per il futuro

    La casa presenta soluzioni costruttive innovative e di charme, perché qualificata da “salti di spazio”: si passa dinamicamente da un ambiente all’altro, con parti a sbalzo e rientri, scale interne e sopralzi imprevedibili. Una risposta dei due architetti alle esose richieste di oneri urbani da parte dell’appiattente piano regolatore. Andrea apre un’altra scatola magica che narra la casa. Ma ormai sono presa da ciò che vedo e le orecchie diventano sorde.

    L’erede mi spiega di aver aperto «… i numerosi tubi di cartone conservati nelle cantine della tenuta nostra tenuta a Clavesana. I ritrovati tesori di carta, disegni, schizzi, memorie di una vita professionale di 60 anni di mio papà li ho inquadrati ed esposti in verticale» e intanto con gesto largo abbraccia lo spazio intorno a noi. Ammiro la ricerca continua di “sogni di bellezza” contenuti in architetture che, Andrea Luzi, attraverso il Comitato promotore Fondazione Luzi Architettura, ha portato alla luce per cogliere la gioia, il genio e la complessità che hanno sempre animato il lavoro del padre.

    La casa è più un museo che un’abitazione. Spontaneamente la paragono al Vittoriale dannunziano, colma com’è di oggetti da collezione. Casa Luzi è fonte di ispirazione per le generazioni future di architetti e costruttori di città.

    Carta bianca

    Va anche detto che Elio Luzi, insieme all’altro architetto suo cognato Jaretti, ha avuto dallo stato italiano carta bianca per ricostruire la Torino degli Anni del Boom. Nelle settimane seguenti, passeggiando per Torino, ho riconosciuto la loro mano nelle Torri Pitagora in corso Siracusa 158 (1963-68), in case ad appartamenti di Corso Orbassano 268 (1961-63), in quella via Curtatone 3 (1962-65), anche in via Breglio/via Bibiana (1962-72), nella Torre Mirafiori in corso Unione Sovietica 413 (1970-74), nell’edificio per residenze e servizi in strada del Drosso 132-140 (1970-74). 

    Aste

    «E dire che Torino a maggio 2023 ha rischiato di perdere la mia “Casa sulla cascata” » mi rivela in un orecchio Andrea. «Per colpa di una truffa.» Sì, perché sulla “Casa sulla cascata” torinese (ispirata all’architettura di Frank Lloyd Wright*) ha gravato negli anni precedenti la scure di una vendita all’asta. «La casa di mio padre sarebbe dovuta andare all’asta per colpa di una truffa che ho subito, purtroppo all’epoca non era vincolata dalla Soprintendenza, chissà se mi arriverà un’offerta da privati…»

    Diversamente, potrebbe finire in mano a qualche speculatore immobiliare ed essere snaturata, magari suddivisa in più unità immobiliari e coperta con un “cappotto” esterno che rovinerebbe la sua estetica originaria. «Sarebbe davvero un delitto!» commento, mentre dal terrazzo vedo passare il trenino che va a Superga. 

    *citazione da Maria Luisa Barelli e Davide Rolfo

    Torino necessiterebbe di un centro studi sull’architettura che il mondo potrebbe invidiare ai torinesi. L’archivio della facoltà di Architettura del Politecnico non può ampliare la sua collezione per mancanza di spazio. E vengono dall’estero per consultarlo! Esiste perfino un docufilm per conoscere Elio Luzi che individua il percorso interiore e cittadino attraverso le forme architettoniche per narrare l’architetto e la città di Torino. “ELIORAMA” (Italia 2006, 40’, regia di Maicol Casale e Alberto Momo, voce narrante di Michel Vernes).

    Non solo Belle Époque

    Io che avverso soluzioni precostituite, animata dall’ansia di sperimentare, dall’umorismo se capace di destabilizzare norme o regole scontate, adoro subito Jaretti e Luzi che producono organismi edilizi dotati di pervicace individualità, che risaltano nella tessitura della città e istituiscono con essa rapporti fino ad allora ignoti. Che dedicano attenzione  alla relazione fra interno ed esterno. Che si sporcano le mani con la produzione edilizia, fino a proporre usi non convenzionali del mattone paramano, utilizzato di quarto nei tamponamenti di molte loro case degli anni sessanta, progettato con apposito stampo che diventa la loro firma, financo sperimentazioni con la pietra artificiale negli anni Cinquanta. Il punto di partenza di molti loro progetti, l’ingegnosa e destabilizzante interpretazione dei regolamenti edilizi, sorta di contestazione ai piani regolatori dell’epoca, invogliano le persone tutte a farsi un giretto a naso all’aria. Torino non è soltanto Belle Époque. Sarebbe sufficiente un po’ di Cultura per capirlo.

    (seguente)

    Bibliografia e Netnografia

    Luca Barello, Andrea Luzi (a cura di), Le Case Manolino. Storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d’Asti [1996]

    Gustavo Ambrosini, Giovanni Durbiano, Architetture di Jaretti e di Luzi. 1955-74, 1975-95, in «Edilizia popolare» n. 242, novembre-dicembre 1995, pp. 34-64.

    Luca Barello, Elio Luzi (1927-2006). Un caleidoscopio di abitazioni, in «Il Giornale dell’Architettura», 47, gennaio, 2007, p. 10

    Luca Barello, Paolo Mauro Sudano, Elio Luzi. Disegnare e ridisegnare le case, in «Atti e Rassegna tecnica della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino», N.S., a. LXI, n. 1, settembre, 2007, pp. 16-23

    Sergio Jaretti Sodano, Tranche de vie 1954-74, in «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino» n. LXI-1 n.s., settembre 2007, pp. 8-15.

    Luca Barello, Andrea Luzi, Elio Luzi (ad vocem), in Ordine degli Architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Torino (a cura di), Albo d’onore del Novecento. Architetti a Torino. Nuova edizione ampliata, Celid, Torino 2008

    Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo, Il palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione, Gangemi, Roma 2018

    Jaretti-Luzi – Open House Italia

    Architettura del Politecnico di Torino Casa dell’obelisco in piazza Crimea 2 Casa Luzi Elio Luzi ELIORAMA gloss Impresa Manolino Open House salti di spazio Sergio Jaretti Sodano Stefi Pastori Gloss Tepeee torino zona Sassi
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    Stefi Pastori Gloss
    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
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    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

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    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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