Torino non è solo Piazza Castello, Mole, o Reggia di Venaria. È anche patria di studiosi come Galileo Ferraris, scienziato totale, che è nato, si è formato, ha approntato invenzioni a Torino. Il più famoso Tesla l’ha copiato. L’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) è tra i suoi lasciti. Gli spazi esterni del suo campus a Mirafiori Sud sono davvero poco conosciuti in città, anche perché di norma aperti a novell3 scienziat3 specializzand3.
L’occasione mi è offerta dall’allestimento di Connessioni Astrali – 7 alfabeti tra la terra e le stelle, percorso all’aperto fra una selezione di grandi sculture in acciaio Corten, la cui caratteristica è quella di autoproteggersi grazie alla formazione di uno strato di ossido superficiale, film protettivo tale da impedire il progressivo estendersi della corrosione.
Di Riccardo Cordero, artista internazionale che ha studiato a Torino, le molteplici sculture sono state in precedenza ospitate dai giardini della Venaria Reale. L’artista piemontese ha interpretato la nuova esposizione delle opere secondo una prospettiva site-specific, in modo da trasformare il tracciato fra i prati e gli alberi del campus in un’esperienza originale di Land Art.
Ah, il campus è situato proprio in Strada delle Cacce 91 dove ho abitato per circa un mese ai miei esordi di madaminato.
Vocazioni torinesi
Torino è da sempre una città industriale che ha investito tanti capitali nell’industria dell’automobile e in tutto il suo indotto. Oggi il Politecnico di Torino è tra i più apprezzati al mondo. Negli ultimi anni, la città di Torino, dalla vocazione fortemente industriale, (per fare alcuni nomi, è sede della Thales Alenia Space, azienda manifatturiera nel settore spaziale a livello globale che da oltre quarant’anni fornisce soluzioni ad alta tecnologia per Telecomunicazioni, Navigazione, Osservazione della Terra, gestione ambientale, ricerca scientifica e infrastrutture orbitali;
della ALTEC – Aerospace Logistics Technology Engineering Company (centrale Torino, filiale a Colonia, in Germania, con uffici di collegamento presso la NASA) – centro di eccellenza italiano per la fornitura di servizi di ingegneria e logistica a supporto delle operazioni e dell’utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale e dello sviluppo e realizzazione di missioni di esplorazione planetaria e della Icarus S.c.p.A., per progettazione, realizzazione, impiego e gestione del centro multifunzionale destinato a servizi di terra a supporto di attività e missioni spaziali) ha a cuore anche l’aspetto artistico di sé.
Basti pensare che L’Autoritratto di Leonardo da Vinci è un disegno a sanguigna su carta, databile al 1517 circa ed è conservato nella Biblioteca Reale di Torino, all’interno dei Musei Reali. I francesi ne avrebbero fatto una Gioconda. I “turineis bogia nen“, no. Ce ne sarebbe da dire, sullo stereotipo di “turineis bogia nen“, ma non è questa la sede giusta.
All’Assemblea Generale dell’Unione Industriale di Torino avvenuta a novembre 2023, “TORINO, SPAZIO AL FUTURO” a Teatro Regio, (tre ore ammorbanti di video di cui vi faccio il sunto qui), il suo presidente Marco Gay incoraggia i giovani a impegnarsi nel settore manifatturiero, vero spirito di Torino. «Il mio pensiero è che studiate qui a Torino, perché abbiamo delle ottime scuole come il politecnico, però è importantissimo che cerchiate di andare nei paesi più difficili dove la competizione è ai massimi livelli e vi può stimolare al meglio.
Un’esperienza di lavoro all’estero è altamente formativa. Siamo qui perché rappresentiamo il mondo delle imprese, ma Torino anche ha una grande tradizione del sociale e soprattutto della cultura.» Fa riferimento alla cancellata di accesso al Teatro stesso, progettata dall’artista Umberto Mastroianni nel 1994, a sottolineare il legame esistente tra arte e scienza. “Odissea musicale”, l’opera commissionata nel 1994 al maestro per salvaguardare il cosiddetto ‘Atrio delle carrozze’ del Regio dall’uso improprio come riparo per senzatetto.
C’era allora un’esigenza di sicurezza, ma anche di tutela, perché si tratta di spazi su cui hanno lasciato il segno in più secoli architetti come Benedetto Alfieri, autore del primo Teatro Regio, e Carlo Mollino, che ha inaugurato la nuova versione da lui firmata nel 1973. Un’esigenza a cui aveva risposto la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali, allora presieduta da Lodovico Passerin d’Entreves, che ha finanziato l’intervento, occupandosi poi nel 2010 della sua manutenzione straordinaria.
L’opera affidata al Mastroianni, che sarebbe scomparso quattro anni dopo, è formata da due pannelli scorrevoli lunghi dodici metri e alti quasi quattro, nei quali sono inseriti in una cornice di bassorilievi tre gruppi di sculture che raffigurano la Danza, la Tragedia e la Commedia. Composta da due enormi elementi bronzei posti su rotaie, suddivisi internamente in quadrati e formelle di molteplici dimensioni, ha richiesto accurati studi strutturali. Un omaggio al Regio di elevato pregio non solo artistico ma anche tecnologico/scientifico, a indicare la duplice vocazione fisico-matematica e raffinata ed elegante della Città.
Sculture astratte
Riccardo Cordero al Campus INRiM ha raccolto la sfida di Mastroianni. Si è impegnato a tracciare un percorso tra Terra e Spazio, lungo un itinerario in Corten tra stelle, meteoriti, comete, satelliti e altri corpi celesti. Modellati in architetture astratto/geometriche, le sue sculture creano strutture aeree dagli alfabeti atemporali senza barriere linguistiche, come le sonde lanciate nello spazio alla ricerca di forme di vita.
Il numero sette
Perché l’artista scultore si è riferito al numero sette? Il sette è il più piccolo numero naturale il cui cubo (343) è palindromo. Già qui siamo entrati in qualcosa dal sentore magico. Forse non è casuale che i colori dell’arcobaleno, ovvero il numero di bande di frequenza in cui viene convenzionalmente suddiviso lo spettro visibile, siano sette: giallo, arancione, rosso, verde, blu, indaco e violetto.
Che sette siano le unità fondamentali del S.I. (sistema internazionale di unità di misura), ovvero la lunghezza (metro), la massa (chilogrammo), il tempo (secondo), la corrente elettrica (Ampere), la temperatura termodinamica (Kelvin), la quantità di sostanza (mole) e l’intensità luminosa (Candela). Sette sono pure i pianeti dell’astronomia antica, cioè le luci del cielo che non seguono semplicemente la rotazione uniforme della volta celeste. Sette giorni è la durata approssimativa di ogni fase lunare.
Sette sono le stelle più luminose delle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Da septem triones, che in latino significa “i sette tori da traino”, nome con cui i Romani chiamavano le stelle del Grande Carro, deriva il termine settentrione. Mi fermo all’elencazione dei riferimenti scientifici, perché il Campus INRiM è sede di scienza.
Invito
Sette parole sono derivate dal numero sette. Con tutte queste motivazioni circa il sette, vi invito ad andare all’esposizione del Campus INRiM Connessioni Astrali – 7 alfabeti tra la terra e le stelle di Riccardo Cordero, che dà la possibilità di visitare il Campus anche a semplici esseri umani come noi. Almeno settanta volte sette.
(continua)