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    Home»Costume e società»D’Annunzio & Torino
    Costume e società

    D’Annunzio & Torino

    Capitale italiana del cinema
    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss12/11/2024Updated:02/01/20251 commento6 Mins Read
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    Gabriele D'Annunzio, fonte Internet
    Gabriele D'Annunzio, fonte Internet
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    (precedente)

    Tante sono state le “prime volte” di Torino. È pronta a captare il sotterraneo, il nascosto, l’equivoco, financo lo sciagurato, ma anche il portentoso, il soprannaturale, lo straordinario divino e a diffonderlo nel resto della penisola.

    L’aver prestato le sue naturali scenografie architettoniche a film dell’orrore di Dario Argento (Galleria Subalpina), l’esistenza di personaggi come Gustavo Rol, un mistico quanto prodigioso sensitivo, (leggolibrifacciocose) ne sono state la convalida.

    La mano torinese si identifica a cominciare dall’unità nazionale e dalla prima capitale d’Italia. E poi la prima automobile, (“l’automobile è femmina!” affermò il D’Annunzio.

    Gloss poté leggere queste parole proprio al Vittoriale, nel garage dedicato alla sua Isotta) , i primi consigli di fabbrica, la prima stazione radio, i sindacati, la televisione, gli intellettuali di sinistra, il bicerin, il primo caso di spionaggio industriale legato alla produzione della seta (Castello di Lucento), i sociologi, il libro Cuore, il cioccolatino di lusso, la corsa ciclistica più antica del mondo, l’opposizione extraparlamentare, il vermouth, l’aver dato i natali all’uovo pasquale nel 1725, non presso la corte di Re Luigi XIV dove avevano riscosso scarso successo, ma nella bottega della signora Giambone, che riempì gusci vuoti di uova di gallina.

    Le prime case popolari in Barriera Milano nel 1917. L’aver ospitato piemontesi illustri, Cavour, Giolitti, Einaudi, ma anche Fenoglio, Arpino, Soldati, va contro il suo essere una città straniera che ama e odia l’Italia e manda i suoi messaggeri maledetti benedetti a diffondere ogni più abominevole quanto miracolosa trovata.

    La firma insperata del D’Annunzio

    Curiosa di sapere se e quali legami avesse D’Annunzio con Torino, Gloss fece una punta all’Archivio Storico dove le fu possibile consultare la Gazzetta del Popolo, se richiesta qualche giorno in avanti. La scoprì pregna di aneddoti dannunziani.

    La versione torinese del D’Annunzio sarebbe imprecisa senza fare una capatina al Museo della Reale Mutua Assicurazioni, dove è custodita una polizza con la firma completa con la quale il Vate assicurò il Vittoriale, piuttosto rara perché il poeta escludeva dalle sue firme il titolo nobiliare, Gabriele D’Annunzio di Montenevoso. L’agente di Reale Mutua di Riva del Garda lo inseguì per settimane, arrivando a lui tramite il suo medico, ma il

    tentativo pervenne all’insuccesso. Ci riuscì infine con l’architetto Giancarlo Maroni, che aveva curato la ristrutturazione del Vittoriale. Gloss immaginò la cifra della polizza, partendo dalla considerazione che il valore del complesso del Vittoriale, pagato dal D’Annunzio centotrentamila mila lire, con la ristrutturazione era salito a quasi il doppio.  

    Il tramezzino dannunziano e “Cabiria”

    Il Caffè Mulassano, foto di Stefi Pastori Gloss

    Il primo tramezzino nasce a Torino? Il Caffè Mulassano in piazza Castello storico di Torino ne vanta i natali ed è uno dei neologismi del D’Annunzio. Gloss vi fa spesso una sosta al per gustarne uno.

    D’Annunzio scrisse la prima delle sceneggiature cinematografiche, “Cabiria”. Gloss si obbligò a dare un’occhiata al Museo Nazionale del Cinema, per scoprire come d’Annunzio intuì il potenziale di un’arte ancora agli albori. Il Museo Nazionale del Cinema possiede la più minuziosa raccolta di materiali circa il girato di “Cabiria”, arricchita di inediti conferiti al Museo dopo la loro acquisizione da parte della Regione Piemonte.

    Il primo Colossal

    “Realizzato a cavallo fra il 1913 e il 1914, e distribuito a partire dall’aprile di quell’anno con un successo planetario, Cabiria è legittimamente celebrato dalle storie del cinema come il trionfo delle superproduzioni in costume, il più significativo contributo italiano alla valorizzazione dei poteri e delle risorse spettacolari della messa in scena, uno dei primi e più consapevoli tentativi di fondere nella nuova macchina del cinema i mezzi espressivi della letteratura, della pittura, dell’architettura, della musica e del teatro.” Cit. Sito del Museo Nazionale del Cinema.

    Le Olimpiadi della Cultura 2006

    Il capolavoro ricostruito fu presentato nel corso di un evento speciale al Teatro Regio di Torino a conclusione delle Olimpiadi della Cultura, abbinate allo svolgimento dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. La versione sonorizzata di “Cabiria” del 1931 è stata invece proposta  il giorno successivo al Cinema Massimo di Torino.

    Dal 2006 il film è stato portato in tour in tutto il mondo, financo a Seul e Haifa.

    Il primo cinema fu a Torino

    Per completare la figura del Vate a Torino, va a Torino un altro primato: quello del primo cinema, anzi, esperimenti di “fotografia animata”, a pochi mesi dalla proiezione a Parigi dei Fratelli Auguste e Louis Lumière, di cui D’Annunzio seppe subito approfittare col suo “Cabiria”. 

    Pubblicità degli spettacoli di Via Po 33, fonte tertu63, skyscrapercity.com (ultimo accesso novembre 2024)

    Il “cinema” avvenne al civico 33 di via Po, sulla parete che ospitava l’altare maggiore, dentro la chiesa sconsacrata dell’ex ospizio di Carità. La locandina scovata da Gloss indica il biglietto costare cinquanta centesimi. Agente generale per l’Italia della Société Anonyme Plaques et Papiers Photographiques A. Lumière et ses Fils., Vittorio Calcina la sera di sabato 7 novembre 1896 organizzò questa proiezione di brevissimi cortometraggi, dando l’abbrivio alla passione per il cinema dei torinesi.

    Fino agli anni Quaranta del Novecento il locale si chiamò “cinema Po”, cui succedette il nome di “King Kong”. Cento anni dopo, quello stesso spazio è occupato da un locale notturno che propone, oltre al bere, presentazioni concerti proiezioni, conservando l’aspetto del passato. Gloss vi si è recata una volta soltanto, con l’occhio attento dell’amante di cinema (fu sceneggiatrice ghost writer a metà degli anni Novanta di un secolo fa). Notò all’ingresso e nella grande sala scura interna alcuni dettagli da ambiente tipo cinematografo.

    Vittorio Calcina fu soddisfatto dal risultato della serata e continuò le proiezioni fino a marzo 1897. Al Museo del Cinema Gloss ha ammirato il suo “Cine Parvus”, un apparecchio che fungeva da stampatrice, perforatrice, avvolgitrice e proiettore.

    Nel 1896 Vittorio Calcina effettua la ripresa Leone XIII, la prima di un papa, fonte hs-augsburg.de (ultimo accesso novembre 2024)

    Gloss si “fa bella” del fatto che fu un torinese ad allestire la prima sala cinematografica d’Italia e a girare il primo documentario italiano. L’ex chiesa dell’Ospizio di Carità oggi è il Palazzo degli Stemmi. Resta comunque firmato Calcina quello che ad oggi è il primo documentario italiano esistente. Solo con la Cultura potremo perpetuare nelle generazioni future l’amore per il passato.

    (seguente)

    Netnografia

    “Cabiria» e il suo restauro presso il Museo Nazionale del Cinema https://www.museocinema.it/it/mostre/cabiria-cabiria-il-restauro-0 (ultimo accesso novembre 2024)

    Quando D’Annunzio stipulò un’assicurazione per il Vittoriale https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/24_marzo_12/quando-gabriele-d-annunzio-assicuro-il-vittoriale-ecco-la-polizza-con-la-firma-del-poeta-5982f082-0f91-45fd-80b6-34415c8d1xlk.shtml?refresh_ce (ultimo accesso novembre 2024)

    Cabiria Caffè Mulassano Castello di Lucento Cinema cinema King Kong dario argento D’Annunzio gloss Gustavo Rol leggolibrifacciocose Palazzo degli Stemmi Tepeee torino Torino 2006 via Po Vittorio Calcina
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    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
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https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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