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    Home»"D" come Donna»La trappola estetica
    "D" come Donna

    La trappola estetica

    Alexia Di FilippoBy Alexia Di Filippo20/02/2022Updated:20/02/20221 commento6 Mins Read
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    Come è possibile, in un arco storico di emancipazione senza precedenti per la donna, che venga considerata così centrale la sua gradevolezza estetica?

     

    La recente polemica che ha coinvolto Emma Marrone, criticata da un blogger per aver indossato una calza a rete su una gamba da lui considerata “importante”, ha riorientato i riflettori sull’aspetto fisico delle donne ancora così centrale nel 2022.

    Questo infatti non è che l’ultimo di un diluvio di critiche che hanno interessato donne dello spettacolo e non, considerando che il 94% delle nostre adolescenti è vittima di body shaming, fenomeno per cui vengono fatte vergognare per la forma del proprio corpo, fortunatamente dal 2020 sancito reato penale.

    Come è possibile quindi, in un arco storico di emancipazione senza precedenti per la donna, che venga considerata così centrale la sua gradevolezza estetica?

    In parte ciò è dovuto al mito dell’esteriorità, caratteristico della cultura del narcisismo su cui poggia la società dell’immagine in cui viviamo, che celebra il culto dell’apparire e dell’apparenza anche e soprattutto per compensare ben più sostanziali mancanze, come ben ha descritto del resto il Dalai Lama: Questa è una epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto della stanza.

    Va sottolineato poi che la bellezza femminile cui si allude, enfatizzata e promossa dal cosiddetto progredito mondo occidentale e virtuale è globalizzata, deanimizzata, artificiale, mercificata e dunque scissa, centimetrica, chirurgica, seriale e strangolante in quanto obbligata.

    Vale la pena di chiedersi perché?

    Il nostro è un Paese con una arretratezza palpabile circa l’emancipazione della donna e ancora prima relativamente alla sua percezione che resta ancorata agli stereotipi di genere della nutrice muta e dell’oggetto del desiderio, tanto è vero che dall’indagine Istat dell’anno 2018 sugli stereotipi relativi alla violenza di genere emerge che per il 77,7% degli adulti intervistati, gli uomini sono violenti con le loro compagne perché le considerano oggetti di proprietà ed un altro 75% per il bisogno degli uomini di sentirsi superiori alla propria moglie/compagna.

    Gli stereotipi di genere purtroppo sono stati trasfusi attraverso l’educazione anche ai più giovani: infatti una indagine di Ipsos per Save the Children del 2020, mostra che il 57% del campione di adolescenti tra i 14 ed i 18 anni considera la bellezza femminile uno strumento per il successo, con il solo dato maschile che sale al 63% ed un 54% delle ragazze che si sentono svantaggiate a causa del genere cui appartengono.

    Eppure le donne laureate nel nostro Paese sono più degli uomini, il 22% contro il 16,8% con grandi difficoltà di impiego, se si considera che l’Italia è il fanalino di coda in Europa per l’occupazione femminile con un dato nazionale pari al 48,4% che scende al 32,3% al sud e al 33,2% nelle isole.

    Ecco comparirci davanti la foto di un contesto retrivo, ostacolante e violento, in cui deve districarsi con titaniche difficoltà un sempre maggior numero di donne che percorrono il cammino per l’emancipazione che si configura come una maratona ad ostacoli irta di insidie.

    La verità è che per molte l’affermazione ed ancor prima l’indipendenza restano un miraggio.

    Ciò spiega una competizione esasperata tra donne alimentata dall’ancestrale necessità di essere validate e scelte da un uomo per sopravvivere e darsi un senso, che prende l’odiosa forma del body shaming, del victim blaming, del cyberbullismo, dello slut shaming e così via.

    A questo livore si somma il disappunto di tanti uomini che, avendo maturato dal tramonto del patriarcato potenti frustrazioni ed una identità inefficace, non accettando l’indipendenza e l’autodeterminazione della donna, tentano di diminuirla criticandola per il corpo, l’età, il vestito, lo stato civile, il comportamento e quant’altro.

    Ad Emma viene detto che ha le gambe robuste per la calza indossata; a Mara Venier viene fatto pagare lo status e il matrimonio con un marito che la adora ed allora le si dice che è avanti con gli anni, sovrappeso e con i capelli troppo lunghi; Michela Giraud viene penalizzata per la sua intelligente e sferzante ironia con una sgradevole attenzione alle rotondità che possiede, a Vanessa Incontrada, attrice e showgirl di talento, hanno dato il tormento per le magnificenti forme acquisite a seguito della gravidanza, formosità che non ha voluto combattere, come tante altre sono costrette a fare per la pressione sociale ad un tipo di bellezza omologante ed obbligato, talmente inautentico da risultare irraggiungibile.

    E’ una lotta, quella all’aspetto ideale, che impegna con accanimento crescente le donne fin dall’età pediatrica e poco importa se questo feticcio di adeguatezza ad uno standard artificiale e malsano venga raggiunto a prezzo di un imponente disagio psicologico, minaccia all’identità sociale, dispercezione corporea, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, disturbi dell’umore, che lasciano strascichi nell’arco dell’intera esistenza.

    Questa idea di bellezza è il burqa dell’occidente dietro cui si nasconde tutto il resto che costituisce il vero valore di una donna: la sua essenza, unicità, i suoi talenti e capacità.

    Perdute dietro alla ricerca della magrezza ideale e del filler perfetto, tante donne abdicano all’unica lotta cui dovrebbero applicarsi, quella orientata al raggiungimento delle pari opportunità e della piena emancipazione.

    La chimera che rincorrono è il gradimento di un maschile sempre più sollecitato, quasi inseguito e dunque annoiato che in larga parte si avvantaggia furbescamente di tanta offerta, non apprezzando affatto chi gliela porge, rispettando sempre meno le donne ed usandole come fossero oggetti, come mi viene raccontato con grande dolore dalle pazienti e dalle tante ragazze e donne che partecipano alle mie Live su TikTok.

    Non solo, ma casi come quello di Noemi e Katia Follesa, aspramente criticate sia quando erano in carne che dopo il dimagrimento, mostrano come vi sia una pretestuosità dietro le critiche mosse alle donne, soprattutto a quelle che si autodeterminano e vengono percepite come forti e disturbanti per il senso comune.

    Occorre dire a chiare lettere che, dietro a questa spasmodica adesione a canoni estetici improponibili, soggiace strisciante il tentativo di incatenare la donna ad un malinteso concetto di bellezza che andrebbe sostituito da un altro che non imponga diktat ma lasci la possibilità di declinare, dispiegare il modello nelle variegate forme che prevede la realtà.

    La vera bellezza, infatti, risiede nella capacità di suscitare emozioni, di toccare dentro, è una atmosfera che si trasmette attraverso l’armonia tra quello che una persona pensa e dice, si percepisce nella grazia delle sue intenzioni, è valorizzata dall’abito giusto, potenziata dall’efficacia del movimento ed infine magnificata dalla sincerità dello sguardo e dalla luminosità del sorriso.

    E’ chiaro che tutto ciò spaventi perché proietta la donna automaticamente fuori dalla trappola estetica del “bella e basta”, bella solo in quel modo, bella per lui, spalancandole le porte ad una dimensione che la valorizza per la sua difformità, le restituisce verità e soprattutto la rende LIBERA.

    1 bellezza body shaming
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    Alexia Di Filippo
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    Dr.ssa Alexia Di Filippo Psicologa, Psicoterapeuta Laurea con lode in Psicologia dello Sviluppo ed Educazione nel 1997. Iscritta all’Albo degli Psicologi dal 1999. Psicoterapeuta specialista in Self Analisi Bioenergetica e Psicologia Clinica Strategica. Conduttrice diplomata di classi di esercizi bioenergetici. Consulente per la Asl RM D in Progetti di Promozione della Salute e Prevenzione del disagio Psichico che hanno interessato centinaia di adolescenti delle Scuole superiori del Distretto. Coordinatrice di Progetti di Prevenzione del rischio ambientale che hanno coinvolto migliaia di bambini, ragazzi e personale docente di scuole elementari e medie del Comune di Roma. Ricercatrice nell’ambito di una vasta indagine epidemiologica sugli incidenti avvenuti in tutti gli ambienti di vita della ex VI Circoscrizione del Comune di Roma. Docente in corsi sul controllo dei rischi ambientali rivolti ad educatori di asili nido. Docente di Educazione stradale in corsi per alunni di scuola superiore. Autrice di articoli specialistici per la Rivista della Protezione Civile DPC informa. Consulente di équipe bariatrica per la valutazione ed il trattamento dei disturbi alimentari. Ideatrice e Docente di due metodi registrati per il benessere psicocorporeo pubblicati su Rivista Scientifica, che sono stati scelti per eventi accademici relativi alla Giornata dello stile di vita 2019 e alla Giornata mondiale dell’obesità 2020. La sua professionalità viene spesso richiesta per approfondimenti in trasmissioni radiofoniche e televisive, come anche in incontri con il pubblico presso Enti culturali, per la promozione del benessere psicocorporeo, la prevenzione del disagio psichico ed il contrasto alla violenza di genere. Cura una rubrica di psicologia in cronaca per un quotidiano universitario online. Svolge attività di educazione, prevenzione e di corretta informazione in ambito psicologico sui social. Esercita la libera professione di Psicoterapeuta a Roma e a distanza.

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    1 commento

    1. gabriella decembrotto on 20/02/2022 17:19

      Carissima Dott.ssa De Filippo, seguiamo le sue argomentazioni su TV, le sue pubblicazioni e ultimamente i suoi live che stanno accogliendo nel modo più bello i giovanissimi. Qui è il vero successo della sua dedizione, della sua professionalità, della sua coerenza e delle sue lotte che hanno il fascino della persuasione, per far comprendere l’unicità di ognuno di noi, dell’affermazione e della consapevolezza del sè….. cercando di frantumare gli stereotipi e le mode che non hanno alcun senso. Lei è diventata un grande personaggio perchè punto di riferimento di tante persone. Il giovanissimo di oggi, che diverrà l’adulto di domani, La ringrazierà. Un affettuoso saluto con grande stima.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
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E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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