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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Gisella Bianco e la Poesia
    Cultura

    Gisella Bianco e la Poesia

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre10/12/2020Nessun commento8 Mins Read
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    gisella bianco
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    La poesia che accompagna le nostre vite di ogni giorno è sempre più donna. Ne parliamo con la poetessa Gisella Bianco.

    La poesia è donna si pensava e credeva un tempo,  dalla tradizione greca, alle origini della nostra cultura. Lo era nella simbologia dantesca e per i poeti del Dolce Stil Novo, tanto da confondere il femminile con il processo di creazione della poesia, il suo senso e la sua missione, ma la  Storia non ci riporta però i nomi di tante donne. Malgrado l’immensa Saffo e le (poche) poetesse rinascimentali, la donna, nei versi, era più oggetto.  Ma nello scorso secolo le cose si sono ribaltate: dalle grandi poetesse intimiste, come le americane Sylvia Plath e Anne Sexton, senza dimenticare la superba ironia della polacca Wisława Szymborska, tante hanno consegnato la loro (drammatica) “vita in versi” al successo popolare. E oggi, in poesia, le quote rosa superano quelle azzurre. Abbiamo voluto intervistare una poetessa come Gisella Cianco per capirne di più.  E’ autrice di ”Melodia di porte che cigolano’‘

    Come sei arrivata alla poesia? Da dove sei partita?
    La mia liaison con la poesia è iniziata prestissimo, è stata istintuale. I primi componimenti, naturalmente infantili, risalgono all’età di otto anni e, già allora, dicevo di scrivere poesia, quindi nella mia testa di bambina la scelta era ben precisa. Sono partita dai vecchi libri di poesia di mia madre, estimatrice di questo meraviglioso genere letterario: questo punto di partenza, emotivo prima che materiale, mi è molto caro perché mi permette di mantenere un fortissimo filo conduttore e comunicativo con lei che va oltre la morte.

    La poesia è merce rara ai nostri giorni così prosaici?
    La quotidianità, a mio avviso, è neutra: siamo noi a renderla prosastica e/o poetica, anche contemporaneamente. La mia non è retorica: nonostante le innegabili complessità del momento presente, non ho un atteggiamento eccessivamente scettico e critico verso le persone e il modo di vivere la modernità. La complessità stessa non mi fa paura, non credo sia da temere o rinnegare, credo che sia una enorme possibilità, una sfida, un potenziale da imparare ad esprimere. Non credo all’abbrutimento dell’umanità, al decadimento dei valori: sono convinta che la gente (parlo, naturalmente, del mondo Occidentale), anche attraverso l’uso dei mezzi tecnologici, abbia più possibilità e maggiore libertà di espressione. Questo fatto porta a conseguenze sia positive che negative, a seconda dell’uso che si fa (che si sceglie di fare) di questi strumenti e della libertà di espressione. La poesia insegna il rispetto, il rispetto del tempo, della forma e, soprattutto, del contenuto (che non può essere violento se è vera parola poetica). Per questo ritengo che, mai come adesso, ci sia bisogno di poesia.

    Perchè leggere una poesia?
    La poesia è un estremo atto creativo, non solo nel momento in cui si scrive ma, anche, quando si legge. Con l’uso accorto di pochissime parole, si esprimono moltissime cose e si esorta il lettore ad aggiungere il suo personale (e prezioso) contributo attraverso l’elaborazione mentale che quei versi continuano a subire nell’inconscio di chi li ha assorbiti emotivamente. La trovo una cosa meravigliosa, una importante collaborazione empatica tra sconosciuti che può anche essere anche di disaccordo ma, in ogni caso, è fonte di riflessioni e approfondimento personale e relazionale.

    C’è qualcuno a cui ti ispiri?
    I poeti ermetici, per me, sono di enorme ispirazione, Quasimodo e Gatto soprattutto. Nella forma criptica e visionaria intravedo, ancora più netta, la potenzialità evocativa del verso. Eluard, Prevert, Merini, Caproni sono poeti a cui devo molto. Baudelaire e Bukowski sono i miei ispiratori rispetto alle tinte noir che, talvolta, imprimo alle mie composizioni. Ultimamente ho conosciuto e apprezzato moltissimo Anna Maria Farabbi, che a breve intervisterò, che è una poetessa contemporanea che, a mio avviso, tutti dovrebbero leggere. Ad ogni modo, ogni lettura e ogni autrice e autore che conosco mi suggerisce qualcosa: credo che un poeta sia la somma di tutte le sue letture (condizione imprescindibile) più tutta la sua Vis creativa che lo rende diverso da tutti gli altri.

    Ci sono più donne o uomini in Italia che si dedicano alla poesia?
    La disparità numerica tra opere di matrice maschile e femminile presente nei libri di testo non permette di dare il giusto peso alle donne della letteratura all’interno dei programmi e delle spiegazioni dei docenti, relegando spesso poetesse di grande valore a piccoli spazi in corsi dedicati alla letteratura di genere, tenuti soprattutto in ambienti universitari.

    Uno dei miei obiettivi, umani prima che professionali, è quello di riuscire a suggerire, in modo concreto, di dare più spazio alla letteratura femminile (e femminista) all’interno dei programmi scolastici. Nella considerazione che in ogni periodo storico ci sarebbero donne meritevoli di attenzione e approfondimento, credo che sarebbe utile dare maggiore spazio al ‘900 e alla contemporaneità, in modo da avvicinare i ragazzi a realtà letterarie più simili a loro, per linguaggio, contenuti e contesti storico-sociali. Se ci si ferma allo studio di Montale, si perdono delle ricchezze incommensurabili. Oggi ci sono moltissime poetesse degne di essere lette su larga scala, recensite e approfondite, così come c’è anche una validissima produzione maschile. La poesia va letta tutta, per avere la possibilità di scegliere cosa ci è più vicino ma, di certo, è assolutamente necessario dare alle penne femmine lo spazio che meritano di diritto.

    Conosco Alda Merini, grande poetessa e donna e Dacia Maraini. Ne consigli altre? Perchè fare poesia è così difficile oggi?
    Merini e Maraini sono poetesse da leggere assolutamente. C. L. Candiani, M. Gualtieri, A. M. Farabbi, P. Valduca, P. Cavalli, A. Sexton, S. Plath, A. Pizarnik, G. Sicari, C. Ruggeri, C. Campo… tante, tantissime voci contemporanee e non ma, di certo, moderne, appassionanti e di cui consiglio la lettura. Oggi fare poesia è un atto politico (nel senso più filosofico di civiltà di cui essere parte), ideologico, erotico, sovversivo e urgentemente gentile.

    Ci proponi qualche tua poesia presa dal tuo libro di poesie?

    Tramonto

    Si inerpica,
    dondolante, impalpabile sfera luminosa
    sulla trama stonata
    d’azzurro cantante:
    fine commossa
    del giorno che è stato,
    topazio ghiacciato
    di caldo e miseria.
    La grandezza, ai nostri piedi,
    è a un passo
    e lambisce con segreti veli d’ira
    la carne fragile e immensi gli occhi
    che gemono, sfiniti di promesse.
    In ascolto un lupo dall’altura, ammaliato,
    contraccambia il canto
    come augurio macilento
    in giovinezza permutato.
    Giovinezza che è idea e giudizio:
    ci si può sentire solo obsoleti
    nell’inganno autorevole
    del calar del sole
    che non ci domanda consiglio.

    Solstizio d’estate

    L’estate è fragore caldo
    di spensieratezza assente,
    latente,
    è brusio leggero di aria lieve,
    parole primitive,
    immagini d’altri tempi
    in una stretta
    digiuna di avvenire,
    avvinghiata a cose perdute
    e granitica
    di questa ora
    tremante di emozioni misconosciute,
    grida di rondini
    cieli pacati
    labbra rivelate
    mani sconce.
    E noi
    distesi immobili,
    quasi morti
    di grandezza irrisolta.

    In-coscienza
    C’è spazio
    con angoli
    smussati
    da inclinazioni facinorose
    e necessari aforismi.
    C’è uno spazio
    ove prosperare non è infamia,
    lo accolgo a gambe incrociate
    come a voler attendere pazienza
    umana,
    e mi contiene tutta
    senza ch’io possa ribellarmi
    al desiderio spurio di scalare paradigmi,
    confondere decisioni,
    mischiare pregiudizi e intenti
    per liberare incanto
    invece che vergogna.
    È incredibile
    l’assenza assoluta
    obiettiva
    -quasi una favola reale-
    di paura
    d’altro dio
    all’infuori di me.
    Insonnia
    Nessuno
    adesso
    sbriciola con me
    la grana grossa
    rubina
    di notte torbida
    che passa sugli occhi
    come vano dimenticare
    e si sofferma severa
    sulle grida accese
    d’una fede sacrilega,
    non si può dormire
    -soltanto alcuni numi riposano,
    sembrano i nostri defunti-.
    E quando provo a rinnegare
    me stessa
    ammiccando ad altre ore,
    il buffo profilo della notte
    si scioglie
    -il tempo è risolto-
    e non rimane che un’alba succinta
    a schiarirmi il dramma disumano
    d’altri Padri miseri
    insonni
    e increduli di poter essere spiegati
    /con parole di donna.

    Queste poesie sono tratte da Melodia di porte che cigolano, la mia prima raccolta poetica edita da Eretica Edizioni.

    Le donne oggi possono essere oggetto di poesia o è l’animo umano che è cambiato?
    -Credo che le donne non possano più essere oggetto di qualcosa ma soltanto soggetto. Assistiamo ad un cambiamento radicale di punto di vista, di modo di essere. La donna può essere il centro di una poesia a lei dedicata, ma non l’oggetto. Può essere l’autrice ma non l’ancella della sua stessa parola poetica né la cortigiana di chi le leggerà, uomini e donne che siano. L’animo umano è in continuo cambiamento, in positivo e in negativo e vorrei tanto che, adesso, questo cambiamento fosse accompagnato e sostenuto dalla creatività della parola poetica come strumento di codifica, elaborazione e condivisione dell’emozione e del pensiero.

    gisella bianco Poesia
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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