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    Home»"D" come Donna»Fecondazione artificiale
    "D" come Donna

    Fecondazione artificiale

    Cinzia FiccoBy Cinzia Ficco05/09/2012Updated:08/10/20141 commento6 Mins Read
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    Eleonoramazzoni
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    Fecondazione artificiale: sarà stata pure “difettosa”, ma il duente di Eleonora Mazzoni , quello che ha scoperto di avere studiando recitazione, non l’ha mai tradita e dopo alcuni anni le ha permesso di stravolgere i piani di madre Natura.

    da tipitosti.com

    Un’ esagerazione? Provate a leggere la storia di Eleonora Mazzoni, nata a Forlì, attrice e autrice del libro “Le difettose”, Einaudi (che vi consiglio) e capirete.

    Nel suo percorso – lo si leggerà più volte- tanta importanza hanno avuto il teatro, il sostegno dei suoi e quel fuoco creativo, tanto caro a Garcia Lorca, che è esploso sul palcoscenico.

    Eleonora, lei lo fa capire in tante occasioni: “Recitare l’ha salvata”. Si è, infatti, formata alla Scuola di Teatro di Alessandra Galante Garrone e ha lavorato con Giorgio Albertazzi. Ma cosa le ha dato il teatro?

    Albertazzi è stato uno dei miei insegnanti. Abbiamo lavorato sulla poesia, in modo particolare su quella di Garcia Lorca, poi ci siamo ritrovati come colleghi in occasione di due film (eravamo protagonisti con Giovanna Mezzogiorno di “Tutta la conoscenza del mondo” e “AD project” con la regia di Eros Puglielli). La mia formazione come attrice ha avuto enorme influenza. Ho “imparato a imparare” non solo con la testa, ma anche con le emozioni, il corpo, i sensi, il cuore, tutto insieme. Nel mio mestiere ogni volta che reciti, se vuoi farlo bene e non in maniera accademica e meccanica, deve accadere qualcosa, devi farti attraversare dalla vita. Lorca diceva devi avere “il duende”, parola difficilmente traducibile, devi cioè essere posseduto da una forza più grande di te stesso, che renderà grande quello che interpreti. E deve esserci ogni volta. Non basta che tu ieri sia stata brava e abbia dato il massimo, se oggi non ri-succede sarai la peggiore delle guitte.

    Al teatro ha dato tanto. Fino all’età di 35 anni nella sua vita c’è stato solo quello. Poi ha cominciato a desiderare un figlio. Ma forse era un po’ tardi?

    A 35 ho cominciato a pensarci. A 37 a provarci. Quindi tardi, rispetto ai tempi che ancora oggi nel 2012 la natura detta. Prima il mio istinto materno era basso, vicino allo zero. E’ stato sicuramente decisivo l’incontro con mio marito e il miglioramento del rapporto con mia mamma. Come Carla, la protagonista de “Le difettose”, avevo cercato di prendere le distanze da lei e da un certo modello (cioè sposarsi e fare figli presto, lasciando il proprio lavoro e i propri interessi), tanto da andarmene via di casa presto, molto presto (a 18 anni, una rarità in Italia). Il desiderio di diventare madre, a lungo represso, quando è esploso è stato devastante. Il bisogno di sperimentare, come la definisce Carla, “quella potente forza primordiale capace di squassarmi il corpo di donna troppo civilizzata”, la voglia di mettere al mondo un essere umano altro da me, per un certo periodo ha divorato ogni altro desiderio, diventando pericolosamente “l’unico pensiero della giornata, la sola attività pulsante che come un tarlo svuota dall’interno il resto, interessi, passioni, impegni, lasciando l’involucro a salvaguardare la vita sociale e la presentabilità“.

    Poi cosa è successo?

    Dopo più di un anno di tentativi mirati senza risultati io e mio marito abbiamo cominciato a fare tutte le analisi possibili e immaginabili. Risultavamo entrambi sani e fertili, ma il figlio non arrivava. Un terzo delle gravidanze che non arrivano non ha cause organiche. E’ allora che ci hanno consigliato la fecondazione artificiale. All’inizio una pensa di poter rimanere subito incinta. Fiduciosa nei passi da gigante che ha fatto la medicina, mi inebriavo al pensiero che la scienza avrebbe saputo ripagarmi di quello che la natura non era disposta a concedere. Quando, invece, ho fallito – perché se c’è qualcuna che la cicogna la becca al primo colpo, la maggioranza di chi frequenta i reparti delle donne “difettose” deve provarci e riprovarci – mi sono dovuta rendere conto che il desiderio e la volontà non bastano. Anch’io come Carla sono passata attraverso “tre fecondazioni artificiali fallite e due aborti naturali riusciti”.

    Quale è stato il momento peggiore?

    Il momento più drammatico è stato quando ho perso per la prima volta al terzo mese il bimbo. Alle spalle avevo già un tentativo di Icsi non andato a buon fine e la mia via crucis durava da più di due anni. E’ successo che sono rimasta incinta naturalmente e inaspettatamente. Poi la gravidanza si è fermata. L’ho vissuto come un accanimento e una crudeltà del destino. Mi sono stati molto vicini mio marito e mia sorella. Mi ha deluso il mio ginecologo, freddo e distaccato, privo di tatto e sensibilità.

    C’è stato un momento in cui ha deciso di mollare?

    Credo che in una questione così intima per una donna come il diventare madre, la decisione di mollare o no nasca dal profondo di sé. Per questo occorre ascoltarsi. Per questo gli altri – famiglia, amici, medici – hanno poca voce in capitolo. Nessuno ti può dire fino a che punto conviene spingersi e quando occorre fermarsi. E sempre dal profondo di sé si trova la forza. Alcune lasciano perdere dopo un tentativo, altre ci riprovano dodici volte. Nessuna ha torto, nessuna ha ragione. Basta rimanere in contatto con se stesse e non perdersi. Ogni volta che si deve ricominciare è una lotta.

    Ma non ha mai pensato all’adozione? Perché in tante la rifiutano?

    L’adozione è una scelta che deve maturare dentro. Anche lì, ad un certo punto,ci si può rendere conto di essere pronte, di aver ad esempio elaborato il lutto di non essere diventate madri biologiche. Deve essere pronto anche tuo marito. Noi ci siamo arrivati dopo cinque anni e mezzo di tentativi naturali e artificiali.

    L’anno scorso sono arrivati i due gemelli. L’ha mai considerato un miracolo?

    Il miracolo è stato che quando stavamo pensando all’adozione sono rimasta incinta. I tempi sono stati incredibili. Il 12 marzo 2011 mi sono sposata – noi non ne sentivamo la necessità, ma per adottare è obbligatorio – il 31 marzo ho consegnato “Le difettose” a quelli di Einaudi. Anche il libro ha avuto positivi effetti terapeutici sulla mia mente e il mio corpo. I primi di aprile ho fatto il mio ultimo transfer – deciso a fine 2010. Se non fosse andato a buon fine prima dell’estate avremmo iniziato le pratiche per l’adozione e dopo otto mesi sono nati Emma e Matteo.

    <<continua>>

    cinzia ficco duende eleonora mazzoni fecondazione artificiale
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    Cinzia Ficco
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    Pugliese, classe ‘69, laureata in Scienze politiche, giornalista pubblicista, è responsabile del magazine www.tipitosti.it, il blog di chi non molla. Sposata, ha una bambina che si chiama Greta, si diverte a scrivere per lei racconti. Ha pubblicato Josuè e il filo della vita, Il re dalle calze puzzolenti, Tina e la Clessidra, con la casa editrice Edigiò. L’ultimo è Mimosa nel regno di sottosopra, pubblicato da Intermedia.

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    1 commento

    1. valeria vaccari on 06/09/2012 19:37

      immagino che questa signora si sia sottoposta a cure ormonali per avere i figli, dopo due fecondazioni artificiali e due aborti. perchè tanta sofferenza e travagli per il corpo?
      perchè non adottare subito? che cosa hanno di diverso i genitori adottivi?

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
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