Autore: simonasforza

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Blogger, femminista e attivista politica. Pugliese trapiantata al nord. Equilibrista della vita. Felicemente mamma e moglie. Laureata in scienze politiche, con tesi in filosofia politica. La scrittura e le parole sono sempre state la sua passione: si occupa principalmente di questioni di genere, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro, della salute e dei diritti.

“Negli ultimi quarant’anni, da quando i governi hanno accettato che il capitalismo neoliberista elevasse la produzione di profitto a principio organizzatore della vita, la crisi della cura si è aggravata. La priorità accordata agli interessi del capitale finanziario e ai suoi flussi ha accompagnato lo smantellamento impietoso dei sistemi di welfare, così come delle istituzioni e dei processi democratici. Le logiche di mercato, come sappiamo, si sono tradotte in politiche di austerità che hanno ridotto al minimo gli strumenti che ci consentirebbero di contenere l’attuale pandemia, lasciando molti ospedali privi persino dei basilari dispositivi di protezione individuale necessari a medici e infermieri.…

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Lasciare i propri figli nei Paesi d’origine e vivere per anni nel dolore dell’assenza è il destino di molte braccianti rumene e bulgare impiegate, spesso in nero, nella raccolta della frutta e della verdura che arriva nei nostri supermercati. La stessa sofferenza vissuta da queste donne pesa sui loro figli, gli < orfani bianchi>, le migliaia di bambini che crescono lontani dalla propria madre, affidati alle cure di nonne o altri familiari. Le madri lontane di Stefania Prandi (con la bella postfazione di Chiara Cretella che esplora anche le dinamiche madre-figlio da Melanie Klein a John Bowlby) edizioni People, è il racconto coraggioso delle conseguenze…

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Alle origini della Resistenza: un’altra vita è possibile Meno evidente di quella maschile, in storie come queste affiora, quasi in filigrana, la genealogia delle madri. Lea, come Dilva, nell’ora decisiva sceglie la Resistenza perché ha imparato, sin da bambina, di meritare qualcosa di più e di meglio di ciò che vogliono farle credere la società, la chiesa, i datori di lavoro. Hanno assorbito dallo sguardo amorevole e combattivo delle proprie mamme la consapevolezza di essere brave, preziose, importanti. Sanno, perché gliel’hanno fatto sentire sulla pelle. Come una carezza al momento giusto, che un altro mondo e un’altra vita sono possibili, anche…

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“Sono rari i processi che si concludono con una condanna, come ha rilevato in uno studio Louise Fitzgerald (1995) psicologa sociale e docente emerita di Psychology and Women’s studies all’Università dell’Illinois: soltanto l’1% denuncia e solo un terzo vince la causa. In un’intervista del 2018, Catharine MacKinnon, giurista e attivista americana, una delle pioniere degli studi in materia, ha spiegato che la situazione negli ultimi vent’anni non è migliorata.” Scrive così la giornalista d’inchiesta Stefania Prandi nel suo capitolo frutto di anni di lavoro nel campo (è l’autrice del reportage Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo, edito da Settenove) a…

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Le definizioni per poter circoscrivere il fenomeno La psicologa Louise Fitzgerald ( Fitzgerald, 1990), tra le prime a studiare le molestie sessuali, ha sviluppato una definizione più operativa, individuando tre tipologie principali:1. le molestie di genere, che possono includere commenti offensivi sulle donne; osservazioni inappropriate sull’aspetto fisico allusioni sessuali, esposizione di immagini pornografiche;2.  l’attenzione sessuale indesiderata, come nel caso di proposte insistenti di appuntamenti, contatti fisici indesiderati e che provocano disagio; 3. la coercizione sessuale, ad esempio minacce e ricatti sessuali, definiti anche quid pro quo (dalla frase latina che significa “qualcosa al posto di qualcos’altro”). Le prime due forme di molestia contribuiscono…

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Una risorsa interessante per aprire gli occhi sul mondo e su come vivono le donne sotto vari aspetti. Per capire quali sono le discriminazioni, i progressi fatti e i gap da colmare. Un vero atlante con schede tematiche di ricerca e di analisi a cura di Joni Seager (docente di global gender studies a Bentley): lavoro, salute, educazione, disuguaglianze, maternità, sessualità, contraccezione, aborto, alfabetizzazione, ricchezza, povertà, potere, diritti, tutti con uno sguardo femminista. Una prospettiva internazionale e comparativa che arricchisce l’analisi sociale e l’attivismo, pur con un grado di generalizzazione problematico perché si rischia di non vedere le reali differenze…

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“Quando attraversano lo spazio pubblico, soprattutto al buio, le donne vivono in condizione di paura maggiore rispetto agli uomini, come molte ricerche hanno ampiamente dimostrato negli ultimi trent’anni (Franck & Paxson 1989, Gordon & Riger 1989; Valentine 1989; Pain 1991; Stanko 1995; Madriz 1997; Hollander 2001; Viswanath & Mehrotra 2007; Dymén & Ceccato 2012; Sweet & Ortiz Escalante 2012). Ciò succede nonostante siano meno vittime di reati degli uomini, i quali invece non manifestano particolare disagio nell’esperienza della città la sera e la notte.” Secondo il Censis 2022 le città italiane sono sempre più sicure da trent’anni a questa parte.…

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Quando una donna urla contro un’altra donna non è ovviamente femminista, e tutte le sue tesi diventano chiaramente intrise di patriarcato, in stile ti spiego io le cose. Purtroppo accade sempre più spesso e il dialogo si spezza di fronte a certi comportamenti e cattive abitudini, tanto da rendere difficile comunicare, ci pensi due volte prima di esprimere la tua opinione. Quello sciame di parole può fare molto male e tendere a silenziare. Visceralmente ho pensato e mi sono espressa come non facevo più per evitare appunto problemi, polemiche. Comunque il succo è che non ce la faccio più ad…

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