La vita è di esclusiva proprietà personale, la morte non lo sappiamo e comunque non la decidiamo noi. Lo stile con cui abbandoniamo il mondo è l’impronta che lasciamo. Nei media dell’informazione vige l’abitudine di salutare le persone note scrivendo ciò che più fa notizia, piaccia o meno. In questo triste evento, a modo loro ognuna di queste due persone, Letizia e Marta, hanno fatto un piccolo percorso della nostra storia di donne, standoci dentro o frusciando come velo, ed è per questo che le salutiamo. A modo nostro. Ricordandole con parole di altri ma con grande rispetto. Letizia Leviti.…
Autore: Marta Ajò
La maleducazione, quale che sia, non porta mai bene. Dispiace sapere che è un sostantivo femminile, anche se per lo più utilizzato dagli uomini, che si usa per agire con mancanza di rispetto, arroganza o scorrettezza. La maleducazione nell’uso comune, comunque non ha genere, inutile mentire, e non ha collocazione altra. Essa è la sua sostanza. Si è maleducati a casa, in ufficio, tra coniugi, con i figli, con i vicini, con chi ci supera in macchina, con chi ci sbatte la porta in faccia, insomma le modalità della maleducazione sono talmente tante che non possibile elencarle ma solo immaginarle…
Non pare illogico affidarci a queste giovani donne che non appaiono ancora inquinate e sufficientemente sdoganate per resistere agli attacchi esterni ma anche a quelli che potrebbero venire dalle forze che l’appoggiano. Care noi, che apparteniamo a questa società in cui viviamo ma che in essa a volte avvertiamo disagio; care noi, che abbiamo dovuto fare quasi una rivoluzione per emanciparci ed essere riconosciute come persone; care noi, che ancora non ci sentiamo perfettamente in sintonia con chi ci rappresenta; care noi, che non vogliamo fare un discorso di parte, di simboli, di genere ma piuttosto da cittadine, riflettiamo sulle…
GLI STATI GENERALI DELLE DONNE,IL PENSIERO COLLETTIVO CHE SI FA AZIONE Da #Expo2015 a #Matera2019 verso il Mediterraneo Il progetto: Riconosciamo l’importanza di poter misurare l’impatto del lavoro delle donne in modo da trasformarlo in una priorità nell’ambito dell’agenda politica. Siamo da sempre consapevoli della nostra responsabilità nel definire un’agenda per uno sviluppo sociale ed economico inclusivo e per la sostenibilità ambientale. Crediamo che tale obiettivo possa essere conseguito grazie ad un processo di cooperazione anche internazionale che metta in evidenza il valore delle donne in quanto fonti di creatività e innovazione per lo sviluppo sostenibile, per il necessario…
“Politica”, parola che comunemente definisce le azioni messe in campo per il governo della nazione, città, comunità; i cittadini ne eleggono i rappresentanti che dovrebbero, a loro volta, mettere in atto buone prassi per ben governare nell’interesse collettivo. Ciò che può sembrare una saccente verità, purtroppo non sempre appare così lineare e spesso, la sola parola, genera confusione e malumori. La perdita di fiducia in essa, quando si manifesta ne è certamente l’aspetto più visibile, la conseguenza più pericolosa. Nel nostro Paese (e non solo), essa è stata nel tempo ingenerata da alcuni comportamenti della classe politica. Frequenti sono stati…
Chi la vuole cruda, chi la vuole cotta. Meglio competente. Non siete contente? O non vi va mai bene niente? Per carità, siamo abituate a doverlo essere, di tutto o quasi, delle briciole, pezzettini, crosta e mollica. E’ che ci piacerebbe il pane fresco di forno, profumato, con gli ingredienti giusti, necessari alla sua lievitazione. Perché sono quelli che dalla ricetta passano al buon risultato. Ancora, come la vorresti questa ministra delle pari opportunità? Di mezza età? Una virago che battei pugni sul tavolo o una gentile signora che abbozzi davanti alle prepotenze? Oppure giovane, magari bella, rampante e potente?…
Nella storia della bambina di Caivano nessuno se ne può completamente tirare fuori e in qualche modo è una chiamata in correo. Avevo giurato di non farlo. Perché il lungo corridoio nero in cui si sono di volta in volta arrotolate e srotolate le notizie, i dibattiti, le posizioni individuali, il giornalismo, il voyeurismo, la morbosità, l’appartenenza, il parlato e il virtuale, quel lungo corridoio in cui abbiamo inciampato nostro malgrado e che ci ha condotto infine a varcare la porta che divide dall’orrore, non può fare che male. E quest’ultimo, sia quello vissuto degli adulti come quello delle favole…
Era il 10 marzo 1946 quando le donne italiane furono chiamate per la prima volta a votare.Trasformate per legge da angeli del focolare a cittadine votanti-esseri pensanti, le donne diedero nei decenni successivi il proprio contributo personale ai cambiamenti del Paese Appartenenti a tutti i ceti, operaie, borghesi, religiose, tutte si accinsero per la prima volta a sperimentare la propria autonomia di voto e di pensiero, all’interno delle urne. Anche se, dentro queste “contenitrici, forse le mani tremavano, accompagnate ancora da scorie di una cultura politica, familiare e culturale bel lungi dal riconoscerle interamente come soggetti autonomi e pensanti;…