Guarino Guarini e la Cappella della Sindone.
Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a figure femminili in Torino. Eppure non mancano figure di Donne che ne hanno fatto la storia. Ne hanno parlato martedì 29 aprile al primo di una serie di talk nell’allestimento in Piazza Castello a Torino, davanti all’Archivio di Stato, nello spazio previsto per grandi afflussi di pubblico detto “Tenda della Sindone”. Condotto dal dr. Mauro Gentile, divulgatore, con il Dr. Enrico Zanellati, curatore di Palazzo Faletti di Barolo, nonché conservatore dell’Accademia Albertina e lo scultore Gabriele Garbolino Rù, docente dell’Accademia Albertina, sono partiti dalla Cappella del Duomo.

Nel 1668, all’iniziale progetto affidati ad altri architetti, subentrò il Guarini, che, con il suo, in particolare progetto della cupola, nota per la sua complessità ed effetto ottico, capolavoro del barocco, ha consentito alla Sindone dei Savoia di avere un ambito prestigioso per essere esposta.
Premesse Barocche e Nobiliari.
A Torino, passando davanti a Palazzo Barolo, gli appassionati di enogastronomia piemontese forse interpretano l’Opera di Barolo come una “Nobile Officina del Vino”. Niente di più sbagliato. Si distingue anzi come un palazzo barocco tra i più significativi della città.
L’edificio occupa un intero isolato da Via delle Orfane fino a Piazza Savoia. Sul lato opposto, si trova la Curia Maxima, prospiciente Via S. Domenico, che all’epoca ospitava le carceri. La domenica in Albis del 1814, una giovanissima Marchesa Giulia di Barolo, in processione dalla Chiesa di Sant’Agostino allo scopo di portare la comunione a chi non poteva andare in parrocchia, sente urlare dal carcere: «Noi non vogliamo la comunione, ma il rancio!»
Misericordia Cristiana.
Mossa a compassione, la Marchesa entra d’impeto nella Curia Maxima, sale all’ultimo piano dove trova in condizioni atroci le donne carcerate. (foto) Da allora sceglie una vita di servizio che la porta persino a riscrivere il regolamento dell’istituto di pena, inserendo la costruzione di progetti di reinserimento sociale delle detenute oppure dando loro accoglienza nell’ordine delle Suore Figlie di Gesù Buon Pastore, congregazione da lei fondata nel 1833.
Santi Sociali a Torino.
Una notizia curiosa: pare che nella capitale sabauda si reperisca il più alto tasso di Santi mai rilevato in Italia. La Marchesa Giulia e suo marito Carlo Tancredi ne sono uno degli innumerevoli esempi. Entrambi elevati al rango di “Venerabili” sulla strada della Beatificazione, hanno saputo mettere a frutto il background sociale per il bene del prossimo.
Aneddoti Divertenti.
Oltre alla sua venerabilità, la Marchesa Giulia è anche un po’ golosa. Nei primi anni Venti dell’Ottocento sono a lei intestate tutte le fatture di acquisto del “Diablottino”, sorta di cioccolato in forma solida ancora prima del Gianduiotto, comodo mettere in borsa e poterlo condividere con i bisognosi.

Napoli In Gran Tour a Napoli con il marito Carlo Tancredi, la Marchesa scrive all’amico Silvio Pellico di essere stata su una barca il cui barcaiolo si era portato appresso un bimbo malato nella speranza che il mare lo facesse stare meglio. La Marchesa impietosite subito vuole occuparsi di lui, condivide il Diablottino: «Il volto che si è subito ricolorato per quel cioccolato è mille volte meglio del panorama del Gran Tour!»
Esempi per i e le Giovani di Oggi.
L’Opera Barolo in consesso con l’Archivio di Stato e altre istituzioni mirano alla sensibilizzazione dei più giovani anche con la realizzazione di un fumetto per raccontar loro la traccia della vita dei Marchesi. È stata coinvolta una giovane artista, Martina Parisi, per la realizzazione delle tavole a colori e la ristampa, presente nel BookShop di Palazzo Barolo.

Non avendo prole, il tema caro dei Marchesi diventa l’educazione dell’infanzia: fondano il primo asilo nido della storia sabauda proprio a Palazzo Barolo nel 1825. Nei loro feudi hanno lasciato in eredità altri istituti, ancora operativi e funzionanti: quello di Altessano a Venaria e quello di Moncalieri, dove di recente si è dato l’avvio dei lavori per l’asilo nido. Tutt’oggi l’Opera Barolo investe moltissimo.
Controversie Femministe.
Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

La Tenda della Sindone.
All’interno della Tenda, Gloss e visitatori, anziani e scolaresche possono interagire con un tavolo interattivo che spiega nel dettaglio le ferite subite dall’ipotetico Cristo sul finire della Passione con un programma di lettura facilitata e speakeraggio automatizzato.
È inoltre presente una sorta di piccola arena con una trentina di posti a sedere per gustare la visioni dei «Volti nel Volto», immagini ricavate da capolavori dell’arte in sovrapposizione con movimenti morphing creati in digitale, curata dalla Fondazione Carlo Acutis, nata per ispirare e promuovere una trasformazione positiva del mondo a partire dai giovani della città di Torino, la Fondazione Carlo Acutis pone l’individuo al centro, credendo nel valore di ogni singola vita.
Insomma, Torino e la Cultura ancora una volta dimostrano di ben valere una visita, specie in questo periodo papale e del Giubileo.

Netnografia
Fede e impegno sociale nell’opera dei Venerabili Marchesi di Barolo
Venerabili Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert, Marchesi di Barolo
Carlo Acutis: il sito ufficiale della Fondazione
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