(precedente, dove si parla di ricreare i quadri di Klimt grazie alla AI)
I Big Data sono base per lo sviluppo di grandi opportunità in diverse aree. La GenAI (Generazione tramite Intelligenza Artificiale) è da intendere come abilità di una macchina di elaborazione dei Big Data a velocità più elevate di quelle umane.
Prima dell’avvento di app ChatGpt e derivate o consorelle (a gennaio 2025 sono trascorsi solo due anni e pare già un secolo), tra freelance e creativi andò di moda parlare di Big Data. Si dovette arrivare a marzo 2021 perché il Parlamento Europeo chiedesse una legislazione incentrata sull’essere umano e basata sui valori europei per la privacy e la trasparenza che permetterà alle aziende e ai cittadini europei di beneficiare del potenziale dei dati industriali e pubblici nell’UE. (Cit.: Strategia europea per i dati: la linea del Parlamento | Tematiche | Parlamento europeo)
Big Data e Problem Solving
Sembrava che creativo o problem solver che fosse non sarebbe stato più capace di fare al meglio il proprio lavoro se non avesse saputo come utilizzare i Big Data. E pronti partenza via, corsi su corsi di Big Data a partire dalla definizione per arrivare a capirne l’uso. La locuzione si riferisce agli insiemi di dati raccolti da svariate fonti, dai dati GPS di milioni di telefoni cellulari alle cartelle cliniche, raccolti in tempo reale, in quantità e complessità tali da necessitare nuove tecnologie sempre più veloci.
Computer rapidissimi
I Big Data presentano la base per lo sviluppo di grandi opportunità in diverse aree, che vanno dalla soluzione della congestione del traffico cittadino, alla creazione di applicazioni per smartphone destinate ai pazienti d’ospedale, all’ottimizzazione di produttività e tagli per l’industria, alla riduzione di emissioni di gas a effetto serra, alla diminuzione di rifiuti per l’ambiente, al perfezionamento delle strategie di utilizzo di risorse come acqua e luce, oltre all’adattamento di coltivazioni monitorando i mutamenti delle circostanze in ambito agricoltura, all’aumento dell’efficienza ed efficacia dei servizi pubblici, per offrire servizi su misura dei cittadini e maggiore trasparenza nel settore pubblico. Si attende affamati l’avvento del computer quantistico. Per ora, il 9 dicembre 2024 ne è uscita una prima versione per pochi individui eletti.
Ed è qui che inserisce la GenAI, intesa come abilità di una macchina di mostrare ragionamento, apprendimento, pianificazione, creatività, ricezione di Big Data per elaborarli a velocità infinitamente più elevata di quella umana, accompagnata da adattamento del proprio comportamento in autonomia con analisi degli effetti di azioni precedenti allo scopo di migliorare per rispondere a obiettivi specifici impostati dall’umano.
Cosa fa paura?
Attraverso l’aspetto umanoide, l’utilizzo di voce, pelle, sentimenti e capacità progressiva di ragionamenti sempre più complessi in autoapprendimento, la macchina sta diventando sempre più umana e suscita il dubbio che potrebbe sostituire l’uomo. È questo che fa paura ai più.
Ma sarà sempre necessario che un umano imposti obiettivi specifici. E sarà ancora più necessario che tali specifici obiettivi rispondano tanto a leggi morali quanto etiche.

Circa eventuali interrogativi sull’intreccio tra etica e professionalità, il regista Paul Schrader, noto per capolavori come “Taxi Driver” e “Toro scatenato”, ha reperito in ChatGPT un socio inatteso in grado di dare origine in pochi istanti a plot folgoranti in pochi secondi. Si tratta di lampi di genio che danno l’abbrivio ad accesi dibattiti: la GenAI è un aiuto o una minaccia? Nel 2023, durante lo sciopero degli sceneggiatori Schrader aveva avvisato dell’importanza di un riconoscimento economico commisurato a coloro che mettono a frutto la tecnologia, delineando l’era in cui plot di film e di serie TV e film potrebbero manifestarsi con un’efficacia senza precedenti, sollevando interrogativi su etica e professionalità.
Ben vengano allora situazioni come AI Chronicles OGR che si è svolta a Torino nei giorni scorsi, ponendo Torino un’altra volta tra i primati italiani.
(seguente)
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