La spigolatrice di Sapri

0

statua-sapriLa poesia patriottica La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini è ispirata alla spedizione di Carlo Pisacane finalizzata ad una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle due Sicilie, un fatto storico, che abbiamo studiato fin delle elementari a partire dalla suddetta poesia che inizia con Eran Trecento era giovani e forti e sono morti.

Alla giovane contadina, simbolo dei moti rivoluzionari anti occupazione, a Sapri hanno dedicato una statua bellissima dal punto di vista artistico che ha però provocato un mare di polemiche: giudicata sessista. Se la osserviamo notiamo una giovane donna molto avvenente con un potente sex appeal, in abiti erotizzati e in posa da modella di Vogue. Ma lo sapete chi erano le spigolatrici? Delle contadine che lavoravano duramente fin dalla più tenera età nei campi per dar da mangiare a tutti ed è quello che ancora fanno oggi non solo le donne: almeno tra i più poveri c’è sempre stata la parità.

Direi che non si tratta solo di sessismo, come hanno criticato in tanti, ma di falso storico. Le contadine del 800 non ero agghindate come la dea Callipigia. Ed è proprio a partire dal falso storico che è necessario protestare perché passa il messaggio che le donne lavoratrici non si spezzavano la schiena per sopravvivere con i pochi spiccioli ricavati dal duro lavoro dei campi.

Posso capire il fatto che la spigolatrice in questione si sia invaghita del capo spedizione come narra la poesia, ma da questo a farla diventare il simbolo dell’amore romantico ne passa.

nudoLa spigolatrice di Sapri era giovane e carina, me la sono sempre immaginata così, ma non era certo, ahimè, una dea. Per essere corretti ricordiamo però che in fatto di statue il nudo e l’erotico è presente in entrambi i sessi, anche se i maschi sono sempre rappresentati come simbolo di forza e valore mentre le donne come seduttrici. Del resto è una storia che viene da lontano..

Non dobbiamo però, nell’ansia di revisionismo storico, “abbattere” le statue, ma semplicemente dare loro il giusto collocamento. È sufficiente cambiare nome alla statua in questione, direi che La venere di Sapri non sarebbe male.

CONDIVIDI

Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

Lascia un commento


+ sette = 16