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    Home»Donne digitali»Uno dei personaggi più stravaganti della storia dell’informatica
    Donne digitali

    Uno dei personaggi più stravaganti della storia dell’informatica

    Sara SestiBy Sara Sesti05/05/2013Updated:28/09/2014Nessun commento4 Mins Read
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    adalovelace
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    Ada Byron King, Lady Lovelace (1815-1852)

    É uno dei personaggi più stravaganti della storia dell’informatica. Anticipò i principi organizzativi del calcolo automatico moderno, per cui oggi viene considerata la “prima programmatrice.”

    Un linguaggio per calcolatori sviluppato negli Stati Uniti nel 1979 è stato chiamato “Ada” in suo onore.
    Augusta Ada nacque in Inghilterra dal matrimonio tra Lord George Byron (1788-1824), famoso poeta e patriota appartenente all’alta aristocrazia e Annabella Milbanke, una donna dal carattere forte, colta e amante delle scienze. Il matrimonio durò solo pochi mesi. Poco dopo la nascita di Ada, i genitori si separarono e fu la madre ad occuparsi personalmente della cura e dell’educazione della figlia. Le sue lezioni ebbero una forte impronta scientifica e Ada dimostrò ben presto un grande interesse per la matematica e la meccanica: risolveva problemi e progettava piani di costruzione per navi e per diversi macchinari, senza trascurare però le occupazioni prevista dall’educazione di una nobildonna.
    Era una fanciulla di salute cagionevole, soffriva di fortissimi mal di testa, era succube di una madre dominatrice, ma era molto ambiziosa e si dedicava con passione ai suoi interessi scientifici. Fin da piccola corrispose con noti scienziati, ottenendo incoraggiamenti e consigli anche da Mary Somerville, la celebre studiosa che rappresentò il suo ideale scientifico.
    A vent’anni sposò Lord William King, che sarebbe diventato conte di Lovelace. Anche dopo il matrimonio si dedicò alle sue ricerche scientifiche con l’ambizione di realizzare qualcosa di importante in questo campo e di ottenere dei riconoscimenti. Le sue aspirazioni vennero però frenate dalla nascita di tre figli, da problemi di salute e da obblighi di rappresentanza a fianco del marito.
    In società conobbe il matematico Charles Babbage (1792-1871), celebre inventore che aveva progettato alcuni modelli di macchine calcolatrici. La sua “Analytical Engine” viene oggi considerata il precursore dei moderni elaboratori. Tra Ada Lovelace, che nonostante tutte le difficoltà aveva continuato a occuparsi di matematica, e Babbage nacque una profonda amicizia e in lui la contessa trovò il partner intellettuale che prendeva seriamente i suoi interessi e le sue ambizioni.
    A 27 anni Ada tradusse dal francese una monografia dell’ingegnere e ufficiale del genio Luigi Federico Menabrea (1809-1896), in cui veniva illustrata la costruzione della “Analytical Engine.”
    Quando Babbage venne a conoscenza di tale traduzione se ne rallegrò molto, ma nello stesso tempo si meravigliò che la studiosa, con tutto il suo sapere, non avesse scritto essa stessa un simile libro.
    Le consigliò quindi di corredare la traduzione con illustrazioni e annotazioni proprie e, quando Ada scoprì e corresse un errore di procedimento commesso dallo stesso Babbage, le sue annotazioni superarono di tre volte il testo originario. Nel suo lavoro, la studiosa affrontò da un lato i problemi che potevano essere risolti mediante la “Analytical Engine” ed elaborò dall’altro i principi organizzativi delle rispettive operazioni di calcolo, scrivendo in tal modo i primi programmi per computer.
    Il libro venne pubblicato nelle Taylor’s Scientific Memoirs del 1843 e un altro merito di Ada fu proprio quello di aver divulgato l’invenzione di Babbage in un circolo scientifico più ampio.
    L’interesse maggiore della studiosa era di dare attuazione al progetto della “Analytical Engine”, ma la realizzazione della macchina analitica incontrava due ostacoli: era troppo costosa e l’idea era troppo avanzata per l’ingegneria del tempo. Ada tentò in tutti i modi di procurarsi la somma di denaro necessaria, anche giocando alle corse dei cavalli, un’altra sua grande passione.
    Quest’ultima fu però un’idea disastrosa, che la portò alla perdita di tutte le sue sostanze e ad essere ricattata da allibratori senza scrupoli. Quando quella vicenda e gli strascichi giudiziari che ne seguirono furono conclusi, la salute di Ada peggiorò e ripresero i suoi fortissimi mal di testa.
    Curata dalla madre con trattamenti a base di morfina e alcool, la studiosa divenne tossicodipendente e morì di cancro all’età di 36 anni.

    ada Byron King
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    Sara Sesti

    Insegnante di Matematica fa parte dell’Associazione Donne e Scienza. E’ responsabile per il ”Centro di Diffusione della Cultura Scientifica e Tecnologica” dell’Università di Milano della rassegna di film e documentari scientifici “Vedere la Scienza- Sguardi sulle Donne di scienza”. Ha curato, per il Centro di Ricerca PRISTEM dell’Università Bocconi, la mostra ”Scienziate d’Occidente. Due secoli di storia”. Ha pubblicato con Liliana Moro il libro ”Donne di scienza. 50 biografìe dall’antichità al duemila”, PRISTEM-Bocconi, 1999 e “Scienziate nel tempo. 70 biografie”, LUD Milano, ultima edizione 2010. Collabora con la rivista di matematica ”Progetto Alice”. E’ una delle webmaster del sito www.universitadelledonne.it. É coautrice dello spettacolo teatrale “Scienziate visionarie. Il mondo che vogliamo” prodotto da Pacta dei Teatri (2023)

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