In viaggio con Alice – IX parte

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di Francesca Baldacci

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Trovarono i cugini in piazza Trilussa e cenarono insieme presso alcuni amici comuni che avevano una trattoria da quelle parti.
Infine ritornarono a casa. Hans aveva preso sottobraccio Alice, ma sembrava alquanto taciturno.
I cugini erano lontani, sembravano essersi dimenticati di loro.
Forse era il momento buono per sognare, Roma sapeva essere davvero magica, proprio come recitavano le canzoni che Hans tanto amava.
– Alice… ma dov’è Paola? E i tuoi cugini?
Lei si guardò attorno: – Ehm… non li vedo più.
– Li abbiamo persi. Ci siamo persi! Proviamo a chiamarli col cellulare.
– Ma che c’importa! – sbottò. – Li chiamiamo fra un po’…
– Non mi piace trovarmi in una città che non conosco, così grande, senza punti di riferimento, di notte.
Mamma mia. Alice scosse la testa, rassegnata. Chiamò Paola, si fece raggiungere, ritrovarono la strada. E la magia di quella Roma notturna sfumò.

Dopo tre giorni erano in viaggio per Napoli, da qui avrebbero visitato le rovine di Pompei.
Alice non era più nemmeno arrabbiata: si stava semplicemente convincendo che Hans non era quello per lei. Le piaceva un sacco, okay. Ma era troppo tonto, troppo imbranato. Ci doveva mettere un croce su.
Anche stavolta aveva dimenticato qualcosa: un pettinino.

Quante occasioni ho perso con Alice? Ormai non le conto più. Succede sempre qualcosa di strano, come un segno del destino. Se anche prova qualcosa per me, sicuramente pensa che io sia una frana, un totale disastro.
Io di solito non sono così, quando sono a casa. Forse il fatto di essere in un paese straniero – in particolare, il paese dei miei sogni – mi manda in tilt? Non saprei dirlo. Forse è proprio così. Sono mortificato. Una figuraccia dietro l’altra, proprio quando vorrei dirle quello che penso, e magari baciarla.
Adesso c’è un’altra tappa del nostro viaggio: Napoli! La città del sole e dell’amore. Quante volte ho visto immagini di questo luogo stupendo, azzurro, come un paradiso terrestre.
Visiteremo gli scavi di Pompei, un posto che mantiene un fascino antico inesprimibile. Sono sicuro che anche qui resterò incantato dalle bellezze italiane. Finora non c’è nulla che mi abbia deluso, anzi. Tutto è stato superiore alle aspettative, come ho scritto anche nei miei messaggi a mamma e papà. Mi hanno chiesto che cosa mi è piaciuto di più, non sapevo che cosa rispondere. Non potevo certo dire “Alice”. Be’, però lo penso. Spero che Napoli ci porti fortuna.
Dai nonni ho visto molti film in bianco e nero che hanno, sullo sfondo, questa città. Alcuni titoli li ricordo ancora: “Pane amore e fantasia”, “Pane amore e gelosia”.

– Alice! Ben arrivata!
La voce giungeva dal piano più alto del condominio. Alice alzò lo sguardo e vide Gegia,la cugina più simpatica e mattacchiona che aveva. Cinque anni più di lei, sposatissima con tre figli tremendi uno più dell’altro, viveva col marito, e al piano sotto abitava la suocera, che era altrettanto simpatica e parlava solo dialetto napoletano strettissimo. Chissà come se la sarebbe cavata Hans: non ci avrebbe capito niente.
Come al solito, il suo compagno di viaggio stava litigando col telefonino, che adesso mandava stranissimi “bip”.
– Be’?
– Volevo cambiare le suonerie, ma adesso non mi viene nulla, continua a lampeggiare… Lo spengo. Forse è meglio – disse osservando il bieco sguardo di lei.
Per fortuna i parenti di Alice sviarono i pensieri più cupi. Affettuosissimi e ospitali, avevano già imbandito la tavola.
Chissà come, al ragazzo pareva di conoscerli da sempre, come se li avesse visti in sogno. Erano gli italiani descritti da suo padre, da sua madre, dai suoi nonni, con un sorriso accogliente stampato sulle labbra, pronti a offrirti ospitalità e amicizia.
Arrivò anche la suocera di Gegia, settant’anni e uno spirito battagliero: quando seppe che Hans era “innamorato” dell’Italia, che conosceva i celeberrimi film di De Sica, drizzò le antenne.
– Li ho tutti in dvd, ragazzo. Se vuoi ce li vediamo insieme, in queste sere, e anche Alice se li vedrà con noi – disse in napoletano stretto che lei si affrettò a “tradurre”.
Eppure, chissà come, Hans intuì ciò che voleva dire. Tanto che da quel momento i due comunicarono molto, senza nemmeno bisogno di… traduzioni da parte di altri.
Alice programmò la visita a Pompei per il mattino successivo, intanto. Voleva visitare anche il Museo Archeologico di Napoli, due giorni dopo, e le antiche rovine di Paestum il giorno successivo. Sognava, intanto, che finalmente Hans, complice il cielo azzurro di Napoli, si sarebbe deciso, una volta per tutte, a dichiararsi… Senza immaginare che il destino beffardo, ancora una volta, era dietro l’angolo.

<<continua>>

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Profilo Autore

Caterina Della Torre

Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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