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    Home»Salute e benessere»Nutrizione»Un caso clinico di problema metabolico
    Nutrizione

    Un caso clinico di problema metabolico

    Elisabetta RaveraBy Elisabetta Ravera03/03/2017Nessun commento9 Mins Read
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    problema-metabolico
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    La sindrome metabolica è una particolare situazione clinica in cui c’è un aumento del grasso viscerale, quindi del tessuto adiposo che si accumula nelle parti superiori del corpo, favorendo così l’aumento del peso corporeo in particolare della circonferenza della vita

    Amelia giunge nel mio studio perché negli ultimi anni ha aumentato progressivamente il suo peso e inizia a fare fatica quando sale e scende le scale o deve camminare in salita. Visto l’impegno che gli richiede il lavoro che svolge, infermiera specializzata, ha deciso di “mettersi a regime”e di seguire i consigli di un esperto. Mi trovo quindi di fronte ad una donna giovane di 42 anni, molto estroversa e ciarliera, quindi facile anche da intervistare.

    Come di consueto inizio con l’analisi di eventuali patologie concomitanti o problemi passati e/o in corso, poi mi concentro sulla analisi del diario alimentare.

    Apparentemente Amelia gode di buona salute , non ha malattie in corso né ha subito interventi chirurgici, non assume farmaci , non fuma ma beve moderatamente degli alcolici, e, con una certa soddisfazione, mi dice che ha “uno stomaco di ferro” per cui digerisce benissimo. Solo successivamente mi riferisce, senza peraltro attribuirne una grande importanza, un episodio occorsogli durante la giornata di Natale dell’anno precedente, quando, dopo un pranzo con i fiocchi caratterizzato da abbondanti libagioni, ha avvertito una sensazione di costrizione a livello del torace e un dolore interscapolare, tale da fargli prendere la decisione di consultare il pronto soccorso. Durante il ricovero tutte le analisi fatte in emergenza non hanno evidenziato delle specifiche problematiche cardiache per cui la mia paziente è stata dimessa con una diagnosi generica di “indigestione” e con un consiglio, peraltro del suo medico curante, di prendere per qualche giorno una aspirina a scopo “precauzionale”. Questo episodio, sottostimato da Amelia, mi mette invece in allerta e mi riprometto di approfondire alcuni aspetti che forse non sono mai stati adeguatamente indagati.

    L’analisi della alimentazione giornaliera conferma che la mia paziente ha una alimentazione sregolata, da lei giustificata in base alla tipologia del suo lavoro : pasti consumati ad orari irregolari, a volte saltati, colazioni spesso fatte al bar con brioche oppure focaccia, 6 tazzine di caffè al giorno, ma soprattutto un ampio e incondizionato uso di carboidrati e zuccheri semplici nel corso della giornata, a scapito soprattutto della verdura. Amelia ama molto il pane, che consuma in quantità industriali, anche assieme alla pastasciutta, che , se riesce, mangia sia a pranzo che a cena. Al sabato sera c’è il rito della pizza, con dolce finale. Anche il capitolo dei dolciumi è molto ampio, la mia paziente si confessa come molto golosa, con un desiderio crescente di consumare cibi dolci soprattutto nelle ore serali e nel dopocena. E’ una bevitrice di birra, ma non disdegna anche il vino soprattutto se è a cena in ristorante con gli amici.

    donna-grassaAlla visita medica evidenzia un aumento della circonferenza della vita ben superiore a 100 cm, esattamente 112, un indice di massa corporea superiore a 30, inquadrabile come obesità, una pressione arteriosa di 150 mmHg sistolica e 95 mmHg diastolica, non proprio ottimale.

    Decido quindi, prima di consigliare un regime dietetico, di fare qualche indagine in più, prescrivendo una serie di esami di laboratorio, includendo in particolare il dosaggio della insulina nel sangue, la glicemia , i trigliceridi e l’omocisteina.

    Amelia ritorna con i risultati che confermano il mio sospetto: ha elevati valori di insulina, trigliceridi e omocisteina, la glicemia a digiuno è al limite superiore di normalità.

    L’aumento della insulina nel sangue è una condizione presente in chi ha sviluppato una forma di resistenza all’insulina . Le cause più frequenti sono un costante eccesso di zuccheri nel sangue causati da una dieta sbagliata e squilibrata, in questo caso i recettori delle cellule vengono sollecitati costantemente da questo ormone e la cellula assorbe più zucchero di quello di cui ha bisogno, fino ad arrivare alla insulino-resistenza che è l’incapacità della cellula di assorbire gli zuccheri perché ha avuto i propri recettori cronicamente iperstimolati diventando non più responsivi all’insulina. L’aumento dell’ormone insulina è associato alla sindrome metabolica e al diabete mellito di tipo 2. In presenza di un aumento di insulina si ha anche come conseguenza un incremento della sintesi nel fegato dei trigliceridi, mentre a livello renale l’aumentata ritenzione di sodio favorisce la comparsa di ipertensione arteriosa. Per questi motivi un quadro di obesità, alterazione del quadro lipidico, un fegato grasso e iperinsulinemia costituisce un fattore di rischio cardiovascolare.

    L’omocisteina elevata nel sangue rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la salute di cuore e arterie: i suoi livelli elevati si trovano in chi è affetto da diabete o dalla sindrome metabolica, predisposizione costituzionale, stile di vita e alimentazione entrano in gioco pesantemente : i livelli nel sangue si innalzano per cause diverse come vita sedentaria accompagnata dal consumo eccessivo di grassi e proteine, una dieta povera in vitamina B ma ricca di caffè, l’abitudine al fumo e l’uso cronico di farmaci come ad esempio gli anti ulcera o i contraccettivi orali. Inizialmente non si avvertono sintomi, proprio come succede per l’iperglicemia, poi l’ accumulo di omocisteina nelle pareti dei vasi genera disturbi soprattutto al cuore e alla circolazione, ma non è tutto, è stata indicata come associata all’Alzheimer , demenza senile e alcune malattie autoimmuni come l’artrite . In gravidanza è stata indicata come corresponsabile di malformazioni del feto. L’omocisteina si forma all’interno del nostro organismo dall ‘aminoacido metionina e il suo metabolismo e distruzione è regolato dalle vitamine come l’acido folico e le vitamina B6 e B12: la loro carenza genera un accumulo di omocisteina, dannosa per il nostro corpo..

    Quali consigli dietetici da dare a Amelia? Come la nave prima di impantanarsi definitivamente nelle secche deve cambiare rotta così la mia paziente deve dare una svolta alla sua vita, non solo per eliminare la pancia e per camminare più spedito, ma anche e soprattutto per evitare di incappare in guai di salute più seri nel medio periodo.

    Una prima considerazione è che il contenuto in zuccheri soprattutto semplici ma anche complessi deve essere drasticamente ridotto, quindi vengono proibiti i dolci sia artigianali che industriali, i biscotti , lo zucchero, le bevande dolci come succhi di frutta, coca cola, tè in bottiglia, privilegiando gli alimenti a basso indice glicemico. Questo indice è la velocità con cui aumenta la glicemia a seguito della assunzione di un alimento che contenga 50 g di carboidrati e misura la capacità di uno zucchero di alzare la glicemia dopo il pasto rispetto ad uno standard. Gli alimenti consentiti sono quindi la verdura cruda come insalata , pomodori, carote ,finocchi , cotta come gli spinaci, zucchine, cavoli, broccoli, melanzane e tutta la frutta, con qualche eccezione, i legumi come lenticchie , ceci, fagioli, fagiolini, l’olio di oliva , la carne bianca e rossa, le uova, il pesce, il latte meglio se vegetale, formaggio, mandorle e noci, pane e pasta integrale con moderazione, cereali come orzo e farro integrale, riso basmati integrale, quinoa, muesli base senza uvetta, semi di lino, girasole, zucca e sesamo, cioccolato fondente >80% di cacao.

    Tutti questi alimenti hanno un indice inferiore a 50, considerato ottimale. Semaforo rosso invece oltre che per i già citati dolci anche per farine bianche, prodotti da forno come focacce e pizze o brioche , riso bianco , pasta fresca, patate, purea di patate, zucca e carote bollite, crepes, banane, melone, miele e marmellate, frutta secca o disidratata dolce come fichi o datteri.

    E per l’aumento della omocisteina nel sangue? La dieta in questo caso deve comprendere alimenti dove la vitamina B 12, B6 e acido folico siano presenti in quantità adeguata, quindi deve includere pesce, uova, carne , formaggi tutti ricchi in B12, legumi che forniscono la B6 e acido folico, germe di grano, fiocchi di crusca e mais fonte di acido folico in associazione alla verdura come la rucola, cicoria, indivia, scarola, carciofi e zucchine e alla frutta, ricordando che buona parte di queste vitamine viene persa durante la cottura o l’esposizione prolungata alla luce. Nella popolazione italiana i livelli di assunzione giornaliera di acido folico sono leggermente inferiori rispetto a quelli consigliati, per questo motivo è bene consumare le famose cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura, eventualmente integrando queste vitamine con preparati naturali presenti in commercio.

    Amelia viene quindi invitato a modificare la sua dieta eliminando i dolci, il pane e pasta di farina bianca, privilegiando gli alimenti ricchi in proteine ad alto valore biologico, come la carne magra, il pesce e le uova, i cereali solo integrali e i legumi con frutta e verdura suddividendoli in 5 pasti durante la giornata, un ulteriore consiglio è quello di abbandonare i troppi caffè e le bevute di birra con gli amici e di impiegare almeno mezz’ora al giorno del proprio tempo libero per una attività fisica aerobica, come ad esempio la camminata a passo veloce.

    Che cosa è la Sindrome Metabolica

    La sindrome metabolica è una particolare situazione clinica in cui c’è un aumento del grasso viscerale, quindi del tessuto adiposo che si accumula nelle parti superiori del corpo, favorendo così l’aumento del peso corporeo in particolare della circonferenza della vita (con valori oltre i 100 cm nell’uomo e 88 cm nella donna), è associata spesso ad un incremento oltre i valori di normalità dei trigliceridi e ad una diminuzione patologica del colesterolo HDL nel sangue. Può anche coesistere un persistente aumento della pressione arteriosa oltre i valori soglia di 140/90 mmHg. Il rischio di sviluppare una sindrome metabolica aumenta con l’età e viene favorita dalla vita sedentaria, dalle abitudini alimentari errate e dall’abuso di alcol. Combattere la sindrome metabolica è importante perché si riduce il rischio di sviluppare malattie pericolose per la vita come tutte quelle correlata ad un difettoso funzionamento del cuore, del cervello , della circolazione, del rene e del fegato.uesti alimenti hanno tutti un indice inferiore a 50

     

     

     

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    Elisabetta Ravera
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    Elisabetta Ravera medico chirurgo, specialista in nutrizione clinica e dietetica, naturopata. Ha gestito l'unità di supporto nutrizionale all'Istituto Tumori di Milano, successivamente si è dedicata alla ricerca clinica. e attualmente esercita la libera professione nell'ambito dietologico-nutrizionale a Cogoleto, nella Riviera Ligure di Ponente e a Genova. Collabora con la rivista "L'Altra Medicina" e ha un suo sito internet www.nutrizionearmonia.it.

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