Autore: Graziamaria Pellecchia

Graziamaria Pellecchia. Nata a Bari nel1947. Ho frequentato l’Istituto commerciale e poi l’Università di Lingue a Bari. Nel 1973 mi sono sposata e ho raggiunto mio marito nel suo piccolo paese natale: Vaiano Cremasco in Provincia di Cremona . Ho lavorato a Milano negli anni settanta e poi a Monte Cremasco, per quasi trent’anni, come ufficiale demografico al mattino e bibliotecaria nel pomeriggio. Ho due figli. In pensione abbiamo deciso di stabilirci ad Adelfia, (BA) dove tutt’ora viviamo. Ho sempre amato scrivere. Penso che questo modo di raccontarci sia una delle migliori opportunità per condividere con leggerezza la nostra umana avventura.

Grazie alla costanza della sua prima sorella, sostenuta dall’organizzazione umanitaria che li aveva ospitati appena arrivati in Italia, nella sua famiglia si era fermata la pratica dell’infibulazione. Ci incontravamo davanti alla scuola, nel parchetto o in ludoteca dove si tenevano corsi di pasta al sale e pittura su ceramica. Fra le “immigrate” del gruppo io ero forse uno dei più recenti acquisti. Immigrata dall’interno e sicuramente da meno anni di Maria, etiope di nascita. Parlavamo di cucina, figli, libri, le solite cose e poi, quei piccoli lavori artistici ci prendevano parecchio! Di argomenti religiosi o intimi, quasi per un…

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La grande struttura di “Pane e Pomodoro” di Bari è soprattutto una spiaggia comunale, non si pagano nè l’ entrata, nè i servizi. Il nome deriva dal fatto che da sempre questo luogo è stato meta di incontri…bastava un tavolinetto, un po’ di “pane e pomodoro”, qualche bevanda e se uno non aveva compagnia, la compagnia si poteva trovare anche lì. Oggi che ci sono viali e strutture varie a rendere confortevole il posto, ogni barese DOC la considera ancor di più un salotto per socializzare, anche se ci si va soprattutto per prendere il sole a fare qualche bracciata…

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo Che la scuola Italiana sia diventata talmente multietnica e aconfessionale, da rendere anacronistico l’insegnamento di una sola religione, è diventato quasi un coro generale, da parecchi anni. Che le Scuole considerino uno spreco dover spendere fondi per tenere in qualche modo occupati in attività alternative, negli stessi orari, i sempre più numerosi alunni che scelgono l’esenzione dall‘ora di religione, è una realtà.Che si debba trovare una soluzione è un’esigenza. Ma che per metterci una zeppa si debba sostituire l’ora di religione con l’ora di “religioni” non è sicuramente la soluzione migliore. Mi chiedo: chi sarà…

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Le statistiche dicono che la maggior parte delle donne al Sud sono disoccupate. In effetti statisticamente parlando, questo dato non fa una piega. Ci sono molte donne imprenditrici, insegnanti, giuriste, dottoresse, impiegate negli enti pubblici, in banca, nelle aziende e anche politiche molto determinate che lavorano in vari settori ed entrano nei dati delle “poche donne” occupate, ma, ora che ci vivo stabilmente, ( dopo quasi quarant’anni di vita “al Nord“) e posso accedere ogni giorno alla realtà della vita media delle donne del Sud, noto come le statistiche non ce la potrebbero mai fare a rappresentare la variegata situazione…

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di Graziamaria Pellecchia Fine anni cinquanta. Si comincia timidamente a commemorare in pubblico la resistenza e poi arriva il 25 aprile. A scuola mi danno una ricerca: raccogliere immagini e notizie sul periodo storico. Cerco nell’enciclopedia…no…non c’è niente. Trovo due pagine a fumetti sul “Corriere dei Piccoli”, ma non posso mica mettere i fumetti in una ricerca scolastica. Uffà sarò costretta a coinvolgere “i grandi”. Lo so, non hanno mai tempo, dicono che i compiti si fanno da soli…però…questa volta non è colpa mia, proprio non posso farne a meno… – “ Mamma? Cosa è la festa del 25 aprile?”…

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