L’ora di ”religioni”

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Che la scuola Italiana sia diventata talmente multietnica e aconfessionale, da rendere anacronistico l’insegnamento di una sola religione, è diventato quasi un coro generale, da parecchi anni. Che le Scuole considerino uno spreco dover spendere fondi per tenere in qualche modo occupati in attività alternative, negli stessi orari, i sempre più numerosi alunni che scelgono l’esenzione dall‘ora di religione, è una realtà.Che si debba trovare una soluzione è un’esigenza. Ma che per metterci una zeppa si debba sostituire l’ora di religione con l’ora di “religioni” non è sicuramente la soluzione migliore.

Mi chiedo: chi sarà il docente di questa materia? Logicamente gli insegnanti attualmente di ruolo, variamente abilitati per l’insegnamento dell’ora di religione. Potrebbero, certo, perché i loro percorsi di studio glielo consentirebbero, ma siamo sicuri che i genitori di alunni di altre confessioni, risponderanno positivamente al fatto che un insegnante fino a ieri solamente “cattolico” parli della propria “altra” religione al loro figliolo?

Alla luce di alcune considerazioni, penso proprio di no. Infatti, molti genitori di alunni “multietnici”, di religioni diverse dalla cattolica, non sentono l’esigenza di far studiare in una scuola pubblica, ai loro ragazzi, questa materia. Piuttosto, ho avuto modo di constatare, parecchi adulti vivono come intrusione il fatto che altri, sia pure con le migliori intenzioni di condivisione, ma di confessione diversa, interferiscano nelle pratiche e nei riti della propria comunità, figurarsi nell’educazione religiosa dei figli! Piuttosto, se desiderano che i figli studino in un ambiente religioso, li avviano ad una scuola specifica, privata o paritaria che dir si voglia, come del resto accade anche per genitori cattolici.
Inoltre, “l’ora di religioni” non risolverebbe il problema di quegli studenti agnostici, o di famiglia atea, che comunque chiederebbero l’esonero, e per i quali comunque si dovrebbero spendere fondi ed energie per ore scolastiche alternative, spesso del tutto inutili e appiccicaticce. Non mi sembra una buona idea e neanche un’idea giusta, considerando i tagli selvaggi che sono stati attuati, per altre discipline, che comunque erano frequentate da tutti gli studenti di un istituto.

Penso che l’ora di religione o di religioni sia un’anomalia del nostro sistema scolastico e che possa benissimo e soprattutto in modo più proficuo, essere assorbita, caso mai, da un’ora di storia e civiltà delle religioni, da attribuire, in analogia con quanto già operativo da quest’anno per altre materie, ad un insegnante, che abbia, nel suo percorso formativo, studi adeguati per l‘insegnamento di queste discipline.

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Profilo Autore

Graziamaria Pellecchia

Graziamaria Pellecchia. Nata a Bari nel1947. Ho frequentato l’Istituto commerciale e poi l’Università di Lingue a Bari. Nel 1973 mi sono sposata e ho raggiunto mio marito nel suo piccolo paese natale: Vaiano Cremasco in Provincia di Cremona . Ho lavorato a Milano negli anni settanta e poi a Monte Cremasco, per quasi trent’anni, come ufficiale demografico al mattino e bibliotecaria nel pomeriggio. Ho due figli. In pensione abbiamo deciso di stabilirci ad Adelfia, (BA) dove tutt’ora viviamo. Ho sempre amato scrivere. Penso che questo modo di raccontarci sia una delle migliori opportunità per condividere con leggerezza la nostra umana avventura.

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