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    Donne e musica

    La musica ti cambia la vita e a volte te la salva

    Maria Giovanna FarinaBy Maria Giovanna Farina11/10/2019Nessun commento6 Mins Read
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    AMORE E LOUIS VUITTON è il singolo di esordio di Luisa, una newyorchese romana, nata a New York ma dal cuore italiano. E la musica le ha salvato la vita.

    luisa-amoreTra Italia e America, tra Giorgia e Christina Aguilera, Luisa è una newyorchese romana, nata a New York ma dal cuore italiano, che vive da anni a Miami. La chiave (ironica) di questo esordio musicale è nella raffigurazione di una ragazza di 23 anni già indipendente, lontana dalle convenzioni, consapevole di un fascino da agitare come una bacchetta magica per incantare ‘uomini omega’. Una donna che sfrutta la sua bellezza, e non viceversa.

    La musica ti cambia la vita e a volte te la salva. Così è stato per Luisa. L’anoressia è un’ombra nera con cui ha dovuto fare i conti a 13 anni. Dieci anni dopo, guardandosi indietro, può dire di esserne uscita grazie alla musica e ad una persona: la celebre insegnante di canto GINA MARETTA. Nonostante le sue 86 primavere, l’insegnante di Gloria Estefan decide di prendere la ragazza sotto la sua ala protettiva per 6 mesi, in casa sua.

    Luisa viene selezionata nell’ambito della “Little Dreams Foundation” di Phil Collins e Orianne Collins. Con la fondazione, Luisa è salita sul palco il 6 dicembre 2014 esibendosi con Phil Collins, Laura Pausini, Alejandra Guzmán e Richard Marx al Fillmore a Miami Beach.

    La musica può salvare la vita, può far rinascere anche dal tunnel dell’anoressia, argomento di cui mi sono occupata seppur con una certa leggerezza proprio perché mettere le ali è possibile. Luisa, tu ci sei riuscita anche grazie alla musica. Ci racconti il momento in cui hai capito che stavi risalendo la china?

    Ricordo esattamente una notte con mia madre… Ero appena tornata a casa dopo una settimana da Gina, la mia insegnante di canto ed il mio angelo custode. In quel periodo, trascorrevo la maggior parte delle mie giornate da lei. Ogni sera mi preparava la cena  e posso dire che… che non era tra le migliori cuoche! Una domenica sera –  era quello il giorno in cui di solito rientravo a casa – con i miei avevamo appena finito di cenare, ma io avevo ancora fame (sensazione molto abituale per me in quel momento della mia vita, che cercavo di reprimere senza sosta). Quella sera però fu diverso. Confessai a mia madre di avere ancora fame. Mi ricordo la sua faccia stravolta dalla gioia e ricordo che immediatamente mi preparò un cracker “Wasa” con mascarpone ed una fetta di prosciutto. Per la prima volta, dopo tantissimo tempo, mi concedevo il lusso di mangiare quello che volevo. Con quel primo boccone mi sembrò di essere in PARADISO. Non potrò mai dimenticare il piacere puro che provai in quel momento – finalmente mangiavo qualcosa che desideravo, qualcosa che mi piaceva ed in più vedevo il sorriso stampato sul volto di mia madre dopo tanti mesi. Mi sentii così fiera di me – nessun senso di colpa. Fu in quel momento che mi ripromisi di conquistare delle piccole vittorie come quella, tutti i giorni. Il primo passo verso la guarigione è l’accettazione, per me è sempre stata la battaglia più ardua. Accettare di avere un disturbo, accettare di essere malata, accettare di essere una creatura imperfetta…..una volta accettata la situazione, sono riuscita a combattere e ad assaporare le mie piccole vittorie che mi rendevano giorno dopo giorno sempre più forte.

     luisa-amore.vuitonAmore e Louis Vuitton è il tuo singolo d’esordio che contiene in sé una certa provocazione, credi davvero sia possibile ribaltare la situazione per arrivare a far provare al maschio l’oggettualizzazione di cui la donna è vittima, forse non sempre inconsapevolmente? 

     Credo fermamente nell’importanza che noi, come collettività, facciamo emergere la consapevolezza di questo argomento nella sua complessità. Non credo sia necessario far provare agli uomini il sentimento di oggettualizzazione che noi donne abbiamo subito da sempre, lo riterrei ugualmente ingiusto. Tuttavia, penso fermamente che la consapevolezza sia la chiave giusta per evidenziare e trovare la soluzione più consona ad ogni problematica. Penso che questa sia la maniera migliore di affrontare l’argomento – evidenziare i problemi che le donne hanno fronteggiato per così tanto tempo e risolverli e porre fine una volta per tutte. 

     Perché hai scelto proprio la Vuitton, agognata icona del lusso? 

     L’ho scelto per un motivo divertente. Il mio soprannome è “Luisa Vuitton” fin da quando ero bambina, perché ho sempre avuto un’adorazione per la moda. Ritagliavo immagini di borse di lusso dalle riviste per metterle su “fashion vision boards” che creavo per me quando avevo grosso modo 12, 13 anni, immaginandomi sul palco di un “tutto esaurito Madison Square Garden” di New York, mia città natale. Oggi, da adulta, sono consapevole che gli oggetti di lusso e la mania di possedere non sono cose cosi importanti nella vita, e che invece possono essere pericolosissimi quando diventano più importanti di ciò che invece conta davvero. Ecco perché ho pensato fosse interessante utilizzare un oggetto di lusso come metafora per le donne oggetto. 

     Cosa ti senti di dire alle giovani, un suggerimento per superare certi momenti difficili, perché il cibo è un “gesto” d’amore così come lo è la musica e chi non sa cantare o suonare come può secondo te attingere alla sua fonte di inesauribile passione vitale?

     Ad ogni ragazza che fatica ad accettare se stessa, che fatica ad amarsi, che si confronta con qualunque tipo di ostacolo in generale…. è molto difficile ed io lo so bene, credetemi, innanzitutto cominciare ad amarsi. Se tu non hai amore per te, come puoi concedere amore al mondo? Cosa versa una tazza vuota? Non è affatto facile – inizia con piccoli gesti quotidiani come guardarsi allo specchio e dirsi, a voce alta, tre cose che ti piacciono di te. Io iniziavo con: “Mi piace la mia voce. Mi piacciono i miei occhi. Mi piace la mia determinazione”. Sii curiosa e mettiti alla prova con nuovi hobbies e attività – trova quello che ti fa stare BENE, quello che ti fa dimenticare tutta la negatività che ci circonda. Quando l’hai trovata, inseguila come se fosse oro! La combinazione tra sussurrarti ciò che ami di te e il fare cose che ti danno gioia, costituisce le fondamenta per una “casa” felice dentro te stessa. Uno spazio sicuro all’interno della tua anima a cui potrai accedere in ogni momento perché lì tu sei al sicuro, sei protetta, sei l’essenza di te stessa. Per me è stata la musica. Per te le possibilità sono infinite. Inizia la ricerca e apprezzane ogni momento – saranno momenti in cui scoprirai te stessa e la bellezza della vita.

    Amore bulimia luisa vuiton
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    Maria Giovanna Farina
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    Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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