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    Home»Pari opportunità»Donne politica»ISOTTA GAETA, STORIA DI UNA GIORNALISTA LIBERA
    Donne politica

    ISOTTA GAETA, STORIA DI UNA GIORNALISTA LIBERA

    DolsBy Dols25/02/2018Updated:25/02/20182 commenti4 Mins Read
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    isotta gaeta-giornalista
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    La vita di Isotta Gaeta è stata la testimonianza di una vera passione per la democrazia, la libertà d’informazione e i diritti civili dei più deboli.

    di Chiara Raganelli

    L'altra metà della ResistenzaISOTTA GAETA (Torino, 16 ottobre 1927 – Nizza, 20 dicembre 2009) era, insieme alla sorella Milva, figlia di Vittoria Anticzarina Cavallo e di Giuseppe Gaeta, comunista della prima ora durante il ventennio fascista e attivo nella Resistenza come ispettore del Comando delle Brigate Garibaldi. La famiglia materna, immigrata dalle Puglie nel 1910 per motivi politici (il nonno Leopoldo era socialista), fu protagonista della rivolta del 1917 a Borgo San Paolo, il famoso quartiere della Torino proletaria rossa. Nella sua casa torinese passarono personalità di spicco come Gramsci, Togliatti, Pajetta, Negarville, Longo, Cesare Pavese, che condividevano gli ideali della famiglia. La vita di Isotta è segnata, quindi, dalla nascita, da eventi politici che la porteranno a militare a sedici anni come staffetta partigiana con il nome di battaglia di “Mira”, nella 107° Brigata Garibaldi. È proprio in questo periodo che Isotta si avvicina al giornalismo: usava la sua inseparabile Olivetti M40 per battere i volantini con gli appelli e i messaggi alla popolazione. Isotta ricorda : “La mia partecipazione alla Resistenza è stata la naturale conseguenza dell’educazione ricevuta in una famiglia antifascista provata dal carcere, dal confino, dalle privazioni. Un percorso che mi ha fatto scegliere da che parte stare con convinzione. […] A Torino, nel mio Borgo San Paolo, altri esempi di rivolta contro il fascismo mi venivano da altre famiglie come i Pajetta, i Montagnana, i Longo. […] Eravamo ragazzi ma, in pochi giorni, diventammo ribelli”.
    Negli anni ’50 -’60, dopo il trasferimento a Milano, Isotta collabora con numerose riviste femminili tra cui Vie Nuove, Noi Donne, Quarto mondo, Compagne. Nel 1978 scrive L’altra metà della Resistenza con Bianca Guidetti Serra e Lydia Franceschi sulla valorizzazione dell’impegno femminile durante la lotta di Liberazione e, nello stesso anno, entra nelle fila di “Stampa Democratica”. Qui si impegna in tutti gli organismi sindacali della categoria (Direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Fnsi, Commissioni Sindacali, Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale) e diventa segretaria del Circolo della Stampa di Milano. Dagli anni ’80 è in prima linea come reporter per il Corriere della Sera, battendosi per i diritti civili dei detenuti e per garantire giustizia, equità e dignità della persona nelle carceri. Nel 1985 lavora a un documentario dal titolo Invece del carcere, che l’anno dopo le vale il premio giornalistico “Exploit”. Altra sua iniziativa è stata la creazione del “Premio giornalistico del Mediterraneo Matilde Serao”, a Napoli.
    La sua visione europeista nel 1992 la spinge a fondare e dirigere la “Rete italiana delle giornaliste europee”, mentre nel 1996 organizza la prima visita di giornaliste europee in Cina in occasione della “Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne”.
    Sua fu l’idea, inoltre, di creare il Coordinamento Europeo dei Circoli della Stampa e di sostenere anche iniziative a Nizza, dove si era trasferita, convinta che Italia e Francia avessero insieme un ruolo europeo importante. Per questi motivi volle che, sia nel consolato Italiano di Nizza che a San Martin de la Vesubie, fossero poste lapidi per ricordare l’impegno dell’esercito italiano nella difesa delle comunità israelitiche. Al momento della morte, avvenuta nella sua casa della Costa Azzurra in riva al mare, era presidente del Festival Internazionale Cinematografico a regia femminile “Sguardi altrove”, che ancora oggi si svolge annualmente a Milano.
    Isotta sposò Tullio Benedetti, anche lui con un passato da partigiano e senatore comunista della val di Susa, da cui ebbe un figlio, Luciano; dopo la fine del suo matrimonio convisse a lungo con Giovanni Cesareo, giornalista e critico televisivo, con cui condivise diverse inchieste.
    Dalle battaglie durante la Resistenza a quelle ideologiche, la vita di Isotta Gaeta è stata la testimonianza di una vera passione per la democrazia, la libertà d’informazione e i diritti civili dei più deboli, in un’ottica di impegno sociale e di valorizzazione dell’attività femminile degna delle lotte politiche che hanno attraversato la storia della sua famiglia.

    FONTI:

    MILANO: MORTA LA GIORNALISTA ISOTTA GAETA. FNSI E STAMPA DEMOCRATICA IN LUTTO


    http://www.romagnanoi.it/news/italia-estero/620138/GIORNALISTI–FNSI–E-.html
    https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4879
    http://www.anpi.it/donne-e-uomini/2875/isotta-gaeta
    http://www.sguardialtrovefilmfestival.it/nw/archivio/edizione-2010/10/
    http://anpidantedinanni.blogspot.it/2011/05/isotta-gaeta.html

    isotta gaeta torino
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    2 commenti

    1. Patrizia Gallo on 28/02/2018 09:13

      Grazie, una emozione grande vedere che mia zia Isotta sia ricordata , una donna veramente speciale !
      Sono contenta percé per il lavoro che ha fatto non ha mai avuto grandi riconoscimenti, se non da morta : perché Lei é ricordata nel FAMEDIO a Milano un onore.

      Reply
    2. Pingback: Isotta Gaeta, storia di una giornalista libera – Chiara Raganelli

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