Mary Franzese ha vinto a Gammadonna 2016 il premio Giuliana Bertin Communication 2016, come migliore imprenditrice comunicativa. Non crede nell’esistenza dei limiti ma nel superamento degli ostacoli. Si definisce testarda, determinata e un’imprenditrice sognatrice.
L’avevo già intervistata, ma volevo conoscerla di persona ed allora approfittando del forum Gammadonna per l’imprenditoria femminile, sono andata ad incontrarla. E vederla mi ha confermato quello che avevo pensato durante l’intervista telefonica (il telefono toglie molto alla comunicazione fatta di gesti e fisicità). Mary è una bella ragazza minuta e piccolina, una brunetta italiana che dietro la voce flebile nasconde una volontà di ferro. E allora capisci perché è riuscita a lanciare in Italia e nel mondo la sua startup Neuron Guard fondata da Enrico Giuliani di Modena, cui si è poi aggiunta Mary, laureata in economia, napoletana di Ottaviano, poi trasferita a Castellanza e ora a Modena dove l’azienda ha gli uffici.
Mary ha un curriculum eccezionale, considerata la sua età: 30 anni. Laurea in Economia Aziendale, esperienze formative in Argentina (Winter School), Finlandia (Erasmus) e Cina (Summer School), Master in Imprenditorialità e Strategia Aziendale. Per due anni ha gestito una cooperativa attiva nel settore socio-sanitario-assistenziale nel territorio napoletano.
Non soddisfatta della propria attività nel 2013 entra a far parte del team Neuron Guard come “Startup MBA Partner”, per poi diventarne cofondatrice nel 2014.
Neuron Guard, è una startup anti-ictus che si è aggiudicata un premio nell’Intel Global Challenge, la competizione che dal 2005 l’azienda di Santa Clara dedica alle startup che vengono selezionate da tutto il mondo. La Società modenese Neuron Guard ha vinto il primo premio nella categoria Internet of things and hardware. Ed ora ha vinto il Premio Giuliana Bertin Communication Award,
Mary sei partita da Ottaviano per andare nel mondo affermandosi poi con una startup. Come sei riuscita a gestire questo impegno?
Perché una startup abbia successo è necessario che i fondatori abbiano una buona esperienza professionale, si impegnino e per ultimo che vadano d’accordo ed abbiano una buona empatia. Infine anche che ci sia dietro un finanziamento che le sostenga economicamente.
In Italia come nel mondo è difficile fare impresa e se non ci sono i presupposti oltre alle buone idee, è inutile andare avanti.
E tu ci hai creduto subito?
Sì, ed ho lottato anche contro i miei genitori. Ti racconto una cosa che non ho mai raccontato finora a nessuno. Dopo essermi sono laureata nel 2011 in economia aziendale nel 2010 al secondo semestre del primo anno della specialistica parto per Shangai, poi passo da Dubai, torno a Napoli per salutare i miei genitori e poi riparto per l’Erasmus in Finlandia per 5 mesi. I miei a quel punto mi dicono:” Ti ricordiamo che hai una famiglia o almeno ogni tanto fermati.”
E ti sei fermata?
Diciamo che ci ho provato. Infatti dopo aver finito l’Erasmus torno a Napoli e comincio ad avere la mia prima esperienza aziendale in una cooperativa napoletana.
I miei erano contentissimi che fossi tornata a casa. Tuttavia dopo 1 anno e mezzo che ero rientrata non ero soddisfatta di quello che facevo. Abituata a viaggiare e a vivere all’estero, sentivo la mia esperienza lavorativa napoletana troppo stretta. Faccio le pratiche per un master a Milano e lo comunico ai miei genitori solo una volta aggiudicatomelo. Comincio il master a Milano con un percorso di accelerazione e mi sono innamorata del progetto che seguivo, appunto Neuron Guard. All’inizio i miei non capivano perché volessi lasciare un lavoro sicuro per un’attività che non era certo avesse successo. Poi una volta partito il progetto sono stati fieri di me.
Cosa consiglieresti ad un tuo coetaneo che volesse lanciarsi nell’imprenditoria?
Prima di tutto deve credere nella propria idea e nei propri obiettivi. Studiare, specializzarsi in qualsiasi modo che sia utile per raggiungerli. Però non bisogna sognare ad occhi aperti, ma fare un passo dopo l’altro e non fermarsi davanti agli ostacoli.
Ad una donna cosa consiglieresti?
Di lavorare insieme ad altre donne ma anche con gli uomini, di apportare le proprie competenze, perché gli skills sono diversi ed ognuno può dare il proprio contributo. Non ci deve fermare davanti agli ostacoli o agli eventuali insuccessi. Cadrete? Sbaglierete? Fallirete? Non temete, l’errore fa parte della natura umana ed è proprio dagli errori che, se osservati con spirito critico, trarrete le migliori lezioni.
Di cosa si occupa Neuron Guard.
Il danno cerebrale causato da ictus, arresto cardiaco o trauma cranico grave è la prima causa di trauma cranico permanente. I danni iniziano a manifestarsi dopo 8 minuti per mancata ossigenazione da parte dei tessuti compromettendo irreversibilmente il cervello che non è in grado di recuperare, ma si può però cercare di rallentare il danno con il freddo che riduce considerevolmente la progressione. Neuron Guard ha sviluppato un sistema di ipotermia portatile che si utilizza come un collare da mettere intorno al collo del paziente.