I quattrini non si fanno a scuola

2

Ma perché nessuna scuola ci prepara sul mondo del denaro?

“Decisi di tornare a Ragioneria perché era il massimo per me che non avevo né il tempo né la voglia di studiare. Sapevo benissimo che in banca sarei entrato sicuramente. Ma saltando il bancone”. Questa frase, scritta da Renato Vallanzasca, dimostra che persino lui aveva capito che la scuola non gli sarebbe servita per fare i soldi, anche se non ti consiglio di seguire il suo esempio per diventare ricca.

Ma perché nessuna scuola ci prepara sul mondo del denaro? Perché il nostro sistema scolastico deriva dall’educazione di stampo Prussiano. A quei tempi le scuole istruivano gli uomini affinché diventassero degli ottimi soldati e andassero in guerra a combattere, con il rischio di farsi ammazzare. Chi sbagliava veniva punito severamente, tutti dovevano essere ligi alle consegne e alle regole.

Nessuno doveva anche solo pensare a cosa stava facendo. Se lo avessero fatto non sarebbero stati così lieti di correre a farsi ammazzare in guerra.
Purtroppo ben poco è cambiato. Nella scuola odierna vieni ancora punito se commetti errori. I creativi, così come i liberi pensatori non sono ben visti e, anche se non ci mandano in guerra a combattere, ci formano per diventare delle ottime dipendenti, votate alla causa di arricchire il nostro datore di lavoro.
Nessuno ci insegna a diventare le padrone della fabbrica. Perché? Perché, purtroppo, i dipendenti e i liberi professionisti sono quelli che pagano più tasse in assoluto e, quindi, senza di loro lo Stato non si reggerebbe in piedi.
Solo i ricchi insegnano ai propri figli le vere regole del denaro, per questo le famiglie potenti tramandano di padri in figli l’educazione finanziaria … e le proprie aziende.
Se vuoi cambiare le carte in tavola dovrai per forza cercare questo tipo d’istruzione lontano dai banchi di scuola e imparare ciò che i ricchi insegnano ai propri figli. Solo così potrai cambiare il tuo futuro e raggiungere il vero benessere finanziario. Sta a te!

Potereconomico.com è una società con sede a Milano che ha fatto dell’educazione finanziaria rivolta alle donne il proprio credo e lotta quotidianamente per sconfiggere l’ignoranza economica che porta inesorabilmente le donne a rovinarsi con le proprie mani. Con Dol’s Magazine pubblica regolarmente “pillole” di finanza personale per debellare la scarsa cultura finanziaria ancora oggi presente in Italia.

CONDIVIDI

Profilo Autore

Cristina Perciaccante

Bolognese di nascita, milanese d’adozione dopo il diploma di “addetta alla segreteria e direzione d’albergo” consegue la maturità tecnica da privatista in due anni. Lavora per società del calibro di Eni, Montedison, BNP Gestioni, Lazard, Kpmg fino al 2002, anno in cui decide di prendersi un anno sabbatico per seguire la figlia di sei anni. Inizia ad investire per gioco diventando così brava che ancora oggi, dopo 13 anni, non è più tornata a fare la dipendente. Per migliorare la conoscenza del settore si forma sul campo con insegnanti del calibro di Robert e Kim Kiyosaki, Suze Orman, Harv Ecker e tanti altri. Nel 2014 fonda a Milano la sua società “Potereconomico.com” dove trasmette la propria esperienza a tutte le persone che vogliono seguire il suo percorso verso la libertà finanziaria. Ha scritto due libri: uno dedicato alla donne che si intitola “Come sposare il Re del Mondo” e uno per tutti, dal titolo “Non accettare diamanti dagli sconosciuti”, reperibili scrivendole a info@potereconomico.com. Collabora con Dol’s Magazine, Il Portale delle Donne e Donna in Affari. Ha appena vinto il prestigioso premio “Donne che ce l’hanno fatta – edizione Expo 2015”. Tiene corsi in tutta Italia sugli investimenti in azioni, obbligazioni, oro, argento e diamanti.

2 commenti

  1. rita garofalo on

    Un po’ di sana cultura finanziaria occorrerebbe impartirla oltre che nelle scuole tecniche anche in quelle liceali ( dove scarsi o nulli sono i cenni di scienza delle finanze) tale che sia data a tutti la possibilità di diventare imprenditori/imprenditrici ovviamente se capaci. Questo però non preclude ad un futuro imprenditore di contribuire economicamente al benessere del suo paese mediante giuste imposte che servono a fornire servizi comuni alla intera comunità.
    Tutti infatti nelle giuste proporzioni devono provvedere al miglioramento dei servizi utili ad una società che si espande.
    Spesso i ricchi nel privato, tramandano ai figli la gestione di un profitto individuale a scapito del lavoratore e a parer mio non va bene.
    Voglio credere in un futuro migliore in cui tutti abbiano le medesime opportunità!

  2. piratessa on

    Purtroppo la vera cultura finanziaria non viene trattata nemmeno in quelle scuole (o atenei) che giurano il contrario. La realtà è che in tutti gli anni passati sui banchi nessuno ci fa nemmeno un’ora di finanza personale. Il problema delle tasse è che TUTTI sono soggetti a tassazione, chi più chi meno. Ma è chi ci governa che colpisce solo dove numericamente trova più individui: ovvero dipendenti e liberi professionisti. Io non incolperei i ricchi di pagare meno, anche perché non lo credo possibile, ma lo Stato perché è fin troppo facile colpire casa di proprietà e auto perché ce l’hanno tutti e dipendenti perché sono quelli più numerosi.

Lascia un commento


− uno = 6