AGENDA ROSA PER IL LAVORO E LE IMPRESE DELLE DONNE.
30 dicembre
L’imprenditoria femminile contribuisce in maniera significativa al PIL italiano costituendo una risposta importante alla crisi, grazie anche al contributo di competenze e stili imprenditoriali spesso differenti.Secondo l’ultimo rapporto sull’imprenditoria femminile dell’Osservatorio Unioncamere, anche nel 2012 si è mantenuta vivace la crescita delle nuove aziende al femminile (+7.298), superiore alla media nazionale. I settori più dinamici? Sanità e assistenza sociale (+3,6%), Turismo (+2,9%) ed e-Commerce, soprattutto in Lombardia, Lazio e Toscana.
In Italia circa un’impresa su quattro è donna, in modo particolare nei seguenti comparti: alloggio e ristorazione (+3.640), edilizia (+1.172), servizi (+1.102), attività immobiliari (+951) e servizi alle imprese (+935).
La presenza femminile nel mondo del lavoro interessa le PMI ma anche le grandi aziende, dove le quote rosa sono oggi al 3,4%: in Italia siamo ancora indietro ed in Europa non si è da meno: solo 1/7 dei membri nei board è donna.
L’occupazione femminile, come visto, è ben distribuita nei diversi settori produttivi, con un interessante trend: il commercio elettronico.
Il potenziale imprenditoriale delle donne è un motore di crescita economica e occupazionale molto poco sfruttato. Le donne costituiscono il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa, questo indica come sia necessario un maggiore incoraggiamento per diventare imprenditrici. Per fornire una fonte di ispirazione e di consigli pratici per le donne, la Commissione europea ha istituito una Rete europea delle ambasciatrici per l’imprenditoria femminile e una Rete europea di consulenti per l’imprenditoria. Ora tocca alle donne accettare la sfida.
Occorre favorire la nascita di nuove imprese femminili attraverso il sostegno, la valorizzazione e l’individuazione delle capacità e potenzialità imprenditoriali dei soggetti con maggiore rischio occupazionale e di esclusione dal mercato del lavoro, favorendone il consolidamento e radicamento sui diversi territori.
Occorre sostenere e valorizzare il capitale umano e le pari opportunità mediante la creazione di nuove leve imprenditoriali all’interno dei diversi settori di attività.
Occorre ridurre il tasso di mortalità delle nuove imprese correlato alla carenza dei fattori di conoscenza del tessuto produttivo, di stabilità e di continuità delle nuove iniziative imprenditoriali.
Fondamentale è il ruolo delle pubbliche amministrazioni nelle politiche di gender mainstreaming,nell’incoraggiare, supportare e accompagnare attivamente le politiche aziendali favorevoli ad una migliore conciliabilità tra il tempo per il lavoro e il tempo per le famiglie.
Solo stimolando approcci innovativi nell’organizzazione del lavoro aziendale compatibili con le responsabilità familiari sarà possibile raggiungere il tasso di occupazione previsto dagli obiettivi dell’Ue per il 2020.
Le attività a favore dell’imprenditoria femminile devono essere sdoganate dall’etichetta di genere ma viste e interpretate nell’interesse dell’intero sistema economico,come priorità per la crescita e lo sviluppo
UN MANIFESTO PER LO SVILUPPO ,NON SOLO INNOVAZIONE.CREATIVITA’.GREEN ECONOMY.NUONA AGRICOLTURA.CULTURA.FOOD
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