Piano C – Coworking, cobaby, condivisione

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di Caterina Della Torre
Un esperimento, una community. Uno spazio  per condividere e conciliare famiglia e lavoro. A Milano il primo progetto pilota.

Una ragazzina, Riccarda Zezza, la diresti incontrandola ed invece ha quaranta anni, ben due figli (piccoli) ed un curriculum personale molto variegato ed importante. Ha lavorato sia in Microsoft che in Nokia che in Pirelli. Per Nokia ha anche trascorso  2 anni in Finlandia.
Capelli cortissimi ed un viso da bambina, ma idee lavorative e di vita chiare. Sempre rivolte alle donne. Per migliorare la qualità della loro vita che poi è anche la sua, da donna.

L’idea non è nata dal nulla, ma è stata vista negli USA ed applicata in Italia. Esistono molti spazi di coworking nel mondo, ed anche in Italia, ma questo è speciale: qui le donne possono non solo lavorare ma anche avere un luogo dove fare conferenze lasciare i figli per giocare, in una ludoteca, fare la spesa ed avere la lavanderia a domicilio.

Perché si chiama così il progetto?
Riccarda mi canta con la sua bella vocina una filastrocca che recita : Con il piano A vivo solo io e il mio lavoro, con piano B vivo solo per “loro” (i miei bambini), qui ci vuole un piano C.

La prima sede di questo progetto pilota in Italia sarà in Via Simone Orsenigo, Zona Piazza Marinai d’Italia.
Riccarda è convinta che questo è il piano di lavoro che emergerà nel futuro.
Bello sì, ma quanto costa?
L’abbonamento annuale mensile va dai 200 – 300 ai 450 euro. Il day pass 25 euro, ma con i carnet si scende fino a 16 euro al giorno .

Uno spazio per le mamme, le professioniste con le nuove idee, ma anche per i papà con bambini da 3 mesi a 3 anni. I più grandi, fino a 6 anni sono accetti nel pomeriggio.
Un posto per lavorare insieme vuol dire anche vincere l’isolamento. Però l’open space avrà delle sue regole che impediranno di interferire con il lavoro altrui.

Una cuccagna? Piano C  è disposta a scommetterci.

Come “entrare” in piano C?
Le lettrici di Dols possono prenotare una giornata di prova gratuita cliccando su http://www.pianoc.it/fai-una-giornata-di-prova/ e scrivendo DOLS prima del proprio nome.
Se invece si vuole partecipare al progetto anche da lontano, ci si può associare attraverso http://www.pianoc.i/associazione/

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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