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    Home»Donna e lavoro»Imprenditoria femminile»Vincere lo stress con il Coaching
    Imprenditoria femminile

    Vincere lo stress con il Coaching

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre06/02/20191 commento5 Mins Read
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    vincere-lo-stressIn che modo il Coaching può essere uno strumento utile per proteggerci dal danno dell’eccessivo stress?

    di Maria Rosa Rocco – Executive & Life Coach

    In che modo il Coaching può essere uno strumento utile per proteggerci dal danno dell’eccessivo stress?

    Ci sono alcune parole di cui tutti sentono di conoscere il significato. Ogni persona, infatti, prima o poi sperimenta una situazione di stress. Un ragazzo prima degli esami, un bambino quando sta lontano da casa la prima volta, un adulto che si sente sopraffatto dalle proprie incombenze o responsabilità.

    Qualunque sia la fonte reale o presunta, tutti in generale sperimentano l’urgenza di uscirne. Nella maggior parte dei casi si cerca di allontanarsi da quella che sembra esserne l’origine.

    Di solito il processo si presenta così:

    1. chi prima chi dopo riconosce qualche sintomo, generalmente a livello fisico: mal di testa frequente, stanchezza, difficoltà di concentrazione, diminuzione della performance, tachicardia, insofferenza, scatti d’ira eccessivi o eccessivamente frequenti, pensieri ricorrenti, a volte quasi ossessivi, senso di non potercela più fare;
    2. si cerca di individuarne la causa: eccessive preoccupazioni, poco tempo per fare le cose, eccessive responsabilità, troppe richieste da altri (parenti, amici, colleghi, capi…);
    3. a questo punto arriva la consapevolezza della necessità ed il conseguente desiderio di intervenire in qualche modo. Ognuno ha una propria ricetta il cui beneficio è più o meno prolungato. Tendenzialmente l’obiettivo è quello di allontanare la causa (quando la si vede come esterna) ricavandosi spazio e/o tempo per sé. Molti escludono gli altri e cercano la solitudine come stato preferenziale per riprendere contatto con sé stessi. C’è chi attua una sorta di fuga e parte per un weekend lungo, un viaggio, chi cerca conforto e benessere in attività come lo yoga, la meditazione, ma anche la pratica di uno sport, il ballo … per la maggior parte dei casi qualcosa che ci distragga (dis-tragga), e mediamente che ci riporti in contatto con noi stessi.

    Ma il più delle volte resta quel senso di impotenza, di frustrazione, che si genera quando ci si rende conto che l’intervento assume la funzione di palliativo, ci fa recuperare un po’ di energia ma non risolve il problema. E’ a questo punto che può essere utile un confronto con un coach esperto.

    L’esperienza dimostra che molto spesso a causare la sensazione di stress è il nostro modo di affrontare le situazioni o un bisogno insoddisfatto. Prendiamo l’esempio di una situazione come questa:

    Cliente: “le competizioni mi stressano, quindi, appena posso preferisco evitarle. Anche a costo di perderci – tipo nel caso di una gara per acquisire un cliente – anche se c’è una parte di me che se ne dispiace… ma mi stressano troppo!”

    Coach: che cosa, esattamente, ti stressa delle competizioni?

    Cliente: (ci pensa un po’…) la sfida, il fatto di dover vincere per forza…. Forse è il confronto con gli altri, il giudizio finale. ….

    Coach: conosci qualcuno che vede le competizioni in maniera diversa?

    Cliente: (si illumina!) la mia amica…., lei sì che ama le competizioni, per lei sono un divertimento, il momento per mettersi in gioco, ma giocare nel vero senso della parola. Ma lei è allenata. (momento di silenzio). Forse, se anche io mi allenassi magari un giorno “le soffrirei” di meno.

    Coach: mi stai dicendo che se vedessi in una competizione un modo per allenarti (alla vita, allo sport ecc.) potresti anche buttartici?

    Cliente: si certo, come allenamento potrei farlo.

    Quanto emerge è la potenza della nostra lettura delle situazioni. Se le guardiamo da una prospettiva diversa le cose cambiano, diventano più maneggevoli e, come d’incanto perdono il potere di stressarci.

    A volte però sembra che la fonte del nostro stress siano gli altri, e loro non si possono cambiare:

    Cliente: io so cosa mi stressa!! Sono mio marito, mia mamma, i figli… !! Sembra che senza di me non possano fare nulla! E non appena entro in casa tutti vengono a sfogarsi con me. E uno e due e tre… e alla fine sono stufa. Mi stressano! Non ne posso più, ma come faccio? Mica posso dire loro che non voglio più ascoltarli!!

    Coach: Cosa succederebbe se per una volta lei decidesse di non stare a sentirli?

    Cliente: ma no, non posso. Come faccio? Sono la mamma, è giusto così. In fondo è anche il dovere di una mamma, di una moglie ecc… quello che mi scoccia veramente è che a me non chiede mai nessuno come sto. È tutto ad un’unica via.

    Coach: se capisco bene, quindi, non le dispiace che tutti la ritengano così indispensabile, solo desidererebbe che ascoltassero anche lei ogni tanto. Potersi sfogare a sua volta, sentirsi supportata.

    Cliente: si è vero, il vero problema è che anche io ho bisogno di avere una spalla su cui appoggiarmi ogni tanto.

    Quello che è successo durante questo breve dialogo è che è emerso che in effetti la “vera causa” di stress era il bisogno insoddisfatto di reciprocità.  A questo punto il colloquio col coach si sposta sull’individuazione di una strategia per arrivare a soddisfare il suo bisogno, senza né mettere in pericolo il proprio ruolo genitoriale, né privare gli altri del suo supporto.

    Il ruolo del coach, come abbiamo visto in questi casi, è quello di aiutare il proprio interlocutore a vedere le cose anche da altre prospettive, mettendoci in grado di disincagliare la nostra mente dalle nostre convinzioni limitanti, e riacquistare la libertà di scelta, di azione, per ritrovare il benessere, soddisfare i nostri bisogni, raggiungere i nostri obiettivi.

    ———————————————————————-

    Se vi interessa…la prima seduta è gratis https://www.coachingroup.it/

    coaching stress
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    torre.caterinadella

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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