
CDT. Come hai fatto a trasformare poesia in crudezza?
SPG. Sono partita dallo studio della saggistica relativa all’argomento pubblicata in Italia tra il 2022 e il 2024, reperibile in una biblioteca tra le più fornite a Torino su temi giovanili immersi nella società, quella del Gruppo Abele. In fondo, noi buddisti, anzi, le persone tutte sono chi incontrano: dagli stranieri in cerca di diritti alle vittime della malattia fisica o mentale, dalle donne sfruttate e soggette a violenza ai loro stessi maltrattanti, magari con problemi di dipendenza; dai giovani abitati dall’inquietudine alle loro famiglie disorientate… Le persone sensibili sanno riconoscere la gratitudine verso la vita e la gioia che ne deriva. Nel romanzo cerco di infondere speranza attraverso l’ironia. E l’autoironia, che salveranno il mondo.
CDT. Come hai fatto a conoscere i genitori di giovani in ritiro sociale?
SPG. Sono matrigna, anzi, preferisco dire “madre acquisita” di un giovane con tendenza al ritiro sociale. Conosciuto a 18 anni, non frequentava scuola, non lavorava, stava chiuso tutto il giorno in camera a dormire e la notte giocava ai videogames. Aveva invertito il ritmo circadiano. Mi spaventai perché, anche se solo superficialmente, avevo già sentito parlare di hikikomori che finivano suicidi. Ne parlai con suo papà. Inizialmente prese la cosa sottogamba. Io no. Con il tempo si convinse. L’impegno da parte di entrambi noi genitori fu durissimo, anche perché, inizialmente rapportandosi sui Social, il ragazzo subiva il giudizio degli altri che enfatizzavano standard idealizzati del successo e dei soldi ed egli ne era fuori. Oggi il ragazzo è uscito da queste dinamiche. Lavora, ha una casa sua, una fidanzata. Ma c’è sempre il pericolo di una ricaduta. L’allerta è costante.
CDT. Un caso però non fa la regola.
SPG. Infatti, per mettermi “nelle sue scarpe” e soprattutto in quelle dei genitori, la saggistica non era sufficiente. Avevo bisogno di vita pratica. Contattai un paio di associazioni sul territorio, intervistai i loro operatori e presi tanti appunti. Non mi permisero di avvicinare i ragazzi ritirati per motivi che si potranno dedurre dalla lettura del romanzo. Frequentai nel Nord Italia gruppi di adulti (genitori e docenti) formati e informati sul tema, anche con riunioni su Zoom. All’inizio, fu fatta una domanda a tutte e tutti su cosa pensassimo cosa fosse essere hikikomori e annotai le risposte, che andavano da rifiuto della società a senso di inadeguatezza, da depressione a isolamento volontario, da paura della competizione al fascismo del corpo senza inestetismi, senza grasso, che nella ragazza comporta l’uccisione dell’eterno femminino, quello della Dea Madre Terra, dai fianchi larghi perché fertile. Il tema è indagato nel romanzo. Invece nel ragazzo il corpo dev’essere muscoloso, liscio e depilato, con sopracciglia ben disegnate ad ala di gabbiano, la scarpa costosa anche se sneaker, il pantalone con risvoltino per metterla in mostra, ammazzando lo stereotipo del maschio alpha.
Fino alla perdita dell’identità di genere. La disforia e tentativi di ridefinizione del proprio sesso assegnato alla nascita sono fuga dalla realtà, mancanza di capacità di immaginarsi positivamente nel contesto sociale nella mancata accettazione delle trasformazioni adolescenziali. Prendiamo fiato Caterina. A me stessa che sto indagando da anni sta venendo la pelle d’oca.
CDT. Anche a me, Gloss, anche a me.
continua….
Il romanzo Effatà – Hikikomori a Torino parla della difficoltà di una matrigna nel convivere oggi con adolescenti senza ambizioni, senza voglia di trasgredire, asessuati, con aspetti da hikikomori, che in Italia si preferisce denominare “ritirati sociali”. Assunta per contrasto la sensualità dell’ambiente tennistico (gli ATP che si svolgono a Torino), Gloss centra l’attenzione sulle contrarietà di rapporto tra adulti e figli acquisti, cresciuti a vizi e a sfide impossibili, fino al ritiro sociale. Rispetto alla mera saggistica, un romanzo tocca più facilmente corde profonde allo scopo di aprire varchi di conoscenza in chi si rapporta con ritirati sociali. Anche se è commesso un crimine, è un romanzo sorprendente a scopo di incoraggiamento per le persone immerse in situazioni di vita disagevoli.
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