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    Home»Costume e società»Cultura»Film»Il sapore della felicità – Umami
    Film

    Il sapore della felicità – Umami

    DolsBy Dols24/01/2025Nessun commento5 Mins Read
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    di Adriana Moltedo

    UMAMI è la storia, poetica, a tratti surreale, di un uomo che va alla ricerca di un sapore.

    Il sapore della felicità, film diretto da Slony Sow, racconta la storia di Gabriel Carvin (Gerard Depardieu), lo chef più famoso di Francia, che ha da poco ricevuto la sua terza stella Michelin. 

    L’uomo è al culmine della sua celebrità, ma nonostante questa sua fama, Gabriel si rende conto di non esser felice e non sa dire il perché.

    Gabriel è infelice, molto infelice.

    Quando il suo migliore amico (Pierre Richard) prova a ipnotizzarlo per cercare di capire cosa non lo renda felice, Gabriel rimane sorpreso la sua memoria viaggi fino al suo primo concorso di cucina. 

    Era il 1978, l’uomo era solo un ragazzo ed è stato sconfitto nella competizione da uno chef giapponese (Kyozo Nagatsuka), che prevalse con una semplice scodella di noodles. 

    Gabriel comprende che la sua infelicità è dovuta proprio a quel trauma e decide di intraprendere un viaggio in Oriente, che cambierà per sempre a sua vita e il suo approccio alla cucina.

     Lo chef beve tanto, sua moglie (Sandrine Bonnaire) lo tradisce con un altro uomo e non ha alcun legame com i suoi due figli, Jean (Bastien Bouillon) e Nino (Rod Paradot).

     “Il sapore della felicità – Umami”, è l’avventura culinaria ambientata tra Francia e Giappone con protagonista Gerard Depardieu, Sandrine Bonnaire e Bastien Bouillon (recentemente vincitore del César come miglior esordiente per La Notte del 12).

    Il grande chef stellato francese, decide di intraprendere viaggio culinario alla ricerca del sapore massimo che ha confuso la sua vita. 

    Quando la sua salute e la sua vita familiare iniziano a sgretolarsi, il noto chef decide di recarsi in Giappone alla ricerca dell’uomo che 40 anni prima lo aveva battuto in una gara di cucina con una una scodella di noodles. Il viaggio culturale e culinario tra i sapori del Giappone, lo costringerà a riflettere su se stesso e a fare un bilancio della sua vita.

    Il film è una co-produzione Francia-Giappone da qui il titolo originale “Umami”, termine giapponese usato per denominare il quinto elemento del gusto: dolce, salato, aspro, amaro e, infine, umami.

    Le musiche originali del film sono del compositore Frederic Holyszewski, i cui crediti includono il dramma storico cinese Road to Sky (2015), una traccia per il videogioco Gran Turismo 4. Holyszewski è alla terza collaborazione con la regista Slony Sow dopo aver musicato i corti Grenouille de cristal e Dolya.

    Il regista Slony Sow ha riferito della musica del film: “Sono un fan di Tarantino, che mescola sempre tutti gli stili musicali e non esita a mettere il contemporaneo nei suoi film d’epoca. Non l’ho copiato, ma mi ha ispirato. La colonna sonora de ‘Il sapore della felicità’ è stata molto importante per me. Amo la musica originale di Holyszewski. Trovo che ti faccia davvero ‘sentire’ lo spirito del film.”

    Dopo diversi anni di incessanti viaggi in Giappone, ho deciso di stabilirmi lì. Vivo a Tokyo ormai da cinque anni. Un giorno mentre pranzavo in un ristorante con cinque amici, uno di loro, Yann Gahier (che nel frattempo è diventato uno dei co-produttori del film), iniziò a parlare di umami con la cameriera. 

    A differenza dei miei quattro ospiti, non sapevo di cosa stessero parlando. Mi hanno detto all’unisono che è “il quinto sapore”, un sapore di straordinaria finezza, che si aggiunge a quelli, molto identificati, dolce, acido, amaro e salato. Ma quando ho chiesto loro di definire questo sapore, non sono stati d’accordo. A parte il suo aspetto puramente gustativo, ho capito che la nozione di umami era metafisica. Non so perché – perché a dire il vero non c’era niente di visivo – mi è venuta improvvisamente l’idea di fare un film attorno a questo “sapore”, piuttosto immateriale per essenza, ma comunque sufficientemente “identificabile” da milioni di le persone lo hanno condiviso con gioia fin dall’alba dei tempi. 

    All’inizio, questo progetto cinematografico era molto vago. E poi ho iniziato a costruire una storia che potesse essere paragonata a una sorta di ricerca del Graal… A poco a poco ha preso forma uno scenario che avrebbe caratterizzato un uomo alle soglie della vecchiaia. 

    Un uomo disperato che, dopo essersi addentrato nei piaceri e nei valori secondari dell’esistenza, improvvisamente si metteva in testa di trovare “il senso” che, da giovane idealista, aveva della vita. Questo “senso della vita” che molti dicono di cercare, senza sapere veramente, in fondo, cosa racchiude e cosa significa. 

    Mi sono reso conto che questa espressione “senso della vita” era come umami: qualcosa che esiste, pur essendo ineffabile! Ci ho riflettuto parecchio e poi abbastanza velocemente ho immaginato che il mio uomo di mezza età potesse essere un grande chef, un grande cuoco che avrebbe “corso” per tutta la vita dietro a nuovi sapori senza mai essere stato veramente soddisfatto e che sarebbe andato a Giappone per cercare ciò che finalmente potesse colmare la sua insaziabilità e placarlo… La mia storia si era concretizzata…Ecco come è andata.

    Gérard è un grande attore. Mi ha anche insegnato a lavorare con l’impazienza, che è una virtù artistica. E’ un grande creativo e dotato di grande immaginazione. Ha sottolineato il regista, Perfetto per la parte.

    Una grande occasione! Per interpretare Louise Carvin (la moglie di Gabriel), volevo un’attrice che Gérard già conoscesse e con la quale si trovasse a suo agio. E volevo anche che questa attrice riuscisse a trasmettere la sensibilità che Louise nasconde sotto la sua freddezza di donna d’affari. Ce n’era solo una. Era Sandrine. Quando ha detto di sì, ero felicissimo. La trovo meravigliosa nel film, con un’incredibile umanità sotto la sua gelida rigidità di manager. Mi sembra che la coppia che forma con Gérard funzioni subito e che resti credibile fino alla fine, anche se si separa. E’ una Umami.

    moltedo-film

    Adriana Moltedo

    Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Redattora del sito internet www dols.it

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

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Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
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