Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Tre amiche
    • Spirit World – La Festa delle Lanterne
    • Anche la logistica ottiene la Certificazione per la Parità di Genere
    • Luana Sciamanna
    • DIAMANTI IN CANTINA  
    • Tutto l’amore che serve
    • Fino alle Montagne
    • Musica con vista 2025
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Tre amiche

      By Erica Arosio18/06/20250
      Recent

      Tre amiche

      18/06/2025

      Spirit World – La Festa delle Lanterne

      17/06/2025

      DIAMANTI IN CANTINA  

      16/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Parità di genere»Stereotipi & Co»Per un 8 marzo sotto una nuova luce
    Stereotipi & Co

    Per un 8 marzo sotto una nuova luce

    simonasforzaBy simonasforza07/03/2018Updated:07/03/2018Nessun commento6 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    La mostra Com’eri vestita? nasce da una domanda che arriva come un pugnale a colpevolizzare le donne che hanno subito uno stupro.

    “What Were You Wearing” è una mostra promossa dall’università del Kansas da un progetto di Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert, esposta per la prima volta all’Università dell’Arkansas dal 31 marzo al 4 aprile 2013. L’associazione Libere Sinergie la replica in Italia, contestualizzandola al nostro ambiente socio-culturale. 

    Si può pensare che sia ormai sempre più raro domandare “Come eri vestita?”, invece, lo stereotipo persiste, vivo, in ogni interrogatorio della sopravvissuta alla violenza, in numerosi articoli che la narrano, ogni qualvolta ci si trova a confrontarsi su questo tipo di episodi. Un tarlo culturale senza dubbio, come abbiamo avuto modo di constatare nell’esplicazione di un altro progetto che, in linea di continuità, Libere Sinergie sta portando nelle scuole. Parlando con i ragazzi e le ragazze appare evidente quanto la rivittimizzazione e la colpevolizzazione delle vittime sia ancora molto diffusa, con un senso di corresponsabilità al 50% delle vittime.

    Il “Se l’è cercata” è ancora molto presente nelle riflessioni su questi temi, cosicché il vestito indossato, il comportamento o l’atteggiamento tenuto, la scollatura, la gonna corta vengono ancora oggi letti come detonatore della violenza, come se ci trovassimo di fronte a uomini incapaci di autocontrollo e di capacità inibitorie di atti violenti. Uomini ancora in preda a un istinto animalesco, irrefrenabile, succubi di uno stato di natura che prevale su uno stato di civiltà, di diritto, con regole e valori condivisi. Una prevaricazione e una dominazione sul genere femminile, una normalizzazione e una celebrazione di una mascolinità nociva, di stampo patriarcale. Permane la sensazione di un modello maschile che si trincera dietro un alibi, rivendicando un diritto atavico, un potere assoluto sulla donna e sul suo corpo. Solo un oggetto si può possedere, non un essere umano, per cui la deumanizzazione e l’oggettivazione sono funzionali a questo meccanismo.

    Forte è emerso nel dialogo soprattutto con le ragazze, un pregiudizio persistente nei confronti delle donne, dei loro abiti e atteggiamenti, un giudizio ancora improntato alla considerazione delle donne come provocatrici e tentatrici. La debolezza e l’incapacità di mettere in campo freni inibitori come caratteristiche del genere maschile: un pregiudizio e uno stereotipo che costruiscono così l’alibi interiorizzato da entrambi i generi. Un sistema, nel quale siamo immersi e immerse sin da piccoli/e, ci rende in tal modo assuefatti/e a un immaginario pieno zeppo di stereotipi, cristallizzati/e in ruoli e aspettative secolari.

    Il “Se l’è cercata” è una considerazione ancora, purtroppo, molto comune nell’immaginario collettivo. Tutto questo possiamo rimuoverlo solo se rendiamo sistematici gli interventi formativi nelle scuole. Leggendo un articolo del Corriere, in cui si parla della Milano fashion week e della moda Prada antistupro, emerge quanto sia duro da smontare lo stereotipo binomio “Vestito-Te la sei cercata”, quindi hai provocato, sei corresponsabile dello stupro subito. C’è tutto un immaginario e una subcultura da demolire, un cammino lento ma necessario. Ricordiamo sempre che non è la donna che deve imparare a proteggersi, ma sono gli uomini che devono imparare che un no è un no, che la donna non è un oggetto o una proprietà; sono gli uomini che non devono stuprare e devono controllare i loro comportamenti. Non siamo allo stato di natura, c‘è sempre una scelta alla base della violenza, basta alibi.

    Da queste gabbie di genere maschili e femminili dobbiamo liberarci e questa mostra potrebbe essere una maniera plastica per sollecitare un interrogarsi realistico sulla violenza, sull’incapacità tuttora esistente nel voler esaminare le radici della violenza nella loro verità, senza spostare le responsabilità altrove e ribaltare i piani. Riportare in superficie, analizzare ed evidenziare la genesi e l’autentica dinamica della violenza è fondamentale per poterla prevenire e non lasciare che le cose proseguano senza nessun cambiamento significativo. Mutare mentalità, mutare lo status quo, smontare stereotipi per migliorare ciò che non funziona adeguatamente.

    Solitamente l’8 marzo si compie un bilancio, una verifica dello stato dei diritti delle donne, per constatare a che punto siamo e quali passi siano stati compiuti nell’ultimo anno su questo versante. Abbiamo voluto dare a questo 8 marzo un punto di vista diverso, affinché una nuova luce si accenda sui diritti, che per essere reali e non fittizi devono di fatto essere tutelati. Per questo abbiamo pensato che un passo in avanti ci deve essere anche per quanto concerne la colpevolizzazione e la rivittimizzazione delle vittime di violenza, passaggio fondamentale affinché ci sia pieno rispetto e ascolto delle donne, di modo che si creda alle donne quando hanno paura e chiedono aiuto, come dimostra la recente vicenda di Latina, che ha visto un uomo uccidere le sue due figlie e ferire gravemente la moglie Antonietta Gargiulo. Non devono essere mai abbandonate ma, invece, accompagnate in un percorso che le protegga e consenta loro un graduale e personalizzato iter di fuoriuscita dalla violenza. Per questo 8 marzo rivendichiamo questo e per renderlo concretamente realizzabile auspichiamo impegno, responsabilizzazione e formazione di tutte le figure coinvolte. Dagli operatori socio-sanitari, per cui abbiamo accolto con favore le recenti Linee guida in tema di soccorso e di assistenza socio-sanitaria uniformi su tutto il territorio nazionale, ai magistrati, alle forze dell’ordine e quanti istituzionalmente o professionalmente entrino in contatto con donne che hanno bisogno di un sostegno, di essere ascoltate e di trovare un percorso sicuro di uscita dalla violenza, ma anche di autonomia.

    Ed è proprio in questa direzione che abbiamo voluto dedicare questa mostra a Jessica Valentina Faoro, affinché la sua storia e la sua dolorosa vicenda possano aprire la strada a un mutamento di approccio nei confronti delle tante Jessica che hanno bisogno di sostegni. Chiedere di non voltare pagina frettolosamente significa chiedere verità, senza che vi sia un ribaltamento delle responsabilità e che in qualche modo si sposti altrove l’attenzione. Significa pretendere che si faccia piena luce sugli obblighi molteplici che hanno avuto ricadute negative sulla sua intera esistenza, perché Jessica si poteva e si doveva salvare. Significa interrogarsi sui diritti delle donne calpestati, violentati. Significa che dai diritti enunciati sulla carta occorre passare ai diritti tutelati nei fatti. Occorre comprendere per aprire una riflessione sulla violenza del non ascolto. Ricostruire affinché vengano messi in piedi tutti i mezzi perché non avvenga più.


    Com’eri vestita? – What were you wearing?

    Dall’Università del Kansas, l’installazione di abiti indossati dalle vittime di stupro

    Il primo appuntamento della mostra sarà allo spazio The Art Land presso La Fabbrica del Vapore di Milano, via Procaccini 4, dall’8 all’11 marzo.

    Orari

    Giovedì – Sabato: 10.00 – 20.00

    Domenica: 14.00 – 19.00

    Ingresso gratuito

    Successivamente la mostra sarà itinerante nel territorio metropolitano e si concluderà il 25 novembre.

    Tutte le date e i luoghi della mostra verranno pubblicati su questo sito e sulla pagina Facebook di Libere Sinergie.

    Per maggiori informazioni qui.

    Com'eri vestita? stereotipi stupro violenza di genere What Were You Wearing
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    simonasforza
    • Website
    • Facebook
    • X (Twitter)

    Blogger, femminista e attivista politica. Pugliese trapiantata al nord. Equilibrista della vita. Felicemente mamma e moglie. Laureata in scienze politiche, con tesi in filosofia politica. La scrittura e le parole sono sempre state la sua passione: si occupa principalmente di questioni di genere, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro, della salute e dei diritti.

    Related Posts

    Uomo e Donna: Scambio di Ruoli?

    08/03/2025

    Le molestie sessuali e sessiste

    29/11/2024

    Il Cinema Nuovo Romano, tra D’Annunzio e Bangla

    19/11/2024

    Comments are closed.

    Donne di dols

    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

https://www.dols.it/2025/06/17/luana-sciamanna/
    Amanti in cantina recensione di Elena Guerrini Amanti in cantina recensione di Elena Guerrini
    Post su Instagram 17888416860161530 Post su Instagram 17888416860161530
    https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-se https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-serve/
    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK