Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata
    • Generazione romantica
    • Scomode verità
    • Highest 2 Lowest 
    • La trama fenicia recensione di Erica Arosio
    • Un altro sguardo e Gemma De Angelis Testa
    • Nutrirsi è anche comunicare
    • Il superpotere della gentilezza
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata

      By Nurgül COKGEZİCİ31/05/20250
      Recent

      Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata

      31/05/2025

      Generazione romantica

      30/05/2025

      Scomode verità

      29/05/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»L’icona birmana
    "D" come Donna

    L’icona birmana

    Marta AjòBy Marta Ajò11/11/2015Updated:11/11/2015Nessun commento4 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    San Suu Kyi-icona-birmana
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Aung San Suu Kyi, vincitrice delle elezioni birmane è stata definita, di volta in volta, un’icona, una madre del suo popolo, una “Lady” dal regista francese Luc Besson.

    Forse tutte queste definizioni le possono calzare, forse alcune di esse contengono una parte di verità ma tutte appaiono insufficienti a definire la donna politica.
    Certo è che essa ha portato la National League for Democracy, di cui è la leader indiscussa da sempre, a dominare il round elettorale conquistando l’80% dei consensi. Una vittoria per la democrazia e per la “Signora della gente” dopo 50 anni di dittatura militare che ha ridotto la Birmania a fanalino di coda di quell’area geografica.
    “Mamma Suu”, al di la del mito, sa che il suo popolo si aspetta da questa vittoria un cambiamento tangibile delle difficili condizioni di vita subite fino ad ora.

    L’immagine con cui siamo abituati a vederla, ce l’ha sempre mostrata come una piccola, esile donna, sguardo malinconico e una piega della bocca amara ma dal piglio deciso. Un fiore fra i capelli, sempre rinnovato e mai appassito nell’immaginario collettivo.

    Un’icona dalle piccole dimensioni ma d’inestimabile valore tanto da ricevere un Nobel.
    Dopo questa vittoria, Aung San Suu Kyi non rappresenterà più solo il volto della sofferenza perché dovrà assumere quello della forza, necessaria alla gestione del potere politico. Che non deluda la sua immagine di paladina dei diritti umani, che porti avanti una gestione democratica del potere, che non contempli vendette ed esclusioni, in un’ azione di conciliazione nazionale per consentire in modo pacifico la via alla democrazia e al cambiamento.
    Nella Birmania di oggi sono ancora vigenti leggi strumentali, voluti dal regime militare che ha governato sino ad ora. Per questo ci aspettiamo che uno dei principali obiettivi  sia la riforma della Carta costituzionale che impedisce di fatto a San Suu Kyi di essere eletta presidente del Paese, in quanto vedova e madre di cittadini stranieri. Un articolo costituzionale vincolante, che non le ha concesso di rivestire incarichi neanche come leader dell’opposizione.  Un’icona? Forse. Divenuta tale ad un prezzo altissimo, sacrificando la libertà propria e della sua famiglia.

    San Suu Kyi giunge al potere con almeno venticinque anni di ritardo rispetto alla sua prima vittoria, nel 1990, annullata dalla giunta militare e dalla successiva prigionia che non le ha però impedito di svolgere la sua campagna contro il regime e di mantenere l’affetto del suo popolo .
    La si descriverà come  una donna esile, riservata,  diplomatica, amante della musica e della famiglia, qualità apparentemente di stile femminile ma anche premio Nobel per la Pace. Di lei si è raccontata l’umana vicenda familiare, di una madre che non ha cresciuto i propri i figli né di avere potuto essere vicino al marito morente lontano dalla Birmania, impossibilitata da uscire dal Paese per potere svolgere la sua battaglia. Rinunce inconcepibili per molte donne ma che fanno la differenza appunto, tra il divenire icona e l’essere serenamente persona.
    In questi giorni tutta la stampa parla di lei e del futuro della Birmania.
    Ma di lei poco si è parlato durante il lungo periodo di detenzione domiciliare in cui è stata costretta per 15 anni per impedirle di esprimere il proprio pensiero e fare attività politica.  La solitudine in cui ha vissuto, ha sviluppato  sicuramente in lei una forte capacità di resistenza e di forza per la conquista della sua ed altrui libertà. La coscienza democratica era in lei.
    Di lei ricordiamo ancora le immagini delle sue lacrime versate in silenzio per la manifestazione dei monaci buddisti, ma anche la tenace mediatrice tra la voglia di  rivoluzione popolare  ed il potere militare.

    Sulla situazione Birmana ormai sono puntati gli occhi del Mondo. Sarà difficile per le forze politiche sconfitte di opporsi alle riforme che consentano anche a San Suu Kyi di rivestire cariche politiche. Il Mondo ha atteso con ansia, insieme al popolo birmano, che la democrazia vincesse sulle armi e difficilmente la Signora potrebbe accettare di rinunciare all’impegno diretto che le viene richiesto dal suo popolo.
    La storia personale di questa  donna, forse “icona” suo malgrado, è già nella storia passata, il futuro che l’attende apparterrà a lei e al popolo che tanto l’ha seguita ed amata.

     

    Aung San Suu Kyi birmania. nobel di volta in volta una madre del suo popolo una “Lady” dal regista francese Luc Besson. un’icona vincitrice delle elezioni birmane è stata definita
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

    Related Posts

    Un altro sguardo e Gemma De Angelis Testa

    26/05/2025

    David di Donatello 2025 è femmina

    09/05/2025

    Brado e le Strie

    05/04/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK