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    Home»Donna e lavoro»Per fare carriera, a fianco ci vuole un “grande” uomo
    Donna e lavoro

    Per fare carriera, a fianco ci vuole un “grande” uomo

    Francesca LemmiBy Francesca Lemmi25/11/2013Updated:17/07/20141 commento5 Mins Read
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    uomo-donna
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    È noto a tutti che dietro a molti uomini importanti e potenti – politici, manager, economisti e uomini della finanza – spesso c’è il supporto e la mente di una donna.
    Basti pensare all’ex Presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, all’epoca supportato e coadiuvato da una grande donna che non a caso oggi ambisce a diventare la futura ed eventuale prima donna alla guida del Paese. Lo stesso Barack Obama, coronato l’uomo più potente del mondo dalla rivista Forbes nel 2012, viaggia a braccetto con la moglie Michelle, attiva su vari e diversi fronti, contribuendo così ad aumentare la popolarità del marito. Bill Gates, fondatore di Microsoft e ai vertici nella top ten delle persone più influenti del mondo sempre per la rivista Forbes, ha creato e gestito la sua fortuna insieme alla moglie Melinda, con cui ha fondato una Fondazione che ad oggi costituisce uno dei maggiori enti di beneficienza del pianeta.
    Non mancano esempi anche nostrani: è il caso di Roberto Cavalli, uno dei più grandi stilisti di moda made in Italy, che ha fondato e gestito il suo impero sempre insieme alla moglie Eva.
    Che il connubio uomo-donna sia una carta vincente nel mondo della moda, lo conferma anche Armani, che vede in prima linea il grande stilista Giorgio Armani, supportato dalla stretta e fedele collaborazione della nipote Roberta, ad oggi nel Cda dell’azienda.
    Forse non aveva tutti i torti Virgina Woolf, quando asseriva che “dietro ad ogni uomo (potente), c’è sempre una grande donna”.

    Ma è vero anche il contrario?
    Anche dietro a donne che fanno carriera magari fino ad arrivare ai vertici – politici, economici, aziendali o comunque professionali – c’è sempre un grande uomo?
    Sembra proprio così. E’ il caso di Angela Merkel, cancelliera della Germania per il terzo mandato consecutivo, leader indiscussa a capo dell’economia europea e incoronata donna più potente al mondo dalla rivista Forbes.
    Un altro esempio nostrano arriva dalla Presidente di Valore D, Claudia Parzani, che in un’intervista rilasciata a Alessandra Di Pietro per la rivista Myself, racconta una realtà di coppia in cui la carriera di lei è più forte di quella del marito e lui ne è fiero.

    Ma quali doti e caratteristiche devono avere questi “grandi” uomini?
    In primo luogo, sono uomini che accettano e sono orgogliosi dei successi lavorativi della moglie, anziché sviluppare sentimenti di competizione o invidia.
    Pertanto il fatto che la compagna possa avere un lavoro più prestigioso, occupare un incarico lavorativo più potente e importante, guadagnare di più e magari anche essere maggiormente impegnata sul fronte professionale, non viene vissuto come un attacco narcisistico al proprio orgoglio maschile, bensì come motivo di gioia.
    Se ci fermiamo a riflettere, tutto ciò non dovrebbe essere neanche tanto strano, in quanto in realtà i successi professionali di uno dei due partner, a parte il costo non indifferente di avere spesso minor tempo da dedicare alla famiglia, implicano non solo crescita e soddisfazione del diretto interessato ma indirettamente anche maggiori opportunità per tutta la famiglia, motivo di soddisfazione e orgoglio generale di tutti i familiari e uno stimolo importante per i figli.
    Al contrario, la carriera della donna costituisce un problema in seno alla coppia e alla famiglia laddove vi è ancora, soprattutto da parte del marito, una mentalità maschilista o che comunque nasconde sottostanti pregiudizi maschilisti, per cui l’uomo deve essere il “breadwinner” e la donna, per quanto possa lavorare e riuscire nel lavoro, deve comunque rispettare una tacita gerarchia.
    Ciò è legato al fatto che ancora oggi gran parte degli uomini continuano a relegare la propria identità sociale al lavoro svolto e quindi un attacco ad esso (e per molti il successo della moglie viene vissuto come tale), costituisce una ferita narcisistica.

    I “grandi” uomini, che poi forse di grande hanno poco se non il fatto di avere un atteggiamento positivo e di collaborazione, sono inoltre coloro che appoggiano e supportano il lavoro della compagna, anziché contrapporre un atteggiamento di ostilità, difficoltà o comunque ostacolante l’ascesa professionale della consorte. Il supporto è prima di tutto morale e psicologico – sono i primi e più importanti tifosi e followers delle mogli – e poi anche pratico e concreto.
    Infatti il fare carriera spesso implica esperienze di formazione e poi periodi di investimento duro e massiccio sul lavoro, molte ore trascorse al lavoro e non meno raramente spostamenti e iniziative sociali outside.
    Se questo diventa, come spesso accade, motivo di critica, attacco o intolleranza da parte del compagni, in quanto vengono meno energie e tempo da dedicare alla coppia e alla famiglia, allora il rischio di fermarsi e accontentarsi o comunque di vivere una condizione di stress e mancata serenità, è forte. Al contrario, un atteggiamento tollerante, comprensivo e di supporto facilita il duro lavoro di investimento e di crescita professionale.
    Inoltre, come dicevamo, questo implica anche un aiuto concreto sia in casa che in famiglia. Come scrive Sheryl Sandberg nel suo libro “Facciamoci avanti”, una condivisione equa anche degli impegni domestici e familiari determina maggiori probabilità di serenità sia individuale sia di coppia che familiare. Ciò indirettamente può essere legato anche al fatto che non dovendo gestire tutto il carico familiare sulle proprie spalle, anche la donna, al pari dell’uomo, può in questo modo avere energie e tempo da investire in altro, fra cui anche la carriera lavorativa laddove vi sono ambizioni e opportunità in tal senso.

    Infine a giocare un ruolo importante è anche il rapporto di coppia. Infatti se si tratta di un rapporto orizzontale, il cui equilibrio si basa sia sullo scambio e sul confronto (senza imposizione o prevaricazioni) sia sul rispetto e sul supporto di spazi di autonomia individuale, vissuti come opportunità di crescita e arricchimento anche del rapporto anziché come motivi di gelosia o risentimento, allora non possiamo che aspettarci una reazione positiva dinanzi ad iniziative vincenti dell’uno o dell’altro partner.

    Pertanto se vogliamo fare carriera, pensiamo che l’ascesa professionale risente molto anche del compagno che scegliamo e del rapporto di coppia che strutturiamo.

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    Francesca Lemmi
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    Dr. Francesca Lemmi, Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Sessuologa. Dopo un’esperienza pluriennale nella realtà ospedaliera, svolge attività di psicologo e psicoterapeuta con bambini, adolescenti, adulti e coppie come libero professionista. Inoltre si dedica ad attività di formazione, in particolare nell’ambito della genitorialità, della coppia e della psicologia e pedagogia di genere. In virtù del grande interesse per la materia della famiglia, coppia e figli, da molti anni si dedica ed esercita anche nell’ambito della psicologia giuridica in situazioni di separazione/divorzio e affido minori.

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