E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
Racconto avvincente di passione, inganno e tradimento.
Non ci si può fidare di nessuno. E nessuno può fidarsi di te. Per George e Kathryn, ogni segreto che non può essere condiviso trova rifugio in ciò che chiamano la loro “borsa nera”.

“Tutte le buone storie ruotano su un conflitto, e i film sulla criminalità garantiscono conflitti molto forti, con minacce di violenza fisica, incarcerazioni, tradimenti. Per questo le sensazioni dei film dedicati al crimine hanno fatto presa su di me sin da quand’ero ragazzino. M’interessa comunque usare i film di genere per veicolare altre idee. Può funzionare a livello puramente superficiale, ma ci sono poi sotto altri livelli di lettura che t’impediscono di dimenticare il film subito dopo che l’hai visto.”
Così dichiarò Soderbergh quando uscì il suo No Sudden Move, un film ambientato nel mondo della criminalità e allo stesso tempo un omaggio alla scrittura noir di Elmore Leonard, uno dei romanzieri più autorevoli su quel fronte.
Questo pensiero lo si può applicare anche a Black Bag – Doppio gioco, anche se questo fondamentalmente è un film d’amore non convenzionale, oltre che un appassionante triller di spionaggio.

Steven Soderbergh mette in scena una coppia di spie innamorate e sospettose, tra dialoghi affilati, inganni domestici e omaggi al cinema classico, una storia di fedeltà e sospetto tra due spie di Stato che, al tempo stesso, sono marito e moglie (Cate Blanchett e Michael Fassbender).
In Black Bag niente è come sembra. affonda le proprie radici nella più iconica letteratura di genere, da Ian Fleming a John le Carré, ma anche nel cinema classico, da Hitchcock a 007, per crescere, in modo più selvaggio e originale.
Secondo Naomi Harris, alle cene tra amici: “Se tutti arrivano con la loro facciata e se ne vanno uguali, per me non è una cena riuscita. Voglio qualche lacrima. Voglio vedere chi sei davvero.” Il film parte da una situazione semplice, ma si trasforma presto in una spirale di tensioni, segreti e scelte morali.
“Questa è una cena di spionaggio. Non ti lascia uscire di casa senza averti aperto l’anima.”
Black Bag infatti parla di spie, ma esplora temi universali come il bisogno di connessione, la pressione del lavoro, e la difficoltà di essere onesti – soprattutto con se stessi.
Tutti in questo film cercano di essere professionali, ma sanno anche quando è il momento di rompere le regole. E devono decidere quanto sono disposti a perdere.
Primissimi piani incantevoli, una estrema eleganza sia delle donne che degli uomini, il film racconta come una relazione tra agenti segreti britannici possa sopravvivere in quel mondo di 007 che vive sul filo di una domanda, di quanto puoi mentire su tutto, come fai a dire la verità su qualsiasi cosa.
L’agente d’élite George Woodhouse (Michael Fassbender), viene incaricato di scovare una “talpa” che ha sottratto un distruttivo worm informatico conosciuto con il nome in codice di “Severus”.
I sospettati sono cinque colleghi, tutti agenti che lavorano all’interno del National Cyber Security Centre (NCSC) della Gran Bretagna. Tra loro c’è anche la moglie di George, Kathryn (Cate Blanchett).
Un avvincente spy drama che racconta la storia dei leggendari agenti segreti George Woodhouse e della sua amata moglie Kathryn. Quando lei viene sospettata di tradire la nazione, George si trova ad affrontare la prova definitiva: la fedeltà al suo matrimonio o al suo paese.

Dopo la magistrale sequenza della cena a casa dei due coniugi in cui i sospettati vengono sottoposti a un primo esame da parte di George, un vero e proprio saggio sulla parola, il film avanza, quasi senza muoversi, per rivelare doppi e tripli giochi all’interno dell’organizzazione, ma soprattutto per concentrarsi sul cuore della narrazione: il rapporto simbiotico, quasi devozionale, tra lui e lei che illumina la scena anche quando è fuori campo.
La sequenza dell’esame al poligrafo da parte di George a tutti i sospettati, montata magistralmente a mille con il continuo stratificarsi di domande ad un sospettato, il particolare dello schermo di un monitor che registra l’agitazione del soggetto e con l’ultima risposta che passa improvvisamente ad un altro sospettato, va semplicemente mandata a memoria.
Tutto e il contrario di tutto, in questa spy story d’amore che conferma l’intelligenza di un autore unico come Steven Soderbergh.
Menzogne, tradimenti e segreti, trovano la loro sublimazione in qualcosa di più grande e intoccabile di cui George e Kathryn sono gelosi custodi e sacerdoti.

Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.t.