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    Home»Costume e società»Il velo tra imposizione e autodeterminazione
    Costume e società

    Il velo tra imposizione e autodeterminazione

    Nurgül COKGEZİCİBy Nurgül COKGEZİCİ01/03/2025Updated:01/03/2025Nessun commento3 Mins Read
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    Libertà di scelta: il velo tra imposizione e autodeterminazione

    «Mamma, ci sono persone che lottano per indossare il velo e altrettante persone che lottano per toglierlo.» Questa riflessione, nata spontaneamente dalle parole di mia figlia, mi ha portato a interrogarmi su una questione complessa, soprattutto con l’avvicinarsi dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna.

    Il velo è un simbolo potente. Può rappresentare fede, identità, cultura, protezione, ma può anche essere uno strumento di oppressione.

    Ed è qui che sorge il vero nodo della questione: quando il velo è una libera scelta e quando, invece, è il risultato di un’imposizione? Esiste una forma di violenza nell’obbligare qualcuno a coprirsi, così come esiste una violenza nell’obbligare qualcuno a scoprirsi. La libertà non può essere imposta, deve essere garantita.

    Ciò che indossiamo dovrebbe essere una nostra scelta personale, non una battaglia ideologica o politica. Eppure, questa libertà è spesso illusoria, perché siamo immersi in condizionamenti culturali e sociali che ci spingono a conformarci a determinati modelli. In alcuni paesi, il velo è obbligatorio per legge, e toglierselo diventa un atto di ribellione contro un sistema che impone regole sulla pelle delle donne.

    Pensiamo all’Iran, dove le proteste per il diritto a non portare il velo sono diventate una lotta per la libertà, pagata a caro prezzo. Dall’altra parte del mondo, invece, ci sono donne che combattono per poterlo indossare liberamente, opponendosi a divieti che le privano di una scelta personale e spirituale.

    Forse la vera domanda che dovremmo porci non è se il velo sia giusto o sbagliato, ma quanto siamo realmente liberi di scegliere. Il nostro contesto culturale, le nostre esperienze personali, il giudizio della società e le pressioni familiari influenzano le nostre decisioni molto più di quanto crediamo.

    La libertà di scelta non è solo la possibilità di dire “sì” o “no” al velo, ma la possibilità di farlo senza paura, senza conseguenze, senza dover lottare contro chi vuole decidere al posto nostro.

    L’8 marzo dovrebbe ricordarci proprio questo: il diritto di ogni donna di autodeterminarsi, di vestirsi come vuole, di vivere come sceglie. Non esiste una sola forma di femminismo, non esiste un’unica battaglia giusta. Esiste, però, il diritto di ogni donna di essere padrona del proprio corpo e della propria immagine, senza che nessuno le dica cosa è giusto o sbagliato per lei.

    Forse il giorno in cui non dovremo più discutere se il velo sia un atto di libertà o di oppressione sarà il giorno in cui avremo raggiunto la vera parità. Fino ad allora, il nostro compito è garantire che ogni donna possa scegliere davvero, al di là di ogni imposizione, sia essa religiosa, politica o sociale.

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    Nurgül COKGEZİCİ

    Nurgul Çokgezici nasce nel 1984 in Kurdistan, nella regione dell’Anatolia. All’età di 9 anni, a seguito della diaspora curda degli anni ’90, si trasferisce in Italia, dove intraprende il suo percorso di integrazione e formazione. Completa gli studi elementari, medie e superiori in Italia, dimostrando fin da subito una forte dedizione all’inclusione. Successivamente, si laurea in Mediazione Linguistica presso l’Università UNIUMA (Umanitaria), per poi specializzarsi in Linguistica Moderna. La sua carriera accademica e professionale si distingue per una forte vocazione all’interculturalità e all’educazione inclusiva. Nurgul Çokgezici è oggi una figura poliedrica: mediatrice linguistico-culturale, psicologa, pedagogista ed educatrice socio-pedagogica. Da anni lavora nelle scuole, promuovendo progetti educativi finalizzati all’integrazione e all’inclusione. Esperienze Professionali Come mediatrice linguistico-culturale, ha collaborato con le commissioni territoriali per la protezione internazionale, operando in quasi tutte le regioni italiane. Ha inoltre svolto attività come mediatrice e interprete giurata in tribunali, prefetture, questure, ospedali e consultori, offrendo supporto a persone in situazioni di vulnerabilità.

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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