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    Home»Donna e lavoro»Donne e arte»Viafarini Open Studio. Parte Prima
    Donne e arte

    Viafarini Open Studio. Parte Prima

    DolsBy Dols02/01/2025Updated:05/01/2025Nessun commento6 Mins Read
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    Sede del residence in via Carlo Farini, 35, Milano. Foto di repertorio
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    di Danila Baldo da https://vitaminevaganti.com/

    Viafarini-in-residence (Vir) è un programma di studi condivisi per artiste/i, nato a Milano nella sede di via Carlo Farini 35 e successivamente ampliato all’Archivio nello spazio aggregativo culturale della Fabbrica del Vapore, in via Procaccini 4, sempre a Milano. Il progetto, di rilevanza regionale che usufruisce del supporto di Regione Lombardia, dà spazio alle produzioni di giovani artiste e artisti, mirando alla promozione della ricerca artistica e favorendo lo scambio di competenze e la crescita professionale. L’artista ospite, che supera la selezione di candidature presentate in una Open Call permanente, condivide spazi di vita e di lavoro con colleghe e colleghi sia italiani sia internazionali.

    A conclusione del ciclo di residenza del 2024, è stato organizzato l’evento Viafarini Open Studio per la presentazione del lavoro artistico di: Rebecca Agnes, Saverio Bonelli, Monika Brablecova, Roi Carmeli, Amedeo Desideri, Sofia Fresia, Nikoline Heimburger, Diego Gelosi, Davide Marcianesi, Arianna Marcolin, Davide Mineo, Elisa Molteni, Matteo Peterlini, Luca Seguenza, Nazar Strelyaev-Nazarko, Swedish Girls, Simon Wallnoefer e la ricerca del curatore in residenza Luca Seguenza. Con la collaborazione curatoriale di Lucy Henderson. Le opere, dopo l’inaugurazione dell’11 dicembre 2024, sono rimaste esposte per due settimane, consentendo a chi si è recato in visita di godere delle opere delle/degli artisti e dei risultati della loro ricerca.
    Durante l’evento di inaugurazione alla sede di via Farini, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con diverse artiste/i, ascoltando direttamente da loro la presentazione delle opere in esposizione e il loro percorso artistico.

    Elisa Molteni nello spazio di Viafarini Open Studio. Foto di Danila Baldo

    La prima giovane artista con cui abbiamo parlato è Elisa Molteni, fotografa, autrice in particolare di un progetto intitolato Frammenti di connessione, che approfondisce le complessità dell’identità e delle relazioni giovanili. Ci ha raccontato che Confessions è un diario introspettivo che riprende il concetto di “album di confessioni”. Vuole essere una narrazione che si addentra nel vissuto di paesaggi emotivi. Attraverso le sue pagine, l’autrice esplora la realtà esterna cogliendone il significato interiore con l’occhio della sua macchina fotografica e rielabora schizzi, testi di canzoni, riflessioni personali e altri materiali ancora in fieri.

    Successivamente ci siamo soffermate lungamente in dialogo con Sofia Fresia, che ci ha parlato della sua pratica artistica e illustrato le opere esposte. Ci ha raccontato di come sia arrivata a scoprire il grande valore della pittura non solo come opera d’arte ma anche come pratica terapeutica dopo una lunga malattia e di aver quindi voluto frequentare l’Accademia Albertina di Torino con la convinzione che la pittura potesse essere di grande aiuto anche per altre persone così come lo era stata per lei.

    Sofia Fresia nello spazio di Viafarini Open Studio. Foto di Danila Baldo

    Fortissima è stata la sensazione di riuscire a esprimere — con i colori su una tela — le sue idee, i significati che voleva manifestare, i sentimenti condivisi… e diventare sempre più capace e autonoma in questa grande esperienza. Ha compreso, ed è ciò che vorrebbe trasmettere, che tradurre in immagini ciò che si prova e si soffre dà forza e aiuta a far fronte alle difficoltà, è un modo per non tener tutto dentro ma condividere e in modo più efficace, spesso, che non con le parole. I colori vivaci possono suggerire una visione più propositiva della vita anche in periodi grigi e problematici.

    Ora Sofia Fresia è sempre più addentro nel mondo dell’arte, ma vi trasfonde anche le sue altre attività inerenti lo sport del nuoto, praticato anche a livello agonistico, e l’essere una guida alpina: il fondere l’elemento acquatico, da cui proveniamo e in cui ci immergiamo, con l’ebrezza dell’altitudine e delle vette.

    Arianna Marcolin nello spazio di Viafarini Open Studio. Foto di Danila Baldo

    Abbiamo molto apprezzato anche la pittura di Arianna Marcolin, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2022 è accolta tra gli atelieristi di Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia e dopo diverse esposizioni personali e collaborazioni in giro per l’Italia, approda alla residenza di Viafarini. Una sua personale ha come titolo Stanza iperbarica: la domanda esplorata dalla giovane artista è «Uscire dalla stanza?» e la risposta con colori tenui ed evanescenti, che si immergono nella materia e la rendono liquida, come se dovesse succedere qualcosa, è «Sì, è necessario».

    Davide Marcianesi nello spazio di Viafarini Open Studio. Foto di Danila Baldo

    Decisamente particolari le composizioni di Davide Marcianesi, non proveniente da un’Accademia di Belle Arti, ma laureato in Design al Politecnico di Milano. Ci racconta che la sua ricerca è volta a esplorare la società non solo dal punto di vista più banalmente “umano”, anzi, il suo intento è andare oltre “gli stereotipi culturali” più consueti, per rendere manifeste zone d’ombra che spesso spaventano, senza cognizione di causa. Qui espone opere che esorcizzano la paura dei ratti nelle città, ingiustamente considerati causa di pestilenze, dovute invece all’incuria umana.

    Saverio Bonelli, Il peso delle parole, 2024, gesso, carta, carillon e marmo di dimensioni variabili. Foto di Danila Baldo

    Saverio Bonelli, con questa sua opera, esprime la difficoltà della comunicazione di chi soffre di balbuzie o dislessia o qualsiasi altra sindrome che rende le parole che escono dalla bocca pesanti come pietre… in interazioni sociali non fluide, ma da codificare, ostacoli da superare con fatica in una forma d’arte per indagare la propria identità, scoprire sé stessi e spalancare le porte del proprio io in un afflato di condivisione.

    Swedish Girls nello spazio di Viafarini Open Studio. Foto di Danila Baldo

    Swedish Girls è uno pseudonimo che indica le due artiste Mira Bergh (in foto) e Josefin Zachrisson, che vivono tra Milano e Stoccolma. La loro ricerca artistica nasce da un approccio concettuale e sperimentale dell’arte come pratica collettiva. L’installazione nello spazio interno di Viafarini fa emergere la frase incisa col laser sui sedili di una sala d’attesa in ospedale God chose you (Dio ti ha scelto), frase veramente pronunciata in una seduta di psicoterapia. Rappresenta il tentativo (maldestro?) di confortare con la spiritualità quello che spesso è un disagio psichico incarnato in una realtà di isolamento e stigma sociale. La religione come panacea di una sofferenza che è un peso emotivo intollerabile se non trova soluzioni umane di accoglienza e condivisione.

    Rebecca Agnes. Disegno appartenente alla serie La città di chi

    La visita allo spazio di via Farini, 35, sapientemente guidata da Giulio Verago, uno dei curatore della residenza, si è quindi conclusa con un’opera di Rebecca Agnes, artista su cui ci siamo già concentrate nell’articolo Vivere le nostre città, e che ritroveremo ampiamente proseguendo verso l’Archivio Viafarini, alla Fabbrica del Vapore in via Procaccini: arrivederci alla parte seconda di Viafarini Open Studio.

    In copertina: installazione L’ultimo viaggio (2022), di Swedish Girls, nel cortile in via Carlo Farini, 35, Milano. Foto di Danila Baldo.

    ***

    Articolo di Danila Baldo

    Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, già docente di filosofia/scienze umane e consigliera di parità provinciale, tiene corsi di formazione, in particolare sui temi delle politiche di genere. Giornalista pubblicista, è vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile e caporedattrice della rivista online Vitamine vaganti

    continua

    via farini
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

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    Redattora del sito internet www dols.it

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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
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    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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