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    Home»Costume e società»Gustav Klimt, “L’arte è uno specchio della nostra epoca”
    Costume e società

    Gustav Klimt, “L’arte è uno specchio della nostra epoca”

    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss18/12/2024Updated:13/02/20251 commento6 Mins Read
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    Gustav Klimt La Sposa foto di Stefi Pastori Gloss
    Gustav Klimt "La Sposa" (foto di Stefi Pastori Gloss)
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    (precedente)

    Qualche sera fa Gloss e il suo compagno Fabrizio hanno partecipato a una delle serate del Club Silencio, cocktail di musica, alcol, persone, ma soprattutto arte, organizzata alla Promotrice delle Belle Arti di Torino con visita alle mostre “KLIMT – The Gold Experience” (si possono acquistare i biglietti per la mostra “KLIMT – The Gold Experience” a Torino qui) e “Banksy&Friends”. Tanti i giovani e meno giovani attratti a questa serie di iniziative realizzate all’interno dei musei in orari d’apertura inconsueti, ma umani. Godono di opere che invitano alla riflessione, da Klimt, astro del secessionismo viennese, a Banksy, guru della post pop art. L’arte in mostra può essere letta proprio in questa chiave, un progressivo toccare argomenti delicati sia trascendenti (l’amore, la guerra, la filosofia e la giurisprudenza per l’uno) sia immanenti (l’ingiustizia sociale, lo specismo, il perbenismo e le guerre per gli altri), utilizzando un linguaggi visivi potenti e diretti. 

    Aforismi artistici

    Per conoscere Gustav Klimt, la mostra propone di partire dai suoi aforismi:

    “L’arte è uno specchio della nostra epoca.” “L’arte non è mai finita, solo abbandonata.” “Non esiste un’arte senza vita e una vita senza arte.” “L’arte è una lotta incessante contro la morte.” “Tutta l’arte è erotica.” “L’arte deve sorprendere e incantare, proprio come un film di Méliès.” 

    Ma soprattutto:

    “Chi vuole sapere di me deve guardare attentamente i miei quadri e cercare di riconoscere in essi ciò che sono e ciò che voglio.”

    E allora Gloss e Fabri osservano i suoi quadri. Gli artisti della Secessione come lui aspirano a portare l’arte al di fuori dei confini della tradizione accademica, in un florilegio di arti plastiche, design e architettura.

    Percorso multimediale, attraverso lightboxes raffiguranti le opere più celebri, tra cui [L’albero della vita], [Il Bacio” e [Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer], i visitatori possono ammirare dettagli in grande formato e persino scattare foto e selfie, rivivendo lo spirito dell’artista in un dialogo tra passato e presente. L’esposizione celebra Gustav Klimt trasportando i visitatori in un universo in cui l’oro diventa protagonista. Una saletta diventa innovativa installazione con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e aggiunge un tocco contemporaneo alla mostra.  

    “Giuditta” della Golden Age (foto di Stefi Pastori Gloss)

    Cosa fa l’intelligenza artificiale

    La AI ha saputo ricreare opere molto somiglianti a quelle di Klimt, sebbene mai eseguite dall’autore. Istruita con la poetica di Klimt, ha saputo lavorare come lui su temi perfino inesistenti – perché inaffrontabili o “irrappresentabili” perché troppo “oltre” all’epoca a lui contemporanea, come l’omosessualità, l’amore per le bestie (stupenda la “sua” Crudelia DeMont) o il poliamore e l’amore di gruppo. 

    Aspre critiche e scandali

    Nel 1894 l’Università di Vienna commissionò all’artista la decorazione del soffitto dell’aula magna sul tema illuminista del Trionfo della Luce sulle Tenebre, da sviluppare su tre facoltà: Filosofia, Giurisprudenza e Medicina.

    “Filosofia” (foto di Stefi Pastori Gloss) “L’infinito si riflette nell’umano: un viaggio dalla carne alla conoscenza, sospeso tra luce e ombra.”

    I lavori furono rimandati per anni e, quando i pannelli vennero presentati, vennero rifiutati e aspramente criticati dai committenti, che avevano immaginato una sobria rappresentazione del progresso della cultura, ma che si ritrovarono un turbinio di corpi sensuali.

    “Giurisprudenza” (foto di Stefi Pastori Gloss) “L’equità si dissolve nel terrore, mentre la legge si mostra cieca e distante dall’umano.”
    “Medicina” (foto di Stefi Pastori Gloss) “Tra la vita e la morte si intrecciano i misteri della guarigione e della fragilità umana.”

    L’opera realizzata si distanziava dalle aspettative dei committenti e fu giudicata sconveniente e offensiva; pareva che il tema fosse stato ribaltato e Klimt avesse realizzato «la vittoria delle tenebre sopra ogni cosa.

    Gustav Klimt, influenzato anche dalla lettura di Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche, aveva cercato di dare una propria interpretazione all’enigma dell’esistenza umana. In queste opere Klimt aveva affrontato tematiche tabù come la malattia, la vecchiaia e la povertà in tutta la loro crudezza e il loro orrore, non lasciando spazio all’idealizzazione della realtà imposta fino a questo momento dalla morale comune.

    Le aspre critiche suscitate portarono ottantasei rappresentanti dell’Università a inviare una petizione al ministro dell’Istruzione con la quale manifestarono la loro opposizione alla collocazione del dipinto nell’aula magna dell’Università, incentrando le critiche sul piano estetico, senza osteggiare nudità o libertà di espressione, bensì la bruttezza. A queste dichiarazioni rispose lo storico dell’arte Franz Wickhoff con la conferenza “Che cos’è il brutto?” presso la società filosofica dell’Università.

    “Danae” (foto di Stefi Pastori Gloss)

    Arte&Tecnolgia

    Grazie alla tecnologia del videomapping e ad un sistema di proiettori ad alta definizione, quadri iconici come [“Il Bacio], [L’Albero della Vita], [La Speranza], [Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer], un’altra “sala cyberspaziale” è il fulcro dell’esposizione. Accoglie Gloss, Fabri e il resto del pubblico inondandoli di luce e abbracciandoli in un turbinio dorato. Dedicata alla sensualità dell’oro, cifra stilistica inimitata di Klimt, pareti, pavimento e ogni elemento strutturale del salone svaniscono per sciogliersi in un mare dorato. Porta Gloss e Fabri in un mondo di malìa e fascinazione. Un’occasione unica per immergersi in un mondo dorato di Klimt che ha toccato loro il cuore e incantato i sensi. Svela l’affascinante estetica filosofica di Klimt che ha rivoluzionato l’arte con la sua cifra stilistica ipnotica e sensuale. 

    “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” della Golden Age (foto di Stefi Pastori Gloss)

    Il video viene proposto in loop abbinato a colonne sonore che variano in funzione didascalica o in contrasto con le immagini rotanti. È possibile visionarlo più volte, da diversi punti di vista: in piedi o seduti nella stanza, diventando parte integrante del quadro scenico, cullati dalla colonna sonora di musica classica, da Beethoven a Carl Orff in grado, ancor di più, di esaltare l’emotività del viaggio.

    La “Golden Age” di Klimt qui rappresentata deriva dall’osservazione e studio dei mosaici ravennati, dove il soggetto, sempre ieratico, è spesso appiattito sullo sfondo e fuso con esso con spiccata bidimensionalità, linearismo, pregnanti simbolismi e prevalenza di figure femminili, che il pennello di Klimt ricolma di un armonioso erotismo. A Ravenna l’oro musivo, eco dei lavori del padre e del fratello in oreficeria, spinge Klimt, ormai prossimo ai quarant’anni, verso la trasfigurazione del reale, in un vero e proprio dominio dell’oro di Bisanzio.

    “Il Bacio” della Golden Age (foto di Stefi Pastori Gloss)

    Verso l’Espressionismo

    Il mito della Belle Époque, insieme ai fasti dell’ Impero austro-ungarico, giunge al tramonto. Collassano con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. A contatto con la produzione di artisti come Van Gogh, Matisse, Toulouse-Lautrec, Klimt inizia a mettere in discussione la propria arte, sfociando nel “periodo maturo” (detto anche “periodo fiorito”). Egon Schiele e Oskar Kokoschka, già suoi allievi, lo portarono incontro alla pittura espressionista. L’attività di Klimt si interrompe l’11 gennaio 1918 quando, di ritorno da un viaggio in Romania, è colpito da ictus e polmonite dovuta all’epidemia di influenza spagnola. 

    Dopo la sua morte sono ben quattordici le donne che sostengono in tribunale di aver avuto un figlio da lui; di questi, sei sono riconosciuti come tali. Dopo l’estasi bohémienne klimtiana, Gloss e Fabri passano alla Street Art da Banksy&Co in giù, non per questo di valore inferiore. Anzi. Un’ottima occasione torinese per incrementare la propria cultura.

    (seguente)

    Netnografia

    Promotrice delle Belle Arti

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    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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    Donne di dols

    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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