IL SILENZIO DELLE DONNE. (NON INNOCENTI)

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Le onorevoli di sesso femminile, sono da grandi desaparecidos dell’Aula parlamentare.

Risse, contrapposizioni, capannelli, pacche sulle spalle: è un profluvio, anche nel corso di questa ottava chiama per l’elezione del Presidente della Repubblica italiana, di modalità di contrattazione tutte maschili; cose evidentemente “da uomini”, visto che le apparizioni delle onorevoli di sesso femminile, soprattutto se analizzate plasticamente, sono da grandi desaparecidos dell’Aula.Gli uomini li vedi ad intessere le proprie tele, anche disonorevolmente, ma tutti insieme, sempre insieme appassionatamente, anche in modalità feroce: si incontrano, si scambiano numeri di telefono, si sorridono, si lasciano occhiate complici e sodali. Le nostre, invece, che non sono per nulla poche, stanno però ognuna per proprio conto, guai a stare insieme in gruppi un po’ consistenti, per fare massa critica anche visivamente; per tentare di condividere una strategia di genere che non sia il fuoco incrociato, a bloccare l’ennesima ipotesi presidenziale di una donna.

Cosa fanno dunque le nostre? Fanno da ancelle, colorano gli accrocchi blu dei gerarchi, con i loro completini alla moda, le acconciature spesso inadeguate, i sorrisi condiscendenti, sempre un passo indietro, ad annuire come fossero capitate lì un po’ per caso. Poi vedi Liliana Segre, ultra novantenne, mostrare una dignità da fare invidia ai perditempo molto più giovani: sempre presente, rigorosa nella gestualità, portarsi alla cesta della votazione con la serietà che quel momento esige ed impone. Casellati, Belloni, Cartabia, Severino, nomi istituzionali messi al rogo nell’arco di una manciata di ore. Anche dalle donne. Tranne la Meloni, rispetto alla quale sono per orientamento diametralmente opposta, nessuna che si sia esposta fermamente: a denunciare l’ostruzionismo sadico nei confronti di una donna autorevole. Donne tutte all’altezza, quelle di cui prima, le quali affosserebbero la figura del maschio onorevole di turno, sia per formazione sia esperienza. Tra parentesi, la Belloni parla 5 lingue, 20 anni alla Farnesina,. prima donna a ricoprire incarichi istituzionali prestigiosi: un profilo e dei numeri d’eccellenza che, nell’Italia

fallocentrica, metterebbero in seria discussione lo pseudo-primato dei tanti ominicchi che costituiscono la nostra onorevole classe politica. Anche di sinistra.
daniela-stasi Daniela Stasi:  Laureata in Architettura al Politecnico di Milano, ad indirizzo storico-critico, è iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal 2003. Ha lavorato per anni nel settore dell’editoria, realizzando collane di Architettura, di Arte e di Design; ha rivestito il ruolo di caporedattrice e direttrice di testata; ha collaborato a diversi quotidiani e periodici nazionali; continua ad operare nell’ambito di progetti di comunicazione integrata e di ufficio stampa. Utilizza la poesia, la scrittura in forma saggistica o romanzata, la pittura e altri strumenti espressivi, nel tentativo di descrivere e definire, quanto più oggettivamente – in una sorta di ‘Divina Mimesis’ – il reale
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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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