Il padre di Cenerentola

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La fiaba di Cenerentola è uno spaccato reazionario di un femminile che non vogliamo riportare alla luce: la donna di oggi è indipendente e autonoma, per realizzarsi non ha bisogno di essere la moglie di… Ne sono una convinta sostenitrice e non ho cambiato idea, ma non credo sia giusto buttare via la fiaba a causa degli aspetti che non condividiamo. E allora analizziamo la situazione con uno sguardo più approfondito.

Prima di tutto Cenerentola è una bambina amata dai genitori che si amano a loro volta, poi il caso sfortunato la priva in tenera età di una dolce mamma amorevole e di colpo la vita cambia. Entra in scena una perfida matrigna. Già, ma chi è stato a farla entrare in casa? Il padre di Cenerentola che con la scusa di fare il bene della figlia ha fatto soprattutto il suo, così ha una donna a portata di mano per soddisfare i suoi desideri maschili. L’errore è stato tutto suo, all’epoca era un uomo con le fette di salame sugli occhi incapace di scrutare oltre l’apparenza per scorgere la spregiudicatezza della nuova moglie. Una donna avida, narcisista, antipatica e crudele con due figlie al seguito da accasare: affermare che quel uomo è stato un idiota è essere gentili.

E delle sorellastre cosa vogliamo dire? Due ragazze come la madre incapaci di crearsi un futuro se non a carico di un ricco marito. E poi ci scandalizziamo se Cenerentola si è sposata con il principe, anche per lei vale il problema che per le donne c’era poco da fare diversamente all’epoca; soprattutto con una lettura miope della vicenda non rendiamo omaggio ad una donna che si è sposata per vero amore con un uomo innamorato e in grado di ricambiarla. Cenerentola è un esempio per insegnare alle giovani donne la vera ragione per cui sposare un uomo che è l’amore. Lo so, il principe era ricco e il suo patrimonio fa pensare che Cenerentola si sia accasata, certo, ma lo si pensa perché non si analizza il resto.

Morale: non buttiamo via con troppa fretta il passato spinte da un eccessivo revisionismo storico.

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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