Anche i filosofi s’incazzano

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 Un filosofo nel suo compito di smantellare gli stereotipi non può lui stesso essere schiavo di un vivere fittizio.

Anche i filosofi s’incazzano è il titolo di un capitolo del mio libro Ho messo le ali. Cosa significa questa presa di posizione se non dichiarare senza peli sulla lingua il proprio considerare la filosofia maestra di vita, ma anche fautrice di libertà? La filosofia conduce, infatti, se ci si lascia prendere per mano dal suo sapere accuditivo, a ri-trovare quel sé stessi dimenticato, smarrito, annichilito e finalmente libero da ogni orpello. Un filosofo nel suo compito di smantellare gli stereotipi non può lui stesso essere schiavo di un vivere fittizio. Un filosofo non può essere legato alla paura di fare “brutta figura”.

La filosofia insegna a non farsi prevaricare, essa non è una panacea, un vivere lasciandosi scivolare addosso ogni avvenimento: una simile esistenza sarebbe sopportazione acritica di ogni sopruso senza apprezzare il bello e il buono che appartiene alle cose del mondo reale così come al mondo sempre in movimento delle nostre idee. La filosofia è vita, è amore, è amicizia, è passione per ciò che condividiamo con il resto del mondo. Incazzarsi è una condizione profondamente umana di chi è pressato dalle situazioni ed ha bisogno di dare una svolta decisa ad una circostanza irrisolvibile. Se ad esempio sto facendo un discorso e tra i presenti c’è qualcuno che deliberatamente contraddice il mio pensiero per il solo gusto di mettermi in scacco, io posso lottare con le parole pacate e azzeccate ma se l’altra persona insiste è solo incazzandomi che mi libero dalla cattiva situazione e allo stesso tempo mi mostro una persona vera. Incazzarsi non è segno di debolezza, è umanità libera, è pulizia dell’anima. Buttare fuori il veleno provocato dalle situazione avverse, veleno che se trattenuto inquina la mente-corpo come ci ha insegnato il padre delle Medicina e filosofo greco del V sec. a. C Ippocrate di Coo, è una cura anche per donne e uomini del terzo millennio.

L’unico appunto che faccio a me stessa è l‘uso gergale della lingua, ma non posso trovare un sinonimo così sincero e per questo proseguirò, al momento giusto e senza eccessi, ad incazzarmi. Solo così si possono mettere le ali!

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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