La caffettiera esplosa

0

 In una tranquilla domenica di gennaio, sono in armonia con la cucina dove amo trascorrere il tempo non solo ai fornelli ma anche al computer, il luogo mi ispira da sempre anche se scrivo di filosofia pratica

A volte, è vero, mi diletto di fornire ricette filosofiche ma a dire il vero l’ispirazione non mi giunge vicino il forno. Era, dunque, una tranquilla domenica e l’amore per il caffè mi spinge a prepararne uno tutto per me con la caffettiera tradizionale. Nel frattempo mi aggiro per la cucina senza un’idea precisa e di colpo a pochi centimetri da me parte un grosso proiettile: di colpo tutto è cosparso di liquido marrone e polvere di caffè. Oddio! Che diavolo succede! Mi trattengo da fare esclamazioni esagerate perché a pochi passi c’è il divanetto di Milly dove lei, la mia cagnolina, è accucciata in completo relax. La prima cosa che penso è che per fortuna a lei non è successo nulla, poi osservo le mie nuove pantofole fucsia: incredibilmente pulite mente il pavimento sotto i miei piedi è pieno di macchie. E poi alzo gli occhi, la caffettiera è saltata sul soffitto dove ora campeggia una macchia marrone, è incredibile non mi arrabbio anzi penso che sembra un quadro astratto. Poi lo sguardo di rivolge al resto del locale e le macchie marroni sono un po’ ovunque, muri compresi ma incredibilmente illese sono le tendine alla finestra. Tende che amo particolarmente per lo stile e per il fatto che non hanno bisogno del ferro da stiro. Dopo queste considerazioni, trascorsi pochi minuti, mi metto al lavoro per ripulire e dopo i primi momenti di esitazione e aver pensato “che lavoraccio mi sta spettando”, ho proceduto con tranquillità. Il pensiero che mi accompagna è “nulla di grave è accaduto, tutto si può riparare”.

A volte ci lamentiamo dei fatti spiacevoli della nostra vita: perdiamo la coincidenza del treno, ci si rompe un tacco o ci viene la febbre il giorno di Natale: ci disperiamo, ci sentiamo sfortunati… ma quante volte compiamo il percorso mentale contrario? Nel mio caso cosa sarebbe stato se la caffettiera avesse colpito il mio volto piuttosto del soffitto? O avesse ferito Milly? O mi avesse scottato le gambe? O banalmente avesse macchiato le mie tende preferite? In questi casi avrei potuto sentirmi colpita dalla sfortuna e non sarei qui a raccontare con tanta leggerezza l’episodio della caffettiera: esplodendo mi ha fatto capire che, se ancora ce ne fosse bisogno, l’importante è salvare noi stessi e chi amiamo. Questa è la vera fortuna.

 

CONDIVIDI

Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

Lascia un commento


cinque − 4 =