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    Home»I racconti di dols»EFFETTO MASCARA
    I racconti di dols

    EFFETTO MASCARA

    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss21/11/2017Nessun commento6 Mins Read
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    Tra lezioni di yoga e pioggia. Effetto mascara, la città  si scioglie nello smog.

     

    Davanti all’ingresso del negozio di panettiere si abbatte. La porta automatica è scivolata ai miei lati, per farla accedere con agilità, ma le gambe sono bloccate. Ecco che arriva l’onda di panico. La paura di chiedere due etti di pane comune l’assale, strozza le parole in gola. Tossisce forte per espellere il panico. Le persone la soccorrono, lei crolla sul marciapiede. Un’ambulanza la porta in ospedale. E’ un copione che si ripete quasi ogni settimana. Al Pronto Soccorso la conoscono. Ah è QUELLA. Avverte il disprezzo nella voce di chi invece dovrebbe essere compassionevole. Signora, non ha niente. Si riposi, trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Trovi qualcuno che l’aiuti. Fosse facile.
    Un’amica la porta a fare una lezione di yoga gratis. Le piace così tanto da sentirmi pronta per lottare contro il panico. Ci si iscrive. Passano i mesi. Cura meticolosamente la costruzione degli asana. Si documenta, prende passione.

    Col tempo, ha sentito nascere dentro una forza che la spinge a dare il meglio di sé. Deve, ripeto a se stessa, DEVE eseguire in modo impeccabile l’asana del guerriero. Virabhadrasana. Virabhadrasana. Virabhadrasana. La sua mente non ce la fa ad imparare questi termini. E’ impedita. Con l’accento sulla terza a. Virabhadràsana. Virabhadràsana.Virabhadràsana. Virabhadràsana. À à à à à. Virabhadràsana. Virabhadràsana.
    Le sembra strano che una posizione yoga prenda il nome di un guerriero. Gli yogi non sono forse noti per la loro natura non violenta? Ma DEVE non dimenticare che uno dei testi più venerati dal mondo induista, il Bhagavad-Gita, narra del dialogo tra il principe guerriero Arjuna e il dio Krishna che ebbe luogo su un campo di battaglia alla vigilia di uno scontro tra due grandi eserciti. Ciò che in realtà il nome di questa asana celebra, e che viene esaltato come ideale per tutti gli studenti di yoga, è il “guerriero spirituale”, che con coraggio si batte contro il nemico universale, ovvero l’ignoranza (avidya), la causa principale di tutte le nostre sofferenze.

    L’amica che la portò l’ha abbandonata. Ora è contornata da sconosciuti. Sbircia le loro facce per capire se vi hanno dipinte le sue stesse domande. Sono tutti molto concentrati, con sguardi nobili e fieri, in avanti. La sola non concentrata è lei. Risolve di assumere la posizione da cui sta partendo lo yogi, la cosiddetta Tadasana, ovvero la Montagna. Poi la Virabhadràsana.
    Con un’espirazione, apre i piedi a una distanza di un metro e mezzo circa l’uno dall’altro. Alza le braccia perpendicolarmente al pavimento (e parallelamente l’uno all’altro), e spinge le mani verso il soffitto, con un’attenzione precisa ai lati in cui si trovano i mignoli. Blocca le scapole contro la schiena e le spinge in giù verso il coccige. Ruota il piede sinistro in dentro, verso destra, di quarantacinque – sessanta gradi e quello destro in fuori, verso destra, di novanta gradi. Allinea il tallone destro con quello sinistro. Espira e ruota il busto a destra, parallelizzando il più possibile la parte frontale del bacino con il bordo anteriore del tappetino. Mentre l’osso dell’anca sinistra ruota in avanti, preme la testa del femore sinistro indietro per fissare il tallone a terra. Allunga il coccige verso il pavimento e inarca leggermente indietro la parte superiore del busto. Con il tallone sinistro ben fissato a terra, espira e piega il ginocchio destro sopra la caviglia destra in modo tale che lo stinco sia perpendicolare al pavimento. Gli studenti più flessibili riescono ad allineare la coscia destra in modo tale che sia parallela al pavimento. Lei no perché è impedita, come le ripete spesso uno del corso, sebbene lo yogi insista nel dire che debbono solo ascoltare i messaggi del nostro corpo, impedendoci così di assumere posizioni che risulterebbero eccessive e doloranti. Lo yoga non dovrebbe essere competizione. Eppure lei l’avverte tale.

    Allunga con rinnovata energia le braccia in alto, sollevando la gabbia toracica lontano dal bacino. Mentre il piede dietro la fissa saldamente a terra, potrebbe sentire una sorta di spinta percorrere la gamba dietro e salire lungo l’addome e il petto fino alle braccia, se fosse davvero capace. Unisce i palmi delle mani, con le dita bene aperte. Spinge più in alto con i lati delle mani in cui si trovano i mignoli. Tiene la testa in posizione neutra e guarda avanti. Dovrebbe restare in questa posizione da trenta secondi a un minuto. Per scioglierla, inspira, preme il tallone dietro sul pavimento e, continuando a protendersi verso l’alto con le braccia, raddrizza il ginocchio destro. Ruota i piedi in avanti e abbassa le braccia con un’espirazione.
    Negli spogliatoi, un tizio del corso le dice: A nostro avviso, meriti di più. Vostro? Vostro di chi? In un turbine dialettico le spiega che questo yogi non è un vero leader. Che lei ha bisogno di un leader in grado di apprezzare il suo impegno. Gli risponde che forse ha ragione, perché durante gli asana le capita di percepire la sua inadeguatezza, mai corretta dallo yogi. Sei fortunata ad avere me come compagno: io ne conosco uno che sarebbe la tua salvezza! La parola salvezza. Salvezza. Salvezza. Salvezza. Salvezza. Salvezza. Salvezza. SALVEZZA è il suo tarlo.
    Ormai è al terzo mese dal nuovo yogi. Quel tizio l’ha iscritta per poi piantarla lì. Vi insegna quel nuovo Guru cui l’amico aveva accennato. Gli allievi sono invitati a chiamarlo Guru. l’ ha consigliata, raddrizzata, e, apprezzandone i progressi, l’ha inserita in un programma speciale. Speciale perché segreto ai non iniziati. In una parola, l’ha salvata dall’inettitudine. Verso il Guru avverte un enorme debito di riconoscenza. Il suo Guru le ha detto che è una Missione Salvifica. Lei si fida del suo Guru.

    Oggi è il grande momento: lei sarà svelata la Missione Salvifica dal Guru. Monta sulla pedana, in cerca di un attrezzo per migliorare la sua camminata. La si deve confondere tra la folla, mentre la sua camminata naturale da indossatrice la fa spiccare. Eccolo: è un cilindretto di legno, del diametro di tre centimetri, lungo una spanna. Va posto sotto il piede, nella scarpa, per l’intera lunghezza del piede, così da risultare una camminata zoppicante. Deve poter zoppicare per confondermi nella normalità.
    La pioggia le inzuppa i capelli. Effetto mascara, la città si scioglie nello smog. Le persone tutte ombrellate non se ne curano, verso la loro quotidiana dose di noia. Tira il cordino con energia. La pancia le esplode, nel suo sacrificio anti-noia.

     

    Foto: fonte http://www.secoloditalia.it/files/2015/10/Strage11-670×274.jpg

    mascara pioggia yoga
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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